Ray Brown è unanimemente considerato, da tutti i cultori del jazz, il più grande bassista di tutti i tempi, forse dividendo l'alloro, per alcuni, col mitico Percy Heath del Modern Jazz Quartett.
Sostenere questa affermazione con esempi musicali eclatanti è difficile, perché il basso, di per se, non è strumento che si presti a grandi esibizioni personali. Si, certo, molte bands lasciano al bassista "pari dignità" rispetto agli altri strumentisti, consentendo lunghi assoli. Però io ho considerato questa malintesa "democrazia dell'esibizione" un errore. Non mi piacciono gli assoli della sezione ritmica; non mi piacciono i lunghi assoli di batteria o di basso. Il mio vecchio amico bassista Roberto Blegi, che ai tempi belli del Giamaica era il bassista di Renato Sellani al piano superiore del Giamaica, noto come "Il Ponte di Brera", soleva dire:
"...vedi, Antonio, il bravo bassista non è quello che ti fa dire "com'è bravo! com'è virtuoso! il bravo bassista è una specie di amalgama. Se c'è e conosce il suo mestiere, senti che il piatto è buono, ma non pensi agli ingredienti. Se si allontana un attimo per andare a fare pipì, ti accorgi immediatamente che il piatto è peggiorato, e a volte non capisci neanche perchè..."
Ray Brown è del '26. Non traccerò una lunga biografia, che potete trovare online in mille luoghi. Mi limiterò a sottolineare i passaggi secondo me più significativi. A vent'anni ha già suonato nei più importanti locali degli USA con la band di Russel, ma non è quello che vuole. Così un giorno prende un autobus da Miami per New York (24 ore di viaggio), dove suonano tutti, ma proprio tutti.
Leggo in una sua biografia: "...tutti i più grandi talenti musicali dell’epoca si incontrano negli innumerevoli locali di 52ma: Art Tatum, Billie Holiday, Billy Daniels, Dizzy Gillespie, Charlie Parker. Dopo appena 4 ore che si trova a New York gli viene presentato Dizzy Gillespie. La sua fama di musicista lo aveva seguito fino alla grande città e Dizzy invita il giovane contrabbassista per un breve preludio al suo concerto del giorno seguente. E Ray suona fino a ferirsi le dita per Dizzy. Viene ingaggiato. I successivi due anni suona il contrabbasso nella band di Gillespie, con Dizzy alla tromba, Charlie Parker al sassofono, Bud Powell al pianoforte, Max Roach alla batteria. Questa band di eccezionali ed innovativi musicisti creerà un nuovo genere musicale: il be-bop...". Scusate se è poco.
In questi anni Ray viaggia in tutto il mondo ed inizia a scrivere la sua propria musica. Tra gli eccezionali talenti che Ray ha occasione di conoscere c’è anche Ella Fitzgerald, che più tardi diventerà sua moglie. Nel 1948 lascia la band per fondarne con Hank Jones e Charlie Smith una propria.
In questo stesso periodo Ray scopre la “Jazz At The Philharmonic” e viene a sua volta scoperto da Norman Granz: una sera Brown va ad ascoltare nella Carnegie Hall la “Jazz At the Philharmonic”. Se ne sta sulla scala di accesso alla scena a godersi lo spettacolo. Il contrabbassista della band non era arrivato in tempo per il primo pezzo. Alcuni amici musicisti, che avevano visto Ray vicino alla scena, lo dicono a Norman Granz che lo costringe a prendere il posto vacante sul palco. Questo è il casuale inizio della collaborazione con Granz e la “Jazz At The Philharmonic”, una collaborazione lunga più di 18 anni. Durante questo periodo Ray si trova in tutte le più importanti sale da jazz d’Europa e degli Stati Uniti. Tra i molti musicisti che conosce ce ne sarà uno di particolare rilievo per la sua carriera: Oscar Peterson. I due lavorano insieme per ben 15 anni fino a che il loro trio non si scioglie.
Ray descrive così la sua esperienza di tournée con la “Jazz At The Philharmonic” e quella con il trio di Oscar Peterson: “Gli europei prendono il jazz più sul serio di noi. Vedono nella nostra musica un contributo culturale molto importante per la società e la trattano con rispetto e dignità. Essere in tournèe con la “Jazz At The Philharmonic” e Oscar Peterson, è stata una delle esperienze più importanti della mia carriera. È qui che ho avuto la possibilità di suonare insieme ad alcuni tra più significativi musicisti [...]
Le più grandi star della musica vorrebbero avere Brown al proprio fianco nelle grandi occasioni e in concerti particolari. Tra i grandi nomi che hanno suonato negli ultimi tempi con lui ci sono Natalie Cole (“Unforgettable”), André Previn, Lalo Schifrin (“Jazz Meets the Symphony”), Dee Dee Bridgewater (“Dear Ella”), Diana Krall (di cui Ray Brown è stato lo scopritore in un piccolo piano-bar canadese) e molti altri. La sua fama non si estende soltanto al campo della musica jazz, lo dimostra il fatto che lo stesso Sting ha imparato a suonare il contrabbasso nella scuola di musica fondata negli anni Sessanta dallo stesso Brown.
Due parole per l'eccezionale chitarrista che suona nel pezzo che vi proponiamo insieme a Ray Brown: si tratta di Barney Kessel, un grandissimo talento, che ha ispirato chitarristi di enorme fama, come Toots Thielemans, Jim Hall e, per stare in Italia, Franco Cerri. Kessel è uno che dalla sua chitarra trae a volte "discorsi da chitarra", altre volte da piano, altre ancora da sax alto. A lui dedicheremo, in futuro, un post apposito. Per ora godetevi questo brano:
Ray Brown & Barney Kessel – Fly me to the moon
Download ray_brown_b.Kessel - Fly Me To The Moon.mp3
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