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07/10/07

Migrazioni: la memoria corta degli italiani

Per non dimenticare. Questo post è dedicato a tutti i "non sono razzista però" che affiorano a valanga. I dati sono tratti in prevalenza da un libro di Gian Antonio Stella ("L'orda: quando gli albanesi eravamo noi"). Il libro mi è stato segnalato da Claudio, che ringrazio. Pur essendo Stella un giornalista stimatissimo, soprattutto dopo aver scritto "La Casta", questo libro precedente è stato di scarso successo. Perchè? Forse perchè La Casta è in grado di giustificare (anche se non era questo l'obiettivo) l'invettiva generalizzata, mentre "L'Orda" ci ricorda impietosamente "come eravamo", e come in generale vorremmo che non ci fosse ricordato di essere stati.

                      "...volevamo braccia, sono arrivati uomini..." (Max Frisch)

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Caseveneto_4 Nel 1961 c'era già il "miracolo italiano", però nel ricco Veneto dei Gentilini alcuni stentavano a vederlo, il miracolo, persino da lontano. Ecco com'erano le case venete nel 1961

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Analfabeti_3 Negli anni del miracolo, un italiano su 12 era totalmente analfabeta

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Esport_analf_ital L'Italia non ha esportato solo Enrico Fermi e Meucci: ha esportato principalmente masse di analfabeti.

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Emigrazione_regioni Non è vero che i maggiori serbatoi di emigrazione siano state le regioni meridinali. I dati, separati dalle opinioni, raccontano un'altra storia. Friuli, Veneto e Lombardia hanno fornito più carne da emigrazione che Sicilia, Calabria e Campania.

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Criminali_itausa Non è vero che abbiamo esportato solo piastrellisti, pizzaioli e contadini: abbiamo esportato fior di delinquenti, in quantità industriali. Questo è il numero di carcerati negli USA, solo per reati gravi, nel 1908.

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Schio_famigliaSchio: prima del boom, la fame. Rara foto di una famiglia patriarcale contadina di Schio conservata alla Biblioteca Scledense. Da quelle campagne vicentine oggi operose e opulente partirono a decine di migliaia, andando incontro spesso a tragedie come quella raccontata in una lettera, raccolta da Emilio Franzina nel libro "Merica! Merica!", da Bortolo Rosolen: "Il viaggio è stato molto pesante tanto che per mio consiglio non incontrerebbe tali tribolazioni neppure il mio cane che ho lasciato in Italia. (...) Piangendo li descriverò che dopo pochi giorni si ammalò tutti i miei figli e anche le donne. Noi che abbiamo condotto 11 figli nell'America ora siamo rimasti con 5, e gli altri li abbiamo perduti. Lascio a lei considerare quale e quanta fu la nostra disperazione che se avessi avuto il potere non sarei fermato in America neppure un'ora".

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Italiacason Veneto 1930: tracce di medioevo: nella foto dell'archivio del "Gazzettino", marito e moglie davanti al loro "casòn", l'abitazione tradizionale delle campagne venete. Siamo già nel 1930, il treno è stato inventato da 105 anni, il telegrafo da 79, il telefono da 74, il fax da 65, la metropolitana elettrica di Londra da 40, il cinema da 35, l'automobile Mercedes da 30, l'aereo da 27, la radio da 24. Eppure dal nostro paese partono altre 280 mila persone in un anno nonostante il freno del fascismo e nelle terre che diventeranno pochi decenni dopo la "locomotiva d'Italia" c'è chi vive ancora come nel medioevo. Poco è cambiato da quel 1877 in cui il municipio di Padova stimava che su 3187 case coloniche del circondario poco meno di un terzo erano casoni. Cioè: "Gabbie di legname a quattro pareti piane, collocate sopra muriccioli a secco, rifoderati da canne di sorgo turco, dentro e fuori spalmate di creta: superiormente un'intelaiatura di legno a forma di piramide, colle facce esterne intessute e coperte di strame o di paglia, un uscio che permetta l'entrata della gente e dentro l'angusto ambiente un focolare, cui sovrasta una qualsiasi via d'uscita per il fumo, una o due finestrelle, difese da impannate od anco da vetrate; pavimento la nuda terra".

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Italiascuola Scuole da terzo mondo - Nella foto di Tino Petrelli, una classe delle elementari di Africo (Reggio Calabria) nel 1948. Dicono i censimenti che nel 1951, tra gli abitanti con più di sei anni, erano ancora analfabeti 5.456.005 italiani, pari al 12,9% della popolazione. Una percentuale spaventosa (che saliva al 24% in una regione del Sud non particolarmente arretrata come la Puglia) e che sarebbe scesa molto lentamente all'8,3% nel 1961.

