Ieri, discutendo del grande afflusso alle primarie, discutendo di piazze, che secondo alcuni sarebbero sempre e comunque belle, e secondo altri sarebbero sempre e comunque brutte, le due visioni sono state sintetizzate, grosso modo, da alcune affermazioni, e da alcuni fatti:
LE AFFERMAZIONI:
-1) Il popolo delle primarie “…è in gran parte coincidente con quello delle piazze di Grillo…” (Sostiene Pereira);
-2) “…c’erano tantissimi giovani…(Riccardo e altri sul Vaffanculo-Day)
-3) “…Non ho visto una sola persona under 50…” (Mario sulle Primarie).
In genere, quando si ricorre ad affermazioni assolutistiche come quelle del livoroso Mario, ci si dà da soli la zappa sugli zebedei. Vorrei dire a Mario che a votare sono andate le mie figlie coi rispettivi mariti (tutta gente abbondantemente under 50, così come tanti figli di frequentatori del blog, e frequentatori del blog, anch’essi under 50. E che comunque preferisco ascoltare gli umori di gente che ha avuto modo di conoscere il bene e il male della politica, che non di gente che quando è nato il berlusconismo frequentava le elementari.
Da qui alla conclusione che le piazze sono tutte belle e tutte uguali e sovrapponibili, la strada è però lunga. Per limitarci all’ultimo mese, ci sono stati quattro fenomeni di massa: il Vaffanculo-Day, il referendum sul welfare, la Marcia su Roma dei fasci littori, le primarie del PD. Sovrapponibili? Vediamo. Intanto c’è un problema di numeri. Eliminiamo subito il discorso “referendum sul welfare”, che se non altro per una questione di numeri (5.200.000 i votanti), non può sovrapporsi o essere sovrapposta da alcuna delle altre tre, e limitiamo il confronto alle altre.
Liquidiamo subito la Marcia su Roma come merita: come una piazza tutt’altro che bella. Una piazza fascista, squadrista, priva di qualsiasi progetto che non fosse quello dell’insulto dell’avversario (anche dell’avversario di 95 anni con enormi benemerenze nei confronti del Paese. Una piazza che Prodi ha liquidato scolpendo:
“...è stata una manifestazione prevalentemente di insulti. Quando hanno finito gli insulti, se sono andati a casa...”
Il solito corollario di numeri che ballano (400.000/500.000 secondo gli organizzatori, meno della metà secondo le stime della pur “non avversa” Questura); la Brambilla (per quel che conta) che secondo alcuni c’era, ma nessuno ha visto né lei né le sue autoreggenti; il solito contorno di insulti beceri, di teste vuote rasate, di croci celtiche, di saluti romani, di eia eia alalà, qualificano la manifestazione, e ci invitano a parlare d’altro.
Ultima annotazione: i temi della manifestazione erano particolarmente innovativi… “Meno tasse” e “Più sicurezza”. Gli obiettivi erano chiari, gli strumenti per ottenere gli obiettivi erano stati dimenticati in via della Scrofa. Speriamo che la prossima volta si ricordino di portare al seguito non solo i cartelli cogli insulti, e quelli cogli obiettivi, ma anche quelli cogli strumenti, che a dei geni come i fascisti nostrani certamente non fanno difetto.
E veniamo alla supposta sovrapponibilità delle piazze di Grillo e di quelle del PD. Prima le opinioni personali (che si liquidano in fretta, e si possono anche saltare a piè pari). Non la vedo, questa quasi perfetta sovrapponibilità. Non vedo il nesso fra una piazza di molti giovani e pochi anziani, intenti a gridare vaffanculo a tutto e a tutti, con l’officiante che “batteva quattro”, e le migliaia di seggi dove un popolo, composto da molta gente matura e da pochissimi giovani, si è messa ordinatamente in fila, a pagamento, non per mandare affanculo chicchessia, ma per scegliere un leader di partito, o per comunicare, attraverso una scheda bianca, che condivideva le primarie, ma che non trovava un candidato in grado di rappresentarlo. Per stare nell’ambito di coloro che più animatamente hanno discusso nei giorni del vaffanculo, mi sembra che Sostiene sia stato colpito favorevolmente sia dall’8 settembre che dal 14 ottobre, mentre Ricardo, entusiasta dell’8 settembre, non avrebbe partecipato al 14 ottobre neanche non un mitra alla schiena. Per quanto riguarda me, sono andato a deporre scheda bianca alle primarie, ma non mi avrebbero trascinato a gridare vaffanculo nella piazza di Grillo neanche col famoso mitra alla schiena. Sovrapponibili?
