Giusto così, e la cosa mi fa molto piacere. Ma non vorrei che a Stella facessimo fare, senza volerlo, la figura dello scopritore dell'acqua calda. Quello riportato sulla sinistra è il folder del suo libro. Leggetelo attentamente, questo interno copertina.
Ed ora, scusatemi. perchè vi ho consapevolmente imbrogliati. Non si tratta di Gian Antonio Stella, e non si tratta de "La Casta. Si tratta invece di "Nomenklatura", e di Sebastiano Messina. Proprio così, di quel Sebastiano Messina che ha scritto questa roba nel 1992, 15 anni prima di Stella e delle invettive di Grillo. Lo ha scritto quando era già giornalista di Repubblica, quando aveva 34 anni.
Con tutto il rispetto per Gian Antonio Stella: la Casta era stata già scritta da Messina nel '92, e da Scalfari e Turani nel '74 ("La Razza Padrona").
Per "La Razza Padrona" dovrete avere un po di pazienza, perchè sto conducendo scavi archeologici nella mia biblioteca, sperando di riuscire a disseppellirlo. Ma del libro di Messina vi fornirò qualche stralcio spero interessante.
Questi libri dimostrano che da più di trent'anni, chi lo avesse voluto, avrebbe avuto a disposizione sufficiente materiale per indignarsi, anzichè aspettare l'anno di grazia 2007 per salire su un palco ed urlare vaffanculo.
...pag.4: "...Giulio Andreotti, nel bene e nel male simbolo inaffondabile della partitocrazia italiana, è un maestro nell'uso della sistemazione. Lui ha il culto dell'amicizia [...] Quando si è trattato di nominare il presidente dell'IRI, lui ha subito pensato al suo vecchio amico Franco Nobili. Appena si è liberato il posto - ben remunerato: 300 milioni all'anno - di presidente della Consob, ci ha mandato un altro fedelissimo: Bruno Pazzi. Nel '78 lo aveva nominato commissario, con la motivazione che si trattava di "industriale partecipante in società di esercizio cinematografico". In realtà Pazzi gestiva qualche sala a Roma, la principale delle quali, il "Brancaccio", aveva in calendario solo varietà e spogliarelli. Quando seppe di quella nomina, il presidente della Borsa di Milano, Urbano Aletti, mandò ad Andreotti un messaggio lapidario: "VERGOGNA!"
Alla RAI, alla Sip, all'Alitalia, nelle banche di Roma, alla Farnesina, alla Difesa, gli amici di Andreotti hanno sempre avuto posti-chiave. Nel '91, dovendo scegliere un Consigliere Delegato della SIPRA, non ebbe dubbi: scelse il suo addetto-stampa, Stefano Andreani (che aveva nel campo della raccolta pubblicitaria la stessa competenza di Pazzi - o della Gardini - sulle questioni finanziarie: ZERO. NdR).
Non ha un solo parente che non sia seduto su una comoda poltrona di Stato. Il cognato Alberto Danese è Presidente della Società per il Traforo del Monte Bianco. L'altro cognato, Roberto Jucci, è passato dall'Arma dei Carabinieri alla presidenza (direttamente!) della Italcable. Al cugino, Corrado Conti, è andata la poltrona di Direttore Generale della Consob. Il figlio Stefano ha avuto la presidenza della Lavezzari Lamiere Sud, gruppo ILVA. Il genero, Marco Ravaglioli, si è dovuto accontentare della poltrona di conduttore del TG Uno. Il nipote, Luca Danese, ha dovuto fare addirittura il presidente dei giovani democristiani, prima di avere la poltrona di consigliere regionale del Lazio...
(continua)
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