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TrogloditiI trogloditi di Mergellina - Nella foto scattata negli anni Sessanta, l'interno di una grotta abitata da alcune famiglie povere a Mergellina. Poco o niente era cambiato dal quel 1951 in cui il sindaco Achille Lauro aveva spiegato: "secondo calcoli molto attendibili e semmai errati in difetto a Napoli si alzano ogni mattina 80.000 persone che non sanno se e in che modo potranno sfamarsi nella giornata". Il reddito italiano pro capite era allora di 235 dollari l'anno, contro i 1.453 degli Stati Uniti. Il meridione poi era così povero che il suo reddito medio (130 dollari) era inferiore a quello della Jugoslavia titina, che secondo la commissione parlamentare d'inchiesta del 1951 arrivava allora a 146.

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Vucumpr Venditori di cianfrusaglie - Il banchetto carico di cianfrusaglie di due ambulanti italiani in Francia agli inizi del Novecento. Una foto che somiglia a troppe immagini di cinesi, arabi e africani scattate in questi ultimi anni e fa giustizia da sola di chi dice, come lo scrittore Rino Cammilleri, che "noi non siamo mai stati vu cumpra'".

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Emigranti In navigazione verso l'odio - Nella foto Farabola, emigranti a bordo del "Principe di Udine" nel 1926. Alcuni avrebbero fatto fortuna, molti no. Tutti sarebbero stati accolti, in Australia come negli Usa, da forti ostilità. Un giornale di Melbourne del 1925 dedicato agli italiani, in gran parte veneti e piemontesi, titolava: "L'invasione delle pelli-oliva"

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AlloggioUna stanza per dormire, lavorare, cucinare - Nella foto di Jacob Riis scattata a Bayard Street nel 1888, un gruppo di italiani ammucchiati in una sola stanza in un condominio di Bayard Street. Scriveva lo stesso Riis nel libro "Così vive l'altra metà": "i rapporti di polizia che parlano di uomini e di donne che si uccidono cadendo dai tetti e dai davanzali delle finestre mentre dormono, annunciano che si avvicina l'epoca delle grandi sofferenze per la povera gente. È nel periodo caldo, quando la vita in casa diventa insopportabile per dover cucinare, dormire e lavorare tutti stipati in una piccola stanza, che gli edifici scoppiano, intolleranti di qualsiasi costrizione. Allora una vita strana e pittoresca si trasferisce sui tetti piatti. [...] Nelle soffocanti notti di luglio, quando quei casermoni sono come forni accesi, e i loro muri emanano il caldo assorbito di giorno, gli uomini e le donne si sdraiano in file irrequiete, ansanti, alla ricerca di un po' di sonno, d'un po' d'aria. Allora ogni camion per la strada, ogni scala di sicurezza stipata, diventa una camera da letto, preferibile a qualsiasi altro luogo all'interno della casa. [...] La vita nei caseggiati, in luglio e agosto, vuol dire la morte per un esercito di bambini piccoli che tutta la scienza dei medici è impotente a salvare".

Noi oggi siamo capaci di indignarci quando veniamo le condizioni nelle quali vivono certi immigrati. Ci indignamo con loro, come se vivere in un porcile fosse una loro scelta. Raramente ci indignamo con noi stessi, che in queste condizioni li facciamo vivere. Ah... la memoria corta...

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Fenicotteri"Fenicotteri" sfracellati al confine - Nella fotografia Judlin-Dalmas ripresa dal settimanale "Settimo giorno" del gennaio 1962, il salto della morte alle spalle di Ventimiglia dove la notte di capodanno del 1962 si era sfracellato Mario Trambusti, un giovane fiorentino che cercava di entrare clandestinamente in Francia. Era l'87° italiano morto esattamente in quel punto. E quel 1962 era l'anno in cui Dino Risi girava il film simbolo dell'Italia che si arricchiva: "Il sorpasso"

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Orfani_di_frontiera Gli "orfani" della frontiera - Nella foto di "Tempo illustrato" n. 7 del 1971, alcuni figli di emigranti alla "casa del fanciullo" di Domodossola. Un orfanatrofio. Ma di 120 ospiti una novantina erano "orfani di frontiera" i cui genitori lavoravano in Svizzera ma avevano per legge il divieto di portare con loro la famiglia.

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Emigranti_fila Sui sentieri dell'esodo illegale - Nella foto di Jack Le Cuziat, pubblicata dall'"Europeo" il 5-3-1963, una lunga fila di italiani che passano clandestinamente il confine con la Francia. I sentieri alpini erano battuti da secoli. Il 9-2-1958, sul "Giorno", il grande Tommaso Besozzi aveva scritto che ("anche se il lettore stenterà a crederlo"), erano stati almeno diecimila dalla sola Calabria a varcare clandestinamente il confine nella seconda metà degli anni Cinquanta "con una lunga marcia sui nevai della Vasubie". Per entrare in Francia bastava allora la carta d'identità ma "non potevano credere che gli uomini potessero andare da un paese all'altro con così poche formalità".

