Le stampelle di Storace ricordano il regime
da RITA LEVI-MONTALCINI a Storace
CARO DIRETTORE, ho letto su Repubblica di ieri che Storace vorrebbe consegnarmi, portandomele direttamente a casa, un paio di stampelle. Vorrei esporre alcune considerazioni in merito.
Io sottoscritta, in pieno possesso delle mie facoltà mentali e fisiche, continuo la mia attività scientifica e sociale del tutto indifferente agli ignobili attacchi rivoltimi da alcuni settori del Parlamento italiano.
In qualità di senatore a vita e in base all'articolo 59 della Costituzione Italiana espleterò le mie funzioni di voto fino a che il Parlamento non deciderà di apporre relative modifiche. Pertanto esercito tale diritto secondo la mia piena coscienza e coerenza.
Mi rivolgo a chi ha lanciato l'idea di farmi pervenire le stampelle per sostenere la mia "deambulazione" e quella dell'attuale Governo, per precisare che non vi è alcun bisogno. Desidero inoltre fare presente che non possiedo "i miliardi", dato che ho sempre destinato le mie modeste risorse a favore, non soltanto delle persone bisognose, ma anche per sostenere cause sociali di prioritaria importanza.
A quanti hanno dimostrato di non possedere le mie stesse "facoltà", mentali e di comportamento, esprimo il più profondo sdegno non per gli attacchi personali, ma perché le loro manifestazioni riconducono a sistemi totalitari di triste memoria.
Cara Senatrice, consenta ad un Suo umile, anonimo ammiratore, di darle qualche affettuoso consiglio: non sprechi un secondo della Sua preziosa vita, del Suo cuore, del Suo cervello, per scrivere ad un analfabeta della politica e della buona educazione. Mia mamma, che era persona saggia, mi diceva sempre: "Figghiu meu, studia, 'ca sinnò ti mandu a guidari 'nu sciaraballu 'ntà Ciociaria".
Mia madre, che oggi, se fosse viva, avrebbe pressappoco la Sua età, mi diceva sempre di non parlare con gli sconosciuti, di evitare fascisti, analfabeti, e "ggentagghia 'ca teni a chi vidiri cu tribunali e carabbineri".
Mia madre, cara Rita, aveva pressappoco l'1% della sua cultura, e il 10% del suo buonsenso. Ma aveva una qualità preziosa, che le derivava dalle sue lontane origini contadine, che avevano sviluppato enormemente il suo "radar interiore": anche in mezzo ad una folla di cretini, sapeva indicare a colpo sicuro il cretino per eccellenza.
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