Il governatore di Bankitalia Mario Draghi sottolinea la necessità di far ripartire i consumi - "In Italia stipendi troppo bassi. Il reddito torni a crescere in modo stabile"
"Occorre che il reddito torni a crescere in modo stabile". E' il monito lanciato dal governatore di Bankitalia, Mario Draghi, in una lezione all'Università di Torino aggiungendo che "una ripresa della crescita del consumo è fondamentale per il benessere generale, per la crescita del prodotto, per la stessa stabilità finanziaria. Destinatari e protagonisti di questo processo sono in particolare i giovani".
I livelli retributivi dell'Italia, ha proseguito il governatore, "sono piu bassi che negli altri principali paesi dell'Unione europea". "Le differenze salariali rispetto agli altri paesi - ha aggiunto - sono appena più contenute per i giovani, si ampliano per le classi centrali di età e tendono ad annullarsi per i lavoratori più anziani. Il differenziale è minore nelle occupazioni manuali e meno qualificate".
Parlando dei giovani, Draghi ha toccato anche il tema della precarietà. "La politica economica - ha osservato - avrà successo se aiuterà i giovani a scoprire nella flessibilità la creatività, nell'incertezza l'imprenditorialità". "Nel confronto europeo - ha sottolineato - l'Italia è il paese con la quota più alta di giovani che convivono con i genitori e con la quota più bassa di nuclei familiari con capofamiglia al di sotto dei 30 anni" [...]
(26 ottobre 2007)
...caspita! certo che ci voleva il Governatore Draghi (stipendio, credo intorno ai due miliardi "del vecchio conio" più "fringe benefits"), per dirci queste cose... E dire che noi le andiamo dicendo (gratis, per carità...) da circa tre anni, e cioè da quando è esploso il precariato, e la norma è diventata quella del lavorare poco, malpagati, e possibilmente in un clima di totale incertezza...
... è da tre anni che diciamo (gratis) che i consumi e il PIL si rilanciano accrescendo il potere d'acquisto delle classi sociali numericamente più importanti (pensionati, lavoratori a basso reddito), ed aumentando l'affidabilità creditizia di queste classi, grazie alla drastica riduzione del precariato...
...sentite, poi, con quale raffinatezza Draghi riesce a dire ai giovani "se siete precari, vedete un pò come fottervi ed arrangiarvi":
"La politica economica avrà successo se aiuterà i giovani a scoprire nella flessibilità la creatività, nell'incertezza l'imprenditorialità"
Vorrei provare a tradurre: "scoprire nella flessibilità la creatività": a Napoli avevo un amico, ultra super precario flessibile, che vedevo uscire tutte le mattine intorno alle 8; ogni tanto gli chiedevo (sapendo che non aveva un lavoro): "Lello, dove vai"? La risposta, immutabile, era: "...vaco 'a veré comme m'aggiu 'a 'nventà a iurnata" ("Vado a vedere come "inventarmi" la giornata"). Il mio amico Lello era così felice, della sua creatività... Ha finito, a furia di accrescere i propri livelli di creatività obbligata, ad infilarsi nel tunnel dell'entra ed esci da Poggioreale, per una serie di microtruffe da necessità di sopravvivenza.
L'altra cosa fantastica che Draghi invita i giovani disgraziati ad apprezzare, è "nell'incertezza, l'imprenditorialità". Come è noto ai più, l'Italia è come il Giappone: tu entri in banca, illustri la tua creativa idea imprenditoriale, e senza offrire una sola garanzia reale, ottieni dalla banca in dieci giorni i finanziamenti necessari a portare avanti la tua "idea imprenditoriale". Così. Sull'unghia e sulla fiducia. Se per caso foste uno dei pochi aspiranti imprenditori la cui idea non dovesse essere finanziata, potrete sempre cercare di acquistare a strozzo un Ape Piaggio usato, e andare a raccogliere i cartoni vuoti davanti ai supermercati. Oppure dedicarvi alla tentata vendita, porta a porta, di mozzarelle di bufala o di alici marinate prodotte in casa.
Per chiudere, un'altra perla: l'ultima. I confronti fra dati italiani ed europei sono fatti su dati del 2001 (duemilauno). Cazzo! Sono passati sei anni! Marisa, che ha avuto la fortuna di conoscere (era amico intimo di sua sorella) Vincenzo Desario, Direttore Generale della Banca d'Italia dal 1994 al 2006, mi diceva che c'era una cosa di cui Desario era orgoglioso in massimo grado: l'Ufficio Studi di Bankitalia, fortemente voluto ed implementato da Ciampi, e fornito di modelli econometrici invidiati in tutto il mondo occidentale. Ora dopo la cura Fazio ed un paio d'anni di gestione Draghi, siamo già alla frutta: a fare politica economica su dati del 2001.
Ma vaffa....
SOCIAL
Follow @Tafanus