Parlare di autoreggenti ai lettori di "lo donna", non è poi così rivoluzionario: l'argomento diventa più delicato se però le calze in questione appartengono, appunto, alla prediletta del Cavaliere. La quale, a quanto sembra, ne lascia intravedere il bordo di pizzo con malcelata disinvoltura. Come succede, per esempio, durante un'intera puntata di Porta a porta. Con tacchi a spillo e gambe accavallate quel tanto che.
All'Espresso non perdono tempo e, pochi giorni dopo, pubblicano - su un'intera pagina - una eloquente foto scattata sotto gli occhi di Vespa. È a questo punto che, allora, interviene l'inviata della Stampa, Stefania Miretti: ha l'incarico di trascorrere un'intera giornata con la signora Brambilla, e la descrizione della presidentessa comincia alle 7 del mattino, all'aeroporto di Linate. Con la Brambilla che fuma una sigaretta appoggiata a un vaso di fiori: e, anche qui, con la gonna stretta che va su, un po' troppo su. Esattamente come, racconta Gad Lerner su Vanity Fair, capitò davanti ai suoi occhi, a Milano, a un convegno. «Si mette comoda, tira su la stoffa, e per l'intera durata della convention lascia che i nostri sguardi vadano fin oltre il pizzo nero delle autoreggenti...».
Direte, va bene: ma queste chiacchiere, con la politica, non c'entrano. E invece no, forse un pó c'entrano. Perché quanto può essere nuova, moderna e sorprendente una donna che ancora sembra affidare alle autoreggenti il suo messaggio di fascino? Le autoreggenti sono vecchie, sono anni Ottanta, sono Prima Repubblica. Meglio le "parigine' allora. 0 il reggicalze. Un classico democratico.
(da "Io Donna")
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