Senato, giorno nero per l'Unione - Maggioranza sotto in 7 votazioni, nella notte sì al decreto fiscale. Di Pietro: «Se cade il governo, soluzione tecnica»
(cronaca tratta da Corriere.it)
ROMA — Giornata nera per il governo al Senato. Che ha approvato dopo una maratona notturna il decreto fiscale, ma lo ha fatto solo dopo essere stato battuto sette volte, su altrettanti emendamenti, e l'ultima con conseguenze politiche e pratiche gravi. Sì, perché è passata con i voti del centrodestra la proposta del senatore ex Pdci Fernando Rossi (sostenuta dall'altro dissidente della sinistra Turigliatto e con l'astensione dell'ulivista Amati) che raddoppia il bonus previsto per gli incapienti (da 150 a 300 euro a beneficiario) attingendo ai depositi dormienti, e che, con stime che arrivano a cinque miliardi, fa saltare tutti i conti del decreto, che adesso dovrà essere modificato alla Camera e tornare al Senato per essere approvato entro il primo dicembre, pena la decadenza.
Ma tutta la giornata è stata costellata da incidenti, da voti drammatici per il governo, che comunque ha deciso di non ricorrere alla fiducia ma di affidarsi alla sua maggioranza. Che lo ha però «tradito » in più circostanze e con diverse sue componenti. In mattinata è arrivata infatti la prima bocciatura, grave, su un emendamento che prevedeva lo scioglimento della Società per il Ponte sullo Stretto di Messina: i dipietristi hanno votato contro, con loro si è schierata l'intera l'opposizione, si sono aggiunti due esponenti della costituente socialista, e si sono astenuti Emilio Colombo, i diniani e la Svp. Se al voto si somma la dichiarazione mattutina del ministro Antonio Di Pietro, il suo «se cade Prodi, serve un esecutivo tecnico che abbia l'esclusivo mandato a fare una nuova legge elettorale », si capisce come ne sia nato un terremoto politico. Perché dalla maggioranza si sono levate accuse durissime nei confronti di Di Pietro, e perché da quel momento la sensazione che tutto stesse per franare si è fatta reale.
«Qui non ci sono le sette "puttane" di cui parla Berlusconi, c'è uno sputtanamento generale», si lamentava il pd Polito, e se Follini evocava match di pugilato «da Madison Square Garden», Willer Bordon chiedeva «dove diamine è il governo, hanno lasciato soli in Aula due sottosegretari mentre qui c'è il tana libera tutti!». E in effetti, in un'ora, la maggioranza andava sotto un'altra volta, sulla scuola per la Pubblica amministrazione, con i voti decisivi dei diniani, e subito dopo c'è stato il ko su due emendamenti minori. Una situazione drammatica con una mole enorme di emendamenti ancora da votare e con una maggioranza appesa a due voti di scarto dei decisivi senatori a vita Colombo e Montalcini (Andreotti si è in genere astenuto). Ma la fiducia, appunto, non è stata posta, secondo il ministro Chiti per ragioni di correttezza, secondo il collega Mastella per non incappare in una bocciatura che sarebbe stata fatale. E dopo l'aut aut di Prodi, tra lentezze e battute e senatori col sangue al naso (l'ulivista Zavoli) che non lasciavano l'Aula per evitare crolli, sembrava si dovesse proseguire fino alla fine senza incidenti. Ma a tarda sera il governo è andato ancora sotto, per un voto, tre volte. La prima, su un emendamento che tagliava i contratti di consulenze alla pubblica amministrazione, per l'assenza momentanea della Montalcini. Ed è stata bagarre, con la senatrice riaccompagnata in Aula dall'ulivista Boccia tra le grida e il lancio di carte del centrodestra, e al centro delle accuse veementi dell'opposizione (a parte l'Udc e mezza Forza Italia) perché, pur non votando sul punto ma ringraziando «per quanto si fa sulla ricerca », dal decreto fiscale ieri il premio Nobel ha ottenuto, alla fine con sostegno bipartisan e l'ira della Lega, un finanziamento per la sua fondazione. Poi il voto finale, con 158 sì contro 155 no.
Paola Di Caro
...quante ore è stata inchiodata allo scranno questa incredibile donna? a occhio, 16 ore... Cristo!!!! ma ha 98 anni! è stata inchiodata al banco reggendo, ferma come una roccia, alla fatica, agli insulti fascisti del 48% dell'emiciclo (dal becerume dei fascisti dichiarati, ai "moderati" di Forza Italia", ai razzisti della lega), alla mancanza di "catetere e pappagallo" (vero, dotto amico?)...
Ha dato, con la sua ferrea volontà di evitare il ritorno al governo del becerume di destra, una grande lezione di moralità politica anche a quegli stronzi del centro-sinistra che sono già a libro paga dall'altra parte (e non faccio nomi perchè non posso consentirmi denunce miliardarie per danni). Ognuno, se ha tempo e voglia, per ognuna delle sette bocciature subite durante le votazioni, si legga gli elenchi dei responsabili, si legga i nomi, si legga le motivazioni, si legga a che partitino appartengono, e poi tragga le proprie conclusioni. Centrodestra e centrosinistra uguali come due vasetti di yoghurt? sticazzi!
...Prodi, a questi stronzi, e in particolare a quelli che sono alla loro prima legislatura, dovrebbe rendere "l'ultimo servigio": mandarli a casa una settimana prima che raggiungano l'agognato traguardo dei 2 anni, sei mesi e un giorno di mandato parlamentare, che assicurerebbe a queste mezze calzette una dignitosa pensione...
...e poi, via libera di nuovo agli statisti della destra. Ben vengano le autoreggenti della Brambilla, la voce adorante della Bertolini, la competenza economica di una Gardini,la sobrietà di un Adornato, e ben venga persino l'Ing. Acustico Castelli, che in alcuni momenti il "nostro" guardasigilli Clemente Mastella ci ha fatto rimpiangere...
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