Dalla rubrica delle "Lettere a Zucconi" di Repubblica
Caro
Zucconi,
parto da una precisazione: a me Mastella fa schifo e mi vergogno
che stia nello schieramento che ho votato. Però, siete proprio sicuri - lei
e i lettori che scrivono indignati - che ci sia tanto da ridire sulla faccenda
del volo per Monza? Il volo, se io non ho capito male, sarebbe avvenuto
comunque, perché a Monza ci doveva andare Rutelli per dovere d'ufficio. Che poi
vi sia salito anche Mastella, o il signor Mario Rossi e Luisa Bianchi, o io o
lei, quali danni comporta alle casse dello Stato? Se lui fosse andato a Monza
con volo di linea e a proprio carico la sua scorta avrebbe comunque dovuto
viaggiare con lui, no? Insomma, se non mi è sfuggito qualcosa, il volo è
avvenuto senza un danno economico degno di nota.Semmai, mi sembra una spesa cretina mandare
Rutelli in missione ufficiale a Monza. Ammesso che il Governo Italiano debba
premiare il vincitore, perché non mandare il locale prefetto? [...]
Stefano Palumbo
Infatti non è il costo, che pure non è una
manciata di noccioline, è la totale, deprimente dimostrazione di insensibilità
da parte di questi personaggi. C'è una bellissima espressione giapponese, per
definire questa forma di cecità e di sordità che affligge i leader politici
troppo gonfi di sè e in caduta: "Non sa leggere l'aria". Aumentarsi la paghetta
anche se di 200 Euro e svolazzare con un Airbus di stato sono prova di
analfabetismo atmosferico. Se ci si prende per sovrani che possono utilizzare i
beni pubblici come se fossero propri, o come mini-bush, poi è inutile inveire
contro l'antipolitica, che non è contro la politica, ma contro un certo modo di
vivere e fare la politica. Se l'Air Force One diventa l'Air Farce One, una farsa
all'italiana, i comici non devono fare neppure più la fatica si scriversi i
copioni e le battute.
Vittorio Zucconi
Vorrei aggiungere alla risposta di Zucconi a Palumbo qualche mia modesta considerazione. E' vero, signor Palumbo, non è scritto da nessuna parte che esista un obbligo istituzionale per il Vice Presidente del Consiglio di andare a Monza, col più grande aereo di Stato, per premiare uno che era già nel registro degli inquisiti della procura di Modena. Non si sarebbe dovuto scomodare neanche un Prefetto. Una qualsiasi velina, reperibile su piazza a Milano, sarebbe stata sufficiente.
Se proprio Rutelli avesse ritenuto atto dovuto la sua presenza a Milano, avrebbe potuto arrivarci con un Falcon, a costi enormemente inferiori. Ma sul Falcon non avrebbe potuto salire (questione di capienza) la corte di nani e ballerine che includeva Mastella, il suo figliolo, ed alcune non meglio identificate fidanzate ed amiche. Noi dell'assenza del figliolo di Mastella, e persino di Mastella stesso, ci saremmo fatti facilmente una ragione, e non saremmo caduti in crisi depressive.
Ricordo, negli epici anni del craxismo, un viaggio in Cina di Craxi e della sua corte, passato alla storia. Dunque, Craxi per il viaggio sceglie l'aereo più grande che ci sia su piazza. Porta tutti, ma proprio tutti, a cominciare dal Panseca (il mitico architetto dei congressi PSI), al Larini, alla Sandra Milo, alla Alma Agata Cappiello, a Martelli e compagna (la compagna di Martelli viene dotata di telecamerina ed inquadrata ufficialmente come operatrice ufficiale della "missione".
Quando l'allegra brigata arriva all'aeroporto di Pechino, davanti agli esterrefatti cinesi si presenta una scena incredibile: si apre la scaletta del mega-aereo, ed inizia ad uscire un numero sterminato di personaggi del cosiddetto milieu "nani e ballerine". Quando ho visto la scena nei telegiornali, mi è venuta in mente una scenetta del film "Sturmtruppen" nella quale si vede l'arrivo di un Ape Piaggio telonato: si apre il telone posteriore, ed iniziano a sbarcare centinaia di "truppen", per minuti e minuti. Tutte le leggi della fisica sulla impenetrabilità dei corpi sembravano stravolte.
Giulio Andreotti (al quale il sense of humour, specialmente sugli altri, non ha mai fatto difetto), afferrato il primo microfono che gli passava davanti, ha scolpito una frase memorabile: "...siamo venuti in Cina con Bettino e i suoi cari..."
Mi viene in mente anche Prodi che fa in treno il pendolare Roma - Reggio Emilia, e mi viene in mente Padoa Schioppa, che prende gli aerei di linea, e talvolta, se ci sono, persino gli aerei low-cost. Sarà mica per questo che è sempre in fondo alle classifiche di popolarità dei ministri?
Mi viene in mente ancora che, visto che le "classifiche di popolarità" si stilano interrogando "la ggente", quando Prodi dice, magari sbagliando momenti e toni, che "gli elettori non sono migliori degli uomini di governo che scelgono per esserne rappresentati", forse tutti i torti non li ha. Perchè (non scordiamolo mai) se i Rutelli ed i Mastella occupano le posizioni che occupano, qualcuno di noi li avrà pur votati. Non si sono eletti d soli.
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