Per non titolare, per l'ennesima volta, "Italiani brava ggente". Per far capire (impresa disperata) ai Gentilini e ai Calderoli che non tutti gli italiani sono "brava ggente", esattamente così come non tutti gli immigrati in Italia sono spacciatori e puttane. Impresa disperata, ma non dobbiamo mai smettere di provarci.
Duisburg, la strage di Ferragosto - Sei italiani vittime della faida di San Luca - Le vittime erano calabresi, un minore e gli altri tra i 20 e 39 anni. A sparare sarebbero state almeno due persone armate di fucili. Oltre 70 bossoli ritrovati sul luogo del massacro, di fronte al ristorante "Da Bruno". Uno dei sei uccisi era lo chef-proprietario, da vent'anni viveva in Germania
DUISBURG (Germania) - Una strage feroce, senza precedenti. Sei italiani sono stati uccisi a colpi di fucile davanti a un ristorante, nei dintorni della stazione della città tedesca di Duisburg. Sono sicuramente vittime della faida di San Luca, una delle più sanguinose guerre tra cosche rivali della 'ndrangheta.
Avevano appena festeggiato il diciottesimo compleanno di uno di loro, Tommaso Venturi, nel ristorante "Da Bruno", di proprietà della famiglia Strangio. Tra dieci giorni avrebbe compiuto 18 anni un'altra delle vittime, F.G., un ragazzo della famiglia Giorgi. Gli altri uccisi sono: Francesco e Marco Pergola, rispettivamente di 22 e 20 anni, Marco Marmo, di 25 anni, Sebastiano Strangio, di 39 anni.
Sono tutti nati a Locri (al cui ospedale vanno a partorire le donne di San Luca), tranne Tommaso Venturi, nato in Germania: tre di loro abitavano in Germania. Marco Marmo fino a sabato era a Reggio Calabria: proprio quel giorno era stato in questura dove gli era stato notificato un avviso orale, misura preventiva per la possibilità che l'uomo, vicino alla cosca Vottari, potesse essere coinvolto nella faida con gli Strangio-Nirta. Una delle ipotesi che gli investigatori stanno valutando è che fosse lui il principale obiettivo della strage. La ricostruzione è però complessa: ci sono membri della famiglia Strangio in entrambe le cosche rivali e c'è un ramo con quel cognome che invece è totalmente estraneo.
Sebastiano Strangio era lo chef-proprietario del ristorante, da vent'anni lavorava a Duisburg. Non è escluso che sia stato ammazzato per essersi trovato in compagnia della gente sbagliata.
I sei dovevano credere di essere al sicuro, erano disarmati. Il commando dei sicari sarebbe partito direttamente dalla Calabria e a sparare sono stati almeno in due, armati di fucili: sul posto sono stati rinvenuti settanta bossoli [...]
Duisburg è oggi una città sconvolta. Fiori e bigliettini (in uno c'è scritto: perché?) sono stati portati sul luogo della strage. All'interno del locale ci sono le foto in cui Sebastiano Strangio è ritratto insieme a personaggi dello spettacolo. Il suo era considerato uno dei ristoranti italiani migliori della Germania. Nel menu è evidente l'origine del proprietario: gamberoni alla
calabrese (22 euro e 50), filetto di orata alla calabrese (20 euro 50), involtini di carne alla calabrese (16 euro).
Increduli passanti e curiosi si fermano di continuo davanti alle vetrine del locale. Una signora tedesca, scioccata per quello che è accaduto, dice: "Nessuno poteva immaginare che un ristorante elegante e di alta qualità come 'Da Bruno' potesse essere teatro di una carneficina del genere".
ROMA - "La 'ndrangheta si conferma l'attore criminale più competitivo e quello in grado di esprimere le maggiori potenzialità eversive ed è ramificata nei Paesi centrali dell'Europa: Germania, Olanda, Francia e Belgio". E' il rapporto del Sisde, nella relazione presentata al Governo ai primi di agosto, rilanciato dall'agenzia AGI. "Il modello orizzontale - scrivono i nostri 007 - che prevede la piena autonomia delle cosche nei territori di rispettiva competenza, accresce le opportunità di penetrazione del tessuto socio-economico di riferimento, causando simultaneamente anche tensioni tra leader concorrenti nella stessa area".
Le ramificazioni all'estero. "Le aggregazioni calabresi tendono a concentrarsi dove l'emigrazione è più cospicua e radicata, così da conservare la propria forza intimidatoria per penetrare il locale tessuto economico e finanziario. Consistenti risultano le presenze in Germania, Francia, Belgio, Olanda, nei Balcani (ove vantano solidi rapporti con la criminalità locale, in particolare albanese) e nell'Est europeo, nonchè in Sud America, in ragione di consolidate relazioni con i gruppi produttori e trafficanti di cocaina".
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