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Bordello1 La tratta delle bianche - La "tratta delle bianche" non è il titolo di un romanzo d'appendice. Il commercio internazionale di donne da avviare alla prostituzione nelle Americhe, in giro per l'Europa e perfino in Africa era a cavallo tra Ottocento e Novecento assai florido e vedeva gli italiani tra i protagonisti. Il fenomeno era così preoccupante che a Parigi nel 1902 fu organizzata addirittura una Conferenza cui l'Italia inviò come suo delegato Raniero Paulucci de Calboli. Il quale in un saggio sulla Nuova Antologia si scagliò furente, per esempio, contro certi loschi "uffici d'emigrazione" che facevano "tratta regolare di ragazze per l'Egitto" dove il console italiano aveva denunciato "il numero sempre crescente di uomini e donne italiane che vivevano con la prostituzione" e riferito che "alcuni speculatori appartenenti alla numerosa classe dei lenoni e degli sfruttatori di donne", approfittando del disastroso terremoto del 1894 in Calabria "e della conseguente miseria di quei luoghi", si disponevano "a indurre giovani donne e fanciulle calabresi a emigrare in Egitto colla speranza di essere collocate a servizio, ma in realtà per essere gettate nella malavita".

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Anastasia Mafia's Brothers, con fratello prete - Nella foto i fratelli Anastasia, una delle tante famiglie mafiose italo-americane: da sinistra seduti Antonio (Tony), Giuseppe (Joe), don Salvatore, Umberto (Albert). In piedi Gerardo (a destra) e il nipote Antonio. Tony era il capo del potente sindacato dei portuali, Albert (destinato a morire falciato da una raffica di mitra mentre era dal barbiere) il creatore dell'Anonima Assassini. Don Salvatore, arrivato a New York dalla Calabria per raggiungere i fratelli dopo essersi fatto prete, giurò fino all'ultimo che non sapeva assolutamente nulla delle loro attività criminali: . "La tragedia della mia vita cominciò con un giornale deposto da una vecchia signora sui banchi della chiesa della Cromwell Avenue." Era il Natale del 1950 e scoprì su quel quotidiano che la Commissione sul Crimine avrebbe interrogato "il ras della malavita newyorkese" Albert Anastasia: "Vidi nero, mi coprii di freddo e di sudore, un fiotto di sangue mi uscì dal naso; ho ripreso conoscenza il giorno dopo, mi tennero per ventiquattr'ore sotto la tenda a ossigeno".

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ArandoraArandora Star: la strage ignorata - Nella foto, l'Arandora Star, un transatlantico da crociera sequestrato dalle autorità inglesi all'inizio del secondo conflitto mondiale. Fu qui che, dopo la dichiarazione di guerra da parte di Benito Mussolini, vennero caricati, con l'accusa di essere spie in servizio o potenziali, oltre 700 immigrati italiani in Inghilterra. Una retata vergognosa: moltissimi erano indifferenti alla politica, molti vivevano in Inghilterra da quarant'anni e avevano figli nell'esercito britannico, altri ancora erano addirittura antifascisti da anni in esilio o ebrei fuggiti dall'Italia dopo le leggi razziali del 1938. La nave, sulla quale erano stati concentrati anche 500 prigionieri tedeschi (tra i quali diversi antinazisti ed ebrei che avevano cercato rifugio oltre Manica) fu intercettata da un sottomarino tedesco il 2 luglio 1940, silurata e affondata. Gli italiani che sparirono tra i flutti, urlando disperati nel tentativo di superare le barriere di filo spinato stese sul ponte, furono 446. Ma sui giornali dell'epoca non uscì una riga. Il primo libro italiano sul tema, di Maria Serena Balestracci, è uscito nel 2002: 62 anni dopo l'ecatombe.

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Linciaggio_neworleans New Orleans, eccidio in carcere - Una immagine del linciaggio di 11 italiani a New Orleans tratta dalla rivista Illustreted American del 4 aprile 1891 e ripubblicata da Richard Gambino nel libro "Vendetta" edito da Sperling & Kupfer nel 1975. Racconta Gambino che le mamme con i bambini in braccio si chinavano sui cadaveri per inzuppare i fazzoletti nel sangue come souvenir.

Commenti

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C'e' un vecchio proverbio delle mie parti che fa cosi':
Dimmi chi sono e non mi dir chi ero.

Grazie Antonio, questo post è eccezionale. Da notare come oggi, negli USA, i "wops" (termine derogatorio per indicare italo-americani) siano razzisti nei confronti dei "wetbacks" (termine dispregiativo per indicare immigrati messicani). Il problema è che i razzisti sono impermeabili ad ogni ragionamento, e Grillo, con i suoi deliri, non fa che accendere la miccia di una xenofobia che ha da tempo superato i livelli di guardia. Mala tempora currunt!

Gran bel post. Grazie.
Per la parte veneta, confermo quanto pubblicato. Ho una età sufficiente per ricordare e riportare i ricordi dei miei genitori e nonni.

Stratos - Vicenza

Vincenzo & Stratos, grazie, ma il merito principale va a Claudio, che mi ha segnalato il libro. Io ho solo fatto una selezione, ed elaborato dei testi e dei concetti.

Claudio, grazie anche a te!

