WSJ: Intorno al 1999-2000, quando Linux divenne largamente conosciuto, ci furono molte predizioni entusiastiche sul fatto che, siccome Linux stava conquistando il mercato server, avrebbe presto conquistato anche il mercato desktop. Non sembra che questo sia accaduto, considerazioni in merito?
Torvalds: Beh, sospetto che il desktop di Linux non sia così visibile dall’esterno, ma ragazzi, ci sono state molte innovazioni negli ultimi sette o otto anni, fino al punto che oggi si può acquistare un computer Linux desktop (non soltanto server) da diversi categorie di produttori.Quindi, può darsi che il mercato desktop non sia stato esattamente “conquistato”, ma ha ottenuto una grande quantità di attenzione in fase di sviluppo. Come utente desktop, devo dire che sono molto contento dello sviluppo tecnico (in opposizione, forse, all’attuale penetrazione del mercato) negli ultimi anni.
Lascerei molte delle preoccupazioni relative alle quote di mercato alle persone che sono maggiormente interessate a questi aspetti. Io sono un tecnico, quindi tendo a credere nel motto: “se costruiamo qualcosa, a qualcuno interesserà”, anche se l’inerzia del mercato potrebbe rendere questo percorso un lungo viaggio da intraprendere.
WSJ: Spesso parli di come la comunità Linux ami la scelta, e di come, né tu né nessun altro, vogliate imporre alla comunità, così hai detto, la scelta di un interfaccia utente rispetto ad un’altra. Ma la grande maggioranza di utenti non tecnici vogliono che sia fatta una scelta su questo; vogliono semplicemente qualcuno che risolva i loro problemi in modo semplice. Pensi che l’enfasi della libertà di scelta, di cui si sente molto parlare all’interno della comunità dei tecnici, “scali”, come dicono loro, a favore degli utenti in generale?
Torvalds: Hey, io penso che la scelta aggiunga sempre complessità e finisca sempre per diventare qualcosa che confonde le persone, e che possa far apparire le cose disordinate e non pianificate.
Quindi, in questo senso, la scelta è una cosa orribilmente brutta, no?
No, io penso che la scelta sia un fattore essenziale. Essa potrebbe ostacolare un’adozione veloce, e si, causerà uno spreco di risorse, ma alla fine, la sceltà è anche quella cosa che mantiene le persone oneste, che lascia aperte varie opzioni, significa che non cadrai mai in una trappola del tipo: “questo è il modo in cui le cose devono essere fatte — adattati”.
Non penso che l’analogia con la politica sia necessariamente una buona analogia, ma ci dice almeno una cosa rispetto a quest’argomento: in politica noi vogliamo assolutamente scegliere, e vogliamo un pubblico dibattito su queste scelte, anche se tutto questo, visto dall’esterno, potrebbe sembrare caotico e addirittura poco amichevole. In assoluto la cosa peggiore che potrebbe accadere è che non abbiate affatto nessuna scelta, oppure che abbiate alcune scelte già precotte e decise per voi - e che possiate scegliere soltanto tra questa serie di opzioni già impostate da altri.
Ed il punto è questo, sia in ambito politico che tecnologico, può essere che nel breve termine, si, questa libertà di scelta ci faccia rallentare. Quindi il modello più efficente, agli occhi di molti, tende ad essere quello che fa tutto al posto nostro senza tanta inutile confusione.
Ebbene, questo modello per lo meno è efficente in quello che fa, ma solo fino a quando non viene danneggiato dal suo stesso senso di inevitabilità o dalla corruzione.
Per esempio, io penso che Microsoft attualmente ponga attenzione nell’aiutare il consumatore. Io non credo che essi facciano meravigliosa tecnologia, ma penso che cerchino davvero di servire i loro consumatori. Ma guarda ai loro Digital Rights Management, ed al loro “Genuine Windows Advantage” — loro non stanno cercando più di servire i loro clienti con i loro prodotti, stanno aggiungendo funzionalità che sono attivamente dannose per gli utenti, perché probabilmente si sentono nella posizione di non dover competere più con nessun altro.
In altre parole, la “scelta” potrebbe creare confusione, ma è la scelta che tiene vivo il mercato.
Senza scelta non ci sarebbe un vero mercato..