Sempre sul terreno delle sensazioni, basterebbe anche confrontare lo stile dei commentatori sul blog di Grillo, e lo stile dei commentatori su altri blogs, per capire quali siano i punti di sovrapponibilità fra i frequentatori delle due piazze.
Ma veniamo ai dati: ieri, in una prima valutazione a caldo, Mannheimer ha affermato che la sovrapposizione dei grillini alle primarie è stata di circa il 30%. 30% di cosa? Perché se parliamo del 30% dei 332.000 votanti dichiarati da Grillo, siamo a 99.000 persone, che erano parte ANCHE dei 3.400.000 votanti di ieri; siamo, per capirci, ad una sovrapposizione inferiore al 3%
Se invece Mannheimer ha assunto come base il “milione” di partecipanti denunciati da Grillo, allora 300.000 grillini sono andati alle primarie del PD. 300.000 su 3.400.000 significa l’8,8%, e questa sarebbe secondo i dati di Mannheimer, il massimo di sovrapposizione possibile.
Non vedo, quindi, e me ne scuso, questa “larga coincidenza” fra le due manifestazioni, in termini quantitativi.
In termini qualitativi, la coincidenza la vedo ancora meno. Perché una piazza era istituzionalmente varata per gridare vaffanculo a tutto e a tutti; l’altra era nata per compiere un doppio atto costitutivo: la nomina del Segretario di un nuovo partito, e la nomina dei membri della relativa Assemblea Costituente. Una piazza era dedicata allo sberleffo, all’insulto ed alla distruzione. L’altra era dedicata alla parte costruttiva della politica.
Della piazza sindacale dei 5.200.000 abbiamo saputo, in 48 ore, esattamente le percentuali del si e del no. Delle primarie del PD abbiamo saputo, in 12 ore, al centesimo di punto, le percentuali di voti per ciascuno dei candidati. A distanza ormai di 37 giorni dal Vaffanculo-Day non riusciamo a sapere ancora, né come privati, né come bloggers, né come giornalisti, neanche se sia già iniziata la verifica delle 332.347 firme, e quali siano i risultati provvisori.
Intanto ci limitiamo a registrare che nella giornata del Vaffanculo-Day la maggior parte dei blogs italiani degni di questo nome ha dedicato ampio spazio alla manifestazione (per dissentire, ma anche per consentire). Nella giornata di ieri, che ha portato alla firma 3.400.000 persone “accertate”, il re dei bloggers non ha ritenuto di dedicare il suo post quotidiano all’evento, ma si è concentrato sugli stupri. Ieri c’è stato un solo stupro: quello di Grillo ai danni dell’informazione.
Io, come qualche lettore attento ha notato, in questi 37 giorni non ho mai usato il termine “antipolitica”, se non per negarne l’attribuibilità a Grillo. Grillo non è un antipolitico (e già il varo di liste civiche, bollini blu e lista civica nazionale basterebbero a dimostrare l’assunto); Grillo fa politica, e della peggiore, attraverso il populismo e la demagogia, travestite da antipolitica. Tutto è politico. L’antipolitica è una invenzione dei politici peggiori (i Berlusconi, i Grillo)
P.S.: ancora in questo momento (sono, mentre scrivo, le 15 del 15 ottobre), sul blog di Grillo campeggia solo il post di ieri sugli stupri. NON UNA PAROLA sul fenomeno di 3.400.000 persone che escono di casa, fanno la fila, e vanno ad infilare una scheda in un’urna (a pagamento) per scegliere il segretario di un partito che non c’è ancora. Qualcuno vuole azzardare una definizione o una spiegazione per questa spasmodica attenzione dedicata da Grillo a questo fenomeno?
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