Taf,la bellezza di questo post dovrebbe far riflettere tutte le persone che hanno l'opportunità di leggere il tuo resoconto.
Ritengo che anche tra noi tafani ed amici di sinistra,molti argomenti sono dati per scontati................riflettiamo tutti,tanto bossi e compagnia bella se ne sbattono i santissimi................................
Silvano

Caro Stratos, sono di Vicenza anch'io e confermo tutto. La povertà del Veneto sino agli anni '60 era inimmaginabile. Eravamo considerati il "Sud del Nord" e una quantità di persone è emigrata. A sentire certi razzisti del luogo pare di sognare. E la cosa sconfortante è che spesso è gente che la povertà e l'emigrazione l'ha toccata con mano...

Antonio, senza esagerare, sei mitico! Grazie per il post interessantissimo
Giusi

Juicy, senza esagerare... per non scatenare la gelosia del tuo uomo: un bacione grande.

TAF,
sei grande. Con questo post hai superato perfino te stesso.

E' grande Claudio, che mi ha segnalato il libro...

Grazie Claudio, grazie Taf,
bisognerebbe inviare questo post a Bossi e a tutto il suo "esercito di liberazione" che sempre più emana "fetore" e "ingnoranza". Glielo invierei prima di ogni altro a Gentilini, il leghista sceriffo doc e, se potessi, glieli farei imparare a memoria questi dati e questi numeri; poi glieli farei ripetere in piazza di fronte a tutti quelli che votano per la lega. Nel partito di Bossi non possono esserci persone perbene. Quelli perbene sono già scappati appena hanno capito. Quelli rimasti per me sono fascisti anche se continuano a negarlo!

Rita, perchè no? mandargli l'articolo intero è difficile, perchè è un file pesante. Però il link glielo possiamo mandare:

http://iltafano.typepad.com/il_tafano/2007/10/migrazioni-la-m.html

Quoto Vincenzo(Chimico) che,mi pare di capire lavora in USA, e qundi puo'
guardare alle nostre vicende con un certo distacco:
"Il problema è che i razzisti sono impermeabili ad ogni ragionamento, e Grillo, con i suoi deliri, non fa che accendere la miccia di una xenofobia che ha da tempo superato i livelli di guardia. Mala tempora currunt!"

Taf, lo faccio, eccome se lo faccio!
Grazie del suggerimento!

Da Veneto non posso che confermare. MA che centra con quello che ha scritto Grillo? Non è forse un nostro diritto pretendere che lo stato regolarizzi l'immigrazione per limitare il degrado sociale? CErto, bisogna risolvere il problema alla radice, ma intanto che si fà, li facciamo entrare tutti? Siete mai stati in Romania? Li i Rom vivono nei modi + disparati, ne ho visti di ricchi, ne ho visti che vivevano vendendo poveri manufatti artigianali, ho visto soprattutto un sacco di bambine di 10-12 ani che si prostituivano ai confini delle città. Ma qua cosa vengono a fare? Fanno fatica a trovare lavoro, e soprattutto il lavoro come lo intendiamo noi è spesso estraneo alla loro cultura. Li manteniamo tutti? Sembra che il problema dell'immigrazione per certa gente esista solo quando si tratta di tirare in ballo il razismo o la xenofobia; nessuno ha mai proposto soluzioni che non siano utopistiche

Daniel,
di soluzioni utopiche non ne esistono, tranne una. Te la svelo a seguito de una piccola premessa: chi nuota nella marmellata attira le mosche che ne vorrebbero assaporare qualche goccia. La soluzione: prova a metterti nei loro panni, ogni tanto, e prova a raccontarmi cosa faresti.

Scusa tanto, ma questa non è una soluzione al problema, semmai il solito buonismo che non porta da nessuna parte. Mi piacerebbe molto rispondere alla tua domanda ma mi è impossibile, provo però a ipotizzare: visto che non tutti gli immigrati sono uguali (ed è per questo che io parlo regolamentare l'immigrazione, non vietarla) se fossi un rumeno volenteroso con famiglia lavorerei come un mulo (magari facendomi sfruttare) per mettere via i soldi, farmi una casa in romania e far studiare i figli; se fossi un giovane rumeno cresciuto invidiando i ragazzi ricchi europei lavorerei come un mulo e invece della casa mi comprerei un Mercedes (ne conosco un sacco che fanno così); se fossi uno che ha poca voglia di lavorare e con pochi scrupoli mi metterei a fare i soldi facili con l'inlegalità; se fossi un ROM verrei qui a bivaccare e a vivere di elemosina e piccoli furti, parassitando una società più ricca. Fortunatamente però non appartengo a nessuna di queste categorie, e da cittadino italiano che paga le tasse pretendo di andare in tram senza farmi scippare, gradirei fare joggin lungo i fiumi senza imbattermi in cumuli di spazzatura lasciati lì, e vorrei poter andare nei pub alla sera senza essere coinvolto in una sparatoria tra papponi (mi è successo 6 mesi fà a Padova quartiere Arcella).
Quindi smettiamola con le generalizzazioni; il fatto che in italia si sia immigrato più o meno illegalmente per decenni (portando a volte gravi disagi alle popolazioni ospitanti) non vuol dire che qui dobbiamo far entrare cani e porci. Prima ci prepariamo ad accoglierli e POI li accogliamo, selezionandoli per il nostro e per il loro bene.