Non intepretare male le mie parole: qui parlo di “mercato” come un inferno molto ben peggiore di “Wall Street”, anche se tu lavori con un giornale che prende nome da questo. Io sto parlando del modo in cui la tecnologia, o qualsiasi altra cosa di cui ci importi, evolve. Qua fuori è una giungla, ed è meglio sperare di avere sempre una scelta, oppure le cose prenderanno una brutta piega.
Quindi credo che si abbia bisogno di scelta e di una reale competizione. E con “reale competizione” non intendo solo quella esterna; Credo, infatti, che la competizione all’interno di un progetto sia spesso molto più importante rispetto alla competizione esterna, ed è spesso trascurato. Si vuole che la competizione interna sia produttiva, certamente, ma è qui che in larga parte la scelta della licenza interviene assicurandosi che le persone non possano “scavalcare il muro” di questa competizone interna!
WSJ: Google utilizza molto Linux, e loro hanno un borsellino molto profondo in questo periodo. Pensi che in qualche modo questo modifichi il panorama competitivo, per esempio, con qualche mossa per cercare di risolvere alcuni dei problemi dei desktop con cui altri non hanno avuto molta fortuna?
Torvalds: Non sono sicuro che Google senta la necessità di stilare un’agenda per il “desktop”, il grosso dell’uso che fanno di Linux è sul lato server. Detto questo, ovviamente hanno grossi incentivi nell’assicurarsi che il loro lato client sia il più neutrale possibile e che non sia incrinato da un concorrente fino al punto da incanalare i clienti lontano da loro.
Quindi io penso che Google abbia interesse a mantenere un mercato aperto per i suoi clienti, che sono per la maggior parte nel settore desktop, ma non è il loro obiettivo primario con Linux. hanno finito per essere coinvolti nello sviluppo del kernel di Linux, e si, ovviamente hanno anche reso il loro “Google desktop” disponibile per Linux, ma non credo che saranno necessariamente in prima linea nel settore destop. Le loro preoccupazioni più immediate su Linux probabilmente tenderanno ad essere sulle loro server farm.
Tuttavia, sul lato client, io credo che una delle cose che vogliono fare è espandersi in questo mercato e, se ci riescono, anche mantenere un certo bilanciamento, cosa che a loro suona piuttosto semplice. Quindi, le costanti chiacchiere circa “Google phone”, ed i loro movimenti per spostare il loro client verso i cellulari suona a me più verosimile.
Ma io non ho alcuna conoscenza dall’interno, per cui prendete queste mie osservazioni per quello che sono — solo speculazioni personali rispetto a ciò che preoccupa Google sul lato client.
In generale, per come la vedo io, non prevedo che qualche società possa avere questa grande influenza. Il vero vantaggio di Linux (e dell’open source in generale) tende davvero ad essere nel fatto che ci sono molte differenti aziende, ed individui — è pur sempre vero che, molto spesso si tratta di singoli individui produttivi — che possono fare una grande differenza in aree specifiche! Ed ognuna di queste entità ha le sue ragioni e specifici obiettivi per cui lavorare con Linux, e migliora qualche piccolo, e forse insignificante, aspetto.
Il bello è che il diavolo è nei dettagli, e tu hai a disposizione tante differenti aziende e persone, tutte impegnate nel risolvere “piccoli, e forse insignificanti, dettagli”, si finirà così per avere grandi e significativi cambiamenti che, se presi singolarmente, potrebbero non sembrare così importanti.
Per dirla in parole povere: Penso che Google stia aiutando, ma non spero e non mi aspetto da loro alcuna silver bullet (soluzione definitiva). Non è così che vanno le cose.
WSJ: [Microsoft Windows] Vista non ha esattamente causato una tempesta mondiale. Credi che questo fatto possa trasformarsi in uno spiraglio per Linux?
Torvalds: Credo che Vista stia facendo abbastanza bene — io penso che i suoi problemi siano più i segni indicativi di un mercato maturo, che altro. Il mercato desktop è caratterizzato da un’enorme inerzia, e mentre gli aggiornamenti fatti da Microsoft ovviamente finiscono per trarre vantaggio da questa inerzia, io penso che dall’altra parte Microsoft si stia accorgendo che quest’inerzia può ritorcersi anche a suo sfavore.
