UNIVERSITÀ / LE MANI SUGLI ATENEI - LA MAFIA DEI BARONI - Una cupola che domina i concorsi universitari. Da agraria a medicina vincono solo parenti o favoriti. In tutta Italia. Ecco i risultati choc delle inchieste delle procure sui professori.
di Davide Carlucci, Gianluca Di Feo e Giuliano Foschini - L'Espresso
Mafia. Il guaio è che non sono solo i magistrati a usare questo termine. Adesso anche i docenti più disillusi citano il modello di Cosa nostra come unico riferimento per descrivere la gestione dei concorsi nelle università italiane. Proprio nei luoghi dove si dovrebbe costruire il futuro, prospera una figura medievale capace di resistere a ogni riforma: il barone [---] l'ultima generazione di baroni per mantenere intatto il potere ha rinunciato a ogni parvenza di nobiltà accademica e si è organizzata secondo gli schemi dell'onorata società. Questo raccontano gli investigatori di tre procure che hanno radiografato l'assegnazione di decine e decine di poltrone negli atenei di tutta Italia, dalle Alpi alla Sicilia [...]
"Una volta si parlava di "baroni". Adesso i numeri (anche dei docenti) sono cresciuti. Al posto del singolo barone ci sono i clan e i loro leader, che non necessariamente sono i migliori dal punto di vista della ricerca...", scrivono sempre Giaquinta e Guerraggio, docenti di matematica che hanno appena pubblicato un saggio coraggioso intitolato "Ipotesi per l'università". E continuano: "La situazione non sembra migliorata: baroni per baroni, sistema mafioso per sistema mafioso, forse i vecchi "mandarini" sapevano maggiormente conciliare il loro interesse con quello generale [...]
Nell'inchiesta più sconvolgente, quella della Procura di Bari sulla "cupola di cardiologia", emergono numerosi indizi dell'influenza dei capitali aziendali nel mercato delle nomine. Al telefono gli indagati parlano addirittura di pagamenti di un grande imprenditore per far promuovere il suo medico di fiducia. Ci sono poi le sponsorizzazioni alle associazione specialistiche, viste spesso dagli inquirenti come alter-ego della "cupola". Discutendo della disputa per alcuni uffici chiave, il primario pisano Mario Mariani annuncia al telefono che "la Società italiana di cardiologia ha creato la Fondazione... che è la più importante d'Italia perché raccoglie tutti i fondi. E m'ha designato presidente. Allora: Collegio presidente so' io, la Fondazione il presidente so' io. Ecco io lo stermino in tre minuti, perché in Italia non si muove foglia di cardiologia che io non voglia". Mariani, arrestato nel 2004, viene indicato dal gip come il dominus delle gare di cardiologia. Per inciso: la Fondazione in questione venne creata nel 2003 per volontà, tra gli altri, di Calisto Tanzi ed Emilio Gnutti. (Toh!... ancora una volta spunta il nome del signor Gnutti, padrone della HOPA, di cui è socio il Cipria!...)
[...] Bari offerta family È come essere a un matrimonio, a una festa di famiglia: c'è il padre che ha appena messo a contratto la figlia, nella facoltà di cui è preside, senza alcun concorso (Vito e Giulio Maria Gallotta). C'è il vecchio professore di medicina (Riccardo Giorgino) che sta giudicando il cognato (Sebastio Perrini) di suo figlio Francesco. A uno stesso tavolo potrebbero sedersi otto invitati della stessa famiglia (Antonella, Fabrizio, Francesco Saverio, Giansiro, Gilberto, Lanfranco, Manuela e Stefania: tutti Massari), stesso cognome, stesso mestiere: professore universitario, facoltà di Economia. Il grande ricevimento si tiene all'Università di Bari, il luogo italiano per eccellenza dove il mondo accademico e gli affetti familiari tendono a fondersi. Nulla che sia stato dichiarato illegale. La Procura, però, vuol capire sin dove si sono spinti i sentimenti. E in un anno e mezzo ha aperto 18 inchieste. Gli otto Massari rappresentano per Bari (e probabilmente per l'Italia) un record assoluto.
Seguono a ruota a quota sei i Dell'Atti e i Girone, capitanati dall'ex rettore Giovanni. Il proliferare di figli e dunque di cattedre ha provocato non pochi problemi alle casse dell'ateneo: stretta la cinghia, lo scorso anno non è stato bandito nemmeno un concorso da professore. Nel 2005 furono più di cento. E la parentopoli barese alimenta feroci sarcasmi. A Medicina, è scritto in alcune delle denunce anonime che riempiono le scrivanie della Procura, è scoppiato il "caso Ottanta": è la somma di Antonio e Nicola Quaranta, padre e figlio. Il primo, eletto preside, ha lasciato due mesi fa al secondo (34 anni appena) la direzione della scuola di specializzazione. Era l'unico candidato [...]
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