Daniel, tutto ciò che dici è aria fritta! Gli americani d'inizio secolo,sicuramente pensavano e dicevano le tue stesse parole.Non puoi accogliere i poveri e i diseredati del mondo quando lo dici tu!Loro non ti ascoltano, non ti sentono,sanno che oltre le mura di casa loro, c'è un paese "ricco" e vogliono andarci e provare a viverci.Questo è quello che ci porta l'aver ignorato(noi paesi occidentali) per tanti e troppi anni che ci stavamo arricchendo a discapito di altre zone del mondo, che abbiamo ignorato le più elementari esigenze umane.. e preparati, questo è solo l'inizio.Tu cittadino italiano è giusto che pagando tasse e altro, pretenda certe sicurezze, io cittadina italiana che paga le tasse, pretendo che ci si occupi dei paesi poveri con aiuti concreti attuati a cominciare dal loro paese di provenienza e pretendo che i malavitosi e i delinquenti vengano perseguiti e condannati,compresi i nostri beneamati concittadini che pagano le tasse e che si guardano bene dal non affittare 50 mq di casa a 20 poveracci immigrati clandestini o prendere al nero lavoratori immigrati clandestini per la stagione dei pomodori o altro!

A mia sorella è stata scippata la borsa in pieno centro di Roma (20 anni fa);io fui costretta ad andar via dal cimitero Verano, dopo essere arrivata quasi davanti alla tomba di mio padre, perchè mi accorsi improvvisamente di essere completamente sola e dovevo inoltrarmi ancora dentro un padiglione e scendere delle scale e salutai il mio caro dalla strada e andai via(15 anni fa); varie volte andando in bicicletta dentro la pineta di Viareggio, ho dovuto fare lo slalom per evitare cumoli di spazzatura (15 anni fa).E avrei altri esempi da portare.Con questo voglio dire che certi tipi di problemi li abbiamo da anni ma che forse anche a causa di una continua e martellante informazione fatta ad arte,ci sembra che ora sia peggio.Mi ricordo le persone anziane di tanti anni fa, che erano preoccupate per la loro incolumità e che ripetevano continuamente come si "vivesse meglio una volta"!Donne violentate che non sporgevano denuncia era un classico; di bimbi che subivano abusi in famiglia e fuori,sembrava non esserci(ed erano tanti!)

Daniel, la sua risposta è la classica risposta di chi risponde senza prima leggere. Cosa vengono a fare? per esempio quello che "andavamo a fare noi "dago", "macaroni", mafiosi in giro per il mondo. In gran parte friulani, veneti, lombardi: SEGUITI da campani, calabresi, siciliani.

Poi provi a chiedere "cosa viene a fare" a quella donna che nel Darfur avrebbe ottime probabilità di essere stuprata 200, prima di avere i legamenti di gambe e braccia tagliati, ed essere costrett a vivere una vita da "£tronco strisciante", senza più neanche la capacità di ammazzarsi. Poi provi, se ci riesce, a darsi una risposta da solo.

Zianna 8:28: a proposito di martellante informazione: stamattina il TG 5 (si sente già, la mano di Belpietro) ha fatto una "striscia" di un paio di minuti, a mitraglia, delle più recenti faccende di micro e macro-criminalità. Milano come Chicago anni trenta. Peccato che si sia scordato di menzionare le retate di mafiosi e camorristi arrestati in questi ultimi giorni. Ecco, è con questi sistemi che a tizi come Daniel si toglie la vista e la memoria storica.

Vorrei spiegare a tutti i Daniel del mondo che nella civilissima New York, faro di civiltà, si verificano 25 omicidi all'anno per 100.000 abitanti. Io non so dove viva Daniel: se vivesse a Milano, dovrebbe confrontarsi con 250 omicidi all'anno; a Roma con 500 (sempre per rispettare le proporzioni di New York).

Vorrei anche ricordare a tutti i Daniel del mondo che il tasso di criminalità fra gli immigrati regolari - che prima erano stati quasi sempre irregolari - è inferiore al tasso di criminalità dei cittadini italiani, e MOLTO inferiore a quello dei parlamentari italiani. Quelli che sono venuti in Italia (anche se Daniel "non capisce cosa ci vengano a fare")e sono stati accettati, con un permesso di soggiorno, ad accomodarsi sotto la tavola degli italiani a raccattare le briciole del nostro maleducato benessere da nuovi ricchi), sono molto meno "criminali" di noi. Il tasso di clandestinità degli immigrati (clandestini e non) non andrebbe, caro Daniel, confrontato con la media degli italiani (che include gente piena di soldi, telefonini, tripla auto e doppia casa), ma con la criminalità delle aree e delle fasce sociali degradate. Daniel ci parli delle vele di Scampia, o del Gratosoglio, se vuole fare un confronto serio. Altrimenti lasci perdere.

