In questi giorni mi è stato ripetuto in tutte le salse che devo buttare nel cesso (e tirare a lungo lo scarico) praticamente tutti i giornalisti di punta del gruppo Repubblica - L’Espresso. La ragione? Sono rei di essersi schierati tutti, acriticamente, a favore del PD (quasi una specie di gruppo editoriale di partito). Peccato mortale.
Mi è stato spiegato anche, ed a lungo, visto che sono uno dei pochi a non averlo capito, che questa è la ragione per la quale alcune teste ex-pensanti del gruppo (per tutti: Scalfari e Mauro), ormai sono dei venduti a D’Alema e Veltroni, ed è per questo (e non per loro autonoma e legittima analisi), che hanno ferocemente criticato il Vaffa-Day, e tutto il bailamme successivo.
Senonché, come tutti sanno, io sono poco intelligente, per nulla dietrologo, ma testardo, e testardamente attaccato al principio (al quale cerco di ancorare il mio lavoro, qualche volta persino riuscendovi) di tenere le opinioni distinte dai fatti.
Oggi mi è capitato sotto mano l’ultimo numero di MicroMega, che come tutti sanno fa parte della scuderia Repubblica - L’Espresso (si, esatto, quella ormai svenduta totalmente al PD di Fassino, D’Alema e Veltroni).
La rivista riporta le opinioni, sul Vaffa-Day, di quattro persone note. Stavo quasi per passare avanti, sicuro che avrei sentito un peana contro il Vaffa-Day; infatti il primo articolo riportato era il noto articolo, già riportato dal Tafanus, di Luttazzi. Poi però, sullo slancio, ho guardato le altre firme, ed erano tre firme di sostenitori convinti, senza se e senza ma, del Vaffa-Day: Marco Travaglio, Pancho Pardi, Paolo Flores D’Arcais. Ecco alcuni brevi incipit (chi vuole, trova i quattro interventi completi al seguente link):
http://micromega.repubblica.it/?ref=rephpsbsx
DANIELE LUTTAZZI: “…su Beppe Grillo ho tutta una serie di riserve che riguardano il cosa e il come. Spunti per una riflessione, niente di più: Grillo è ormai un tesoro nazionale come (fatevi da soli il paragone: è la "democrazia dal basso") e a caval donato non si guarda in bocca. Certo non mi auguro che finisca come Benigni, a declamare Dante in braccio a Mastella. (Il Benigni di vent'anni fa si sarebbe fatto prendere in braccio da Mastella solo per pisciargli addosso. E una volta l'ha fatto! Bei tempi.)…
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MARCO TRAVAGLIO: “…a vedere i telegiornali di regime, cioè praticamente tutti, sabato a Bologna e nelle altre piazze non è successo niente (molto spazio invece al matrimonio di Baldini, l¹amico di Fiorello). A leggere i giornali di regime (molti), il V-Day è stato il trionfo dell¹«antipolitica», del «populismo», del «giustizialismo» e del «qualunquismo». In un Paese che ha smarrito la memoria e abolito la logica, Questa inversione del vocabolario ci sta tutta: la vera politica diventa antipolitica, la partecipazione popolare diventa populismo, la sete di giustizia diventa giustizialismo, fare i nomi dei ladri anziché urlare «tutti ladri» è qualunquismo…”
PANCHO PARDI: “…Piazza Maggiore riempita a Bologna, mobilitazione di giovani dappertutto, Trecentomila firme per tre proposte di iniziativa popolare raccolte in un giorno: ecco il bilancio dell'iniziativa lanciata da Beppe Grillo. E il giorno dopo subito i tentativi di esorcismo: antipolitica, populismo, qualunquismo. Rosy Bindi corregge: non è antipolitica ma richiesta di una buona politica, sta a noi soddisfarla. Bertinotti aggiunge: se in politica si apre un vuoto qualcuno lo riempie e non serve a niente criticare chi lo fa. Fioccano i rimproveri a Grillo per il linguaggio di piazza e le sue espressioni colorite, mentre la battuta di Bossi sulla Lega che potrebbe riprendere in mano i fucili è già dimenticata: al senatore le intemperanze verbali sono perdonate prima ancora che le pronunci…”
PAOLO FLORES D’ARCAIS: “…La giaculatoria partitocratica d’ordinanza è dilagata sui media d’establishment, secondo copione: qualunquisti, populisti, perfino esaltatori dei terroristi. Questo sarebbero i partecipanti al “vaffanculo day” di Beppe Grillo. E cominciamo dall’ultima accusa, aver inneggiato alla morte di Biagi. Una menzogna che più menzogna non si può. Richiesti di uno straccio di prova, gli accusatori farfugliano di un passaggio sullo schermo di alcune frasi prese da un libro di Grillo sul precariato. Nessun attacco a Biagi, dunque, ma una critica, che più legittima non si può, alla “legge Maroni” che i media continuano invece a chiamare “legge Biagi”. L’on.Casini, che ha continuato a stracciarsi le vesti contro questo (del tutto inventato) inneggiare agli assassini di Biagi, dovrebbe perciò, se è uomo d’onore, chiedere scusa ai manifestanti del “vaffanculo day”, uno per uno. Altrimenti, con la nuova “logica Casini”, chiunque critichi le “convergenze parallele” diventa un “inneggiatore” agli assassini di Moro. E tutti quelli che hanno inveito con Indro Montanelli (perché antiberlusconiano, quindi “comunista”), diventano solidali con i brigatisti che a suo tempo lo gambizzarono…”
Ora, devo confessarlo, sono in profonda crisi d’identità: perché non so più se credere a quello che sento dire sul blog sul gruppo editoriale Repubblica/L’Espresso, o a quello che vedo coi miei occhi su MicroMega, e sono piombato nella più profonda incertezza, anticamera della depressione; e non so se e quando riuscirò a tirarmene fuori…
Tafanus
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