Non credo che Vista “fallirà”o qualcosa del genere. Ma se fossi Microsoft io concluderei che l’intera mentalità del “ridisegnamo tutto quanto” semplicemente non funzioni in un mercato maturo. Noi potremmo non essere più qui quel giorno, ma l’intero settore dei sistemi operativi si sta trasformando inesorabilmente in un bene [commodity], non in una cosa luccicante e colorata con cui attirare clienti [bells and whistles].
Si, penso che ci sia uno spiraglio per Linux, anche se non il tipo di spiraglio di cui parli tu: non penso che Vista in sé per sé preoccupi molto, ma credo che la maturità e le tendenze del mercato e le cose che Linux fa così bene finiranno per interessare sempre di più il mercato stesso.
L’intera idea intorno all’open source è che sia davvero un “diesel lento e costante che fa il suo lavoro”: potremmo non essere appariscenti, e potrebbero esserci molti sviluppatori che vivono ancora a casa dei genitori, ma c’è un’incredibile vastità di risorse, e l’intero modello è progettato per essere costruito su una base stabile e per essere migliorato in modo inesorabile.
(Per inciso: La cosa divertente è vedere quante persone credono che l’open source come il modello più veloce. Non è affatto così, Linux non è certo nato in una notte, ma anche quando lo sviluppo è veloce, lo è non a causa del singolo impegno individuale, ma perché ci sono tonnellate di piccoli miglioramenti che provengono da una larghissima base. Ecco perché l’open source è “lento e costante”, ma può essere ovunque in un modo in cui “l’approccio” diretto non potrà mai essere!)
WSJ: Ti importa ancora della penetrazione sui desktop? Se no, cosa ne pensi di chi ritiene che i numeri assoluti della presenza di Windows nel settore desktop siano il volano del loro successo. così come lo è stato nei server, e che, senza una base installata molto grande, anche il miglior sistema operativo è destinato ad essere un prodotto di nicchia?
Torvalds: Io mi preoccupo della penetrazione nel mercato desktop, ma non per quelle che sono le “tradizionali” ragioni commerciali.
Se sei un’azienda, ti preoccupi seriamente della penetrazione nel settore desktop, perché è così lucrativo proprio grazie ai numeri. (E grazie all’effetto a catena che porta con se!). Ma questi aspetti non interessano minimamente a me.
Mi preoccupa la penetrazione del mercato per altre ragioni, anche se si tratta di ragioni che tendono ad essere forse un po’ indirette e secondarie.
Una delle grandi ragioni per cui mi interessano i numeri del mercato è che, mentre mi piace fare tecnologia fine a se stessa, io sento anche che la tecnologia non è una cosa fine a se stessa. Dal mio punto di vista la tecnologia è buona soltanto quando è effettivamente utile.
Quindi mi piace lavorare su Linux per i problemi tecnici e questioni tecniche, ma allo stesso tempo il modo per misurare la qualità di queste soluzioni tecniche è valutare quanto bene funzionano per le persone, ed in particolare per quante persone differenti funzionano bene!
Il risultato è che, io attualmente mi preoccupo di ottenere un largo consenso dal mercato perché ritengo che le nicchie di mercato siano un segno di cattiva tecnologia. Quindi io penso che sia una gran cosa che Linux non sia soltanto su supercomputer e server, ma anche su cellulari, macchine da gioco e svariati apparati embedded. Ed in molti modi il mercato desktop potrebbe suonare come “uno dei tanti mercati”, ma nel reale significato del termine è il mercato più vario, ed anche il più vasto, quindi cercare di fare bene, a livello tecnico, in questo mercato è davvero importante [per me].
L’altra ragione per cui mi interessa, in particolare, la penetrazione sul settore desktop è nel fatto che molti sviluppatori arrivano da lì. Le persone che hanno iniziato come utenti, e che sono interessate alla tecnologia, hanno finito per essere coinvolte. Questo accade molto più spesso nell’area desktop che non in altri mercati.
Infine, c’è la questione relativa alla documentazione hardware. Abbiamo avuto problemi con i produttori hardware che non ci davano abbastanza informazioni per consentirci di scrivere driver per le loro periferiche. Questo significa che, mentre io potrei non interessarmi della penetrazione del mercato, i produttori di hardware certamente si. Quindi, se il mercato è più grande, è più probabile che i produttori di hardware ci facciano sapere come funzionano le loro periferiche!
Quest’ultimo punto non dovrebbe essere affatto un punto, ma certamente sembra interessare i produttori di hardware.
Per gentile concessione di Doxaliber
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