Allora, ho sempre badato a non generalizzare quando si parla di immigrazione, e non ho mai detto che gli immigrati delinquino più degli italiani, ne che sporchino il suolo pubblico come se fosse una loro prerogativa. Esistono i criminali, non gli extracomunitari criminali (come se l'appartenenza etnica fosse una loro caratteristica peculiare). Quindi non mettetemi in bocca cose che non ho detto.
Non mi servite voi per sapere che chi viene qui ci viene per garantirsi un futuro migliore, o per sfuggire dalla miseria. So benissimo poi che l'immigrazione è un fenomeno epocale e mondiale e che quindi non esiste sistema per impedirlo senza rimuovere le cause dell'immigrazione stessa. Ma questo non vuol dire che uno stato non possa e non debba regolamentarla nei limiti del possibile, visto che accogliere senza filtro tutti significa solo peggiorare la situazione nelle nostre città, e soprattutto creare focolai di intolleranza e destare xenofobia tra le persone. Meglio regolare l'immigrazione o lasciare che cresca l'odio verso gli stranieri rischiando che sfoci in qualche tragedia? Inoltre smettiamola col paragonare un'immigrato ad un'altro; chi scappa dal Darfur ha motivazioni ben diverse da chi viene dalla romania, sebbene lo scopo finale sia lo stesso.

Dicevo di non aver mai considerato la criminalità esclusiva degli immigratie italiano sò benissimo di vivere in un paese con un alto tasso deliquenziale, storicamente legato ad un alto tasso di disoccupazione. Tuttavia da Veneto, ossia una regione con bassissima disoccupazione, il peggioramento della sicurezza l'ho visto eccome, ed è stato in gran parte legato all'immigrazione. Non vivo in città, dove cmq la microcriminalità è oramai ad appannaggio dei clandestini, ma in provincia, dove fino a non molti anni fà la gente parcheggiava dal fruttivendolo e lasciava le chiavi su ( e infatti a mia zia che non ha perso il vizio hanno fregato l'auto. E sai chi è stato? esatto) per non parlare delle porte delle case spesso aperte (mia nonna ha avuto questo vizio fino ad un anno fà, poi due zingare le hanno fregato la pensione). Amavo andare in bici lungo il brenta e adesso non ci poso più andare, per via degli accampamenti dei ROM. Che dire poi dei quotidiani furti nelle aziende e nei cantieri? Quindi smettetela di parlare di percentuali come il Nano, parlate di come molta gente in molti posti abbia effettivamente peggiorato il proprio tenore di vita a causa dell'immigrazione. Certo, a Scampia non si saranno accorti di nulla, e nemmeno nelle grandi metropoli, ma non è un mio diritto pretendere che si faccia qualcosa? O mi neghereste anche questo?

Sul tema degli immigrati credo che non si possa fare un paragone tra l'immigrazione nei primi del 900' e quella attuale. La società è completamente diversa.
Non voglio dilungarmi però due cose le voglio dire:
1) L'immigrazione è servita per reclutare mano d'opera a basso costo calmierando cosi verso il basso i compensi dei cittadini italiani. La favola che gli immigrati fanno lavori che gli italiani non vogliono più fare è una balla, date un corrispettivo coerente con il costo della vita in Italia e vedrete che nessuno rifiuterà
2) Il sistema di protezione sociale italiano essendo basato sulle cosidette fasce di reddito ha di fatto discriminato molto spesso i cittadini italiani. Alloggi popolari , posti negli asili nido sono cosi stati assegnati a immigrati e le loro famiglie e non assegnati agli italiani, mi pare un dato di fatto.
Quelli stessi italiani che per generazioni hanno lavorato e pagato le tasse (non voglio fare retorica patriottica citando quelli che sono morti per il loro paese) e a cui avevano promesso una casa ed un posto in un asilo nido (solo per fare un paio di esempi).
Insomma pare che i nostri nonni ed i nostri padri sono stati degli sciocchi a pagare per decine di anni tasse e vari balzelli perchè alla fine i loro figli non ricevono quello dovrebbe essere un diritto.
Per questi motivi mi parrebbe giusto dare la priorità agli italiani.

Ricordiamoci che per ogni immigrato che arriva in Italia ce ne sono 100 che non possono arrivare, non sarebbe ora di cominciare a lavorare per fare in modo che si sviluppi la ricchezza anche nei paesi di origine ? Tanto più che non mi pare ci sia da noi la piena occupazione...

Daniel il tenore di vita "peggiorato" dei veneti di oggi, mi sembra circa 50.000 volte migliore di quello dei felici veniti senza stranieri, che vivevano nei "casoni".

A proposito di clandestini, era costituita da rom e da immigrati clandestini la famigerata banda del Brenta? Tu che sei veneto, mi puoi ricordare qualcosa?

Percentuali "come il nano"? ma ti rendi conto di cosa dici, a commento di un post che è pieno zeppo di dati? e ci paragoni al nano che diceva (e a nessun giornalista scappava da ridere) di aver ridotto l'immigrazione dall'Albania del 138%?. E neanche a te scappa da ridere, a fare certi paralleli?

Certo che hai il diritto di chiedere (non di "pretendere") che si faccia qualcosa. Si fa quel che si può nelle condizioni date. Si assumono poliziotti nell'ambito delle possibilità finanziarie nelle quali siamo.

Mi piacerebbe se c'è un tuo commento su un blog, un forum, un giornale, di questo tenore, postato nel quinquennio 2001-2006. O "arancia meccanica" è un fenomeno degli ultimi 12 mesi?

@Daniel & quelli che "non mi servite voi per sapere che...".

Lei certamente sa tutto sull'argomento immigrazione come tanti altri.
Dovrebbe ricordarsi, però, della ricchezza del suo bagaglio di conoscenze ogni qualvolta affronta argomenti che già in passato si sono dimostrati tragicamente scottanti.

Certi tipi di ragionamento sul finire del secolo XIX condussero alla logica conseguenza accademica della necessità di una eliminazione fisica, il genocidio.
Pochi anni dopo, puntualmente, arrivò chi si sentì in dovere di tradurre in pratica quelle teorie.

Etichettare le proprie paure, difficoltà, fastidi o nemici con un'etnia, una religione o provenienza geografica ha sempre generato degli scontri.

Il signor (sic!) Grillo, con la sua "bomba ROM", alimenta un fuoco fatto di veleni e molta ignoranza.
Lo fa nel modo populista già descritto alla perfezione dal signor Tafanus, con una lettera anonima di un presunto "io non sono razzista ma...".
Parole stantie, andate a male ancor prima di esser lette, date in pasto a folle disposte ad ingurgitare di tutto.

Un tizio, senza nome né cognome, che si lamenta dei fastidi provocatigli nel giardino di casa da qualcuno di quegli straccioni a cui ha concesso la carità di dare un lavoro nella sua fabbrichetta delocalizzata.
Quegli ingrati avrebbero la pretesa di voler assaggiare per una volta il suo "formaggio con le pere".

Tempo fa, su un altro spazio virtuale, un signore, anonimo naturalmente, si lamentava delle immagini sgradevoli che lui, civile Italiano settentrionale, era costretto a vedere in TV.
In quel caso, si riferiva alla spazzatura nelle strade napoletane ed invocava, oltre ad una celere soluzione locale del problema, soprattutto il cambio del palinsesto televisivo nazionale.
Fu efficace ricordargli di Cerro Maggiore, dei suicidi con colpi alla nuca esplosi da mezzo metro di distanza, di patteggiamenti milionari, di certa spazzatura inodore e gradevole alla vista, colletti bianchi inamidati dei navigli milanesi o del Parmense.
Sparì meglio di quelle schifezze di provenienza industrale che molti imprenditori del Nord delocalizzano nelle campagne e nel sottosuolo di tanti ingrati del Sud, in modo che sia gradevole non vederle in TV.

Come vede, anche l'Italia è piena di Signori che son costretti a passar da pezzenti e signori che, in realtà, sono dei gran pezzenti.

La faccenda del Capitalismo (liberismo, anarco-liberismo, etc.) è cosa seria.
Abbiamo lasciato che un gruppo di cialtroni controllasse il mondo.
Non sono cicale, come pensa qualcuno, a cui piace condurre una vita più intensa delle tante formichine, ma immonde cavallette sul cui cammino non resta più niente.
Hanno creato le proprie leggi (economiche, sociali...) pensandole per un sistema chiuso ed elitario che possa, però, scambiare con l'esterno fatto da consumatori, possibilmente citrulli.
Credono di essere in grado di espandersi a dismisura; alla globalizzazione dovrà seguire, nei loro deliri, uno scambio con nuovi pianeti nel frattempo colonizzati.
Questo perché loro son precisi... e le leggi della termodinamica vanno rispettate.

(Il discorso sarebbe lunghissimo)

Zdenek

Zdenek, sei nuovo e quindi non so chi tu sia. Però hai scritto un grande intervento, e te ne sono grato.

P.S.: Io non sono il "signor" Tafanus, sono "solo" un Tafanus.

Daniel, visto che non ti è venuto niente alla memoria circa la “mala del Brenta”, provo a rinfresscarti la memoria. E' stata un'organizzazione malavitosa nata negli anni ottanta come una piccola banda di delinquenti che, guidati da Felice Maniero, mettevano a segno estorsioni a locali della Riviera del Brenta. La situazione degenerò in seguito all'incontro con dei capimafia in soggiorno obbligato nella zona. La banda si organizzò e prese le sembianze di una associazione di criminalità organizzata che uccideva coloro che non rispettavano i termini delle estorsioni. Le forze dell'ordine verso la metà degli anni novanta riuscirono a catturare il boss che, una volta pentitosi, rivelò i nomi dei vari membri dell'organizzazione.

A completamento dell'informazione, ti ricorderò che:

-a) tutti i capi, capetti e componenti della banda erano "italiani bravaggente";

-b) Maniero, dal sito "cognomi d'Italia", risulta non essere un cognome siciliano, ma concentratissimo nel basso Veneto.

Mi dirai: si, ma parliamo degli anni '80. Hai ragione. Allora spostiamoci all'anno scorso, 2006, con questa notizia tratta da RAI International:

Operazione contro nuova mafia del Brenta

Si chiama "Ghost Dog" la maxioperazione della Polizia in corso da ore in Veneto contro una banda di rapinatori che stava tentando di ricostituire la cosiddetta "mala del Brenta", l'organizzazione che negli anni '80/90, seminò il terrore nel Veneto. La banda di rapinatori aveva progettato di uccidere Felice Maniero, il boss storico della "mala" diventato collaboratore di giustizia. Oltre 400 agenti sono impegnati nell'esecuzione di 33 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili di associazione a delinquere, omicidio, rapina, riciclaggio, ricettazione e furto, traffico, detenzione e porto illegale di armi, ed esplosivi.

Anche in questo gruppo scarseggiano croati, rumeni, cingalesi e senegalesi...

Tafanus,
non mi conosci, è vero. Neanche indirettamente.
Mi piace essere, ed è mio impegno potervi riuscire, quel che mostro.

Io, al contrario, ho il vantaggio, almeno finora, di conoscere te attraverso queste pagine.
Ho creduto di vedere nel tuo spirito un atteggiamento simile a quello che io desidero per me.

Nell'intervento precedente intendevo sottolineare la tua signorilità, che resta tale anche quando diventa necessario dare del cretino a qualcuno: quasi sempre, in realtà, gli fai un complimento.

Le mie parole, quindi, sono anche figlie tue.
Grazie a te, Tafanus.

Zdenek

daniel
tu scrivi "Non mi servite voi per sapere che chi viene qui ci viene per garantirsi un futuro migliore, o per sfuggire dalla miseria. ... Ma questo non vuol dire che uno stato non possa e non debba regolamentarla nei limiti del possibile, visto che accogliere senza filtro tutti significa solo peggiorare la situazione nelle nostre città, e soprattutto creare focolai di intolleranza e destare xenofobia tra le persone. Meglio regolare l'immigrazione o lasciare che cresca l'odio verso gli stranieri rischiando che sfoci in qualche tragedia? "
A mio avviso, stai partendo da un presupposto sbagliato, ossia che intolleranza e xenofobia siano una conseguenza del fenomeno immigrazione.
All'epoca del CIVIL RIGHTS ACT DEL 1964 sulla stampa italiana si sottolineava il fatto che fra gli italiani la percentuale di chi si dichiarava razzista era estremamente bassa. Ho sempre considerato quelle affermazioni prive di fondamento e dicevo “provate a mettere in circolazione qualche migliaio di negri e poi ne riparliamo” intendendo con ciò dire che non lo eravamo perché non avevamo l’opportunità di metterci alla prova. Ma da friulano sentivo i miei concittadini parlare dei terroni e provavo semplicemente ad immaginare cosa sarebbe successo se quei terroni fossero stati negri. Stiamo parlando di un periodo in cui il flusso migratorio dal sud verso Piemonte e Lombardia era appena agli inizi mentre era ancora in atto un massiccio flusso migratorio dal Friuli e dal Veneto verso Francia Germania Belgio…., di un contesto quindi nel quale la gente stava vivendo sulla propria pelle il dramma dell’emigrazione e, si poteva supporre, avesse o potesse avere un diverso approccio al problema. Quali erano gli argomenti in uso fra i miei concittadini (nota che allora non c’era famiglia che non avesse qualche parente in giro per il mondo)? Che noi settentrionali si emigrava per lavorare mentre i terroni erano dei fannulloni e salivano al nord per fare i magliari o peggio ancora per delinquere.
Ti ricorda qualcosa?
I discorsi di regolamentazione hanno indubbiamente una loro giustificazione. Ma può e deve essere una sola, quella di garantire a chi entra una possibilità di riscatto ed una vita dignitosa. Ma tu stai adducendo ragioni diverse. Stai dicendo che per evitare l’insorgere di razzismo e xenofobia bisogna limitare gli accessi e sembra tu faccia finta di non vedere che razzismo e xenofobia fanno parte del modo di essere di alcuni, e guarda caso sono molto più diffusi fra chi ha vissuto in prima persona l’emigrazione (persone di memoria evidentemente corta almeno tanto quanto è smisurato il loro egoismo), e, in altri, vengono alimentati ad arte attraverso la creazione di un diffuso clima di paura per cui si attribuisce all’immigrazione la responsabilità di un degrado che è innanzitutto nostra e preesistente (come da vari esempi che ti sono stati sottoposti)
Qual'è il risultato: che nell'immaginario collettivo scatta l'equazione: immigrato=delinquente determinando condizioni di difficile convivenza. E per che cosa, per un pugno di voti che un buon numero di idioti detiene e che servono a garantire l'esistenza di una dx che basa sulla paura il proprio consenso non esitando, per ottenere ciò, ad avvicinarsi più ai savoia ed alle leggi razziali che alla dx europea cui dice di volersi ispirare

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