Genova, in tanti al corteo per il G8: slogan, pochi insulti, nessun incidente - Nel capoluogo ligure le forze dell'ordine mantengono una presenza discreta - La manifestazione per chiedere la commissione d'inchiesta sui fatti del 2001
GENOVA - Oltre 50 mila secondo gli organizzatori, 30 mila secondo la Questura. Comunque in tante, le persone che oggi pomeriggio hanno sfilato a Genova, per chiedere verità sui fatti del G8 - in particolare, l'istituzione di una commissione d'inchiesta, bocciata dalla Camera - e per contestare i 225 anni di carcere chiesti per i dimostranti di allora accusati delle devastazioni. Tra loro soprattutto giovani, che hanno chiesto che si faccia luce - "e si faccia subito" - su ciò che avvenne in queste stesse strade nel 2001. E lo hanno chiesto pacificamente, smentendo tutti i timori della vigilia.
Agenti "invisibili". Una giornata trascorsa senza particolari problemi, dunque, in cui bambini, giovani e anziani hanno manifestato lungo le vie cittadine. Tante le bandiere rosse, presente anche il comitato "No dal Molin", insieme a tante altre associazioni. Il servizio d'ordine è rimasto ai margini. Nessun uomo in divisa, presenti solo 700 agenti in borghese.
Il corteo. E' partito nel primo pomeriggio, intorno alle 15, dalla Stazione Marittima, e la testa è approdata alla meta finale, piazza De Ferrari, verso le 18, col centro storico quasi deserto. A guidare il serpentone di persone è stato Don Andrea Gallo, che giunto a destinazione è sceso dal camion che lo trasportava e ha gridato "giustizia!". Ben più colorite le parole con cui aveva aperto la manifestazione: "Dimostriamo per la democrazia; non lasciatevi provocare dai figli di puttana. Qui se non ci aiutiamo da noi non ci aiuta un cazzo di nessuno e mandate affanculo i profeti di sventura!".
Gli slogan più duri. Ma il fatto che la manifestazione sia stata pacifica non vuol dire che non ci siano stati momenti di tensione, o episodi non proprio edificanti. Come la scritta "10-100-1000 Raciti e Nassiiriya, polizia assassina", comparsa su un muro nei pressi del Porto Antico. Tra gli altri slogan forti, "un paese senza giustizia, con un Governo che non è di sinistra"; e "polizia assassina". Sullo striscione dei Carc, c'era scritto "no alle condanne ai compagni di Genova, no alle condanne agli antifascisti di Milano. Solidarietà a tutti i compagni e lavoratori colpiti dalla repressione".
Pochi insulti. Sono stati indirizzati contro agenti di polizia e carabinieri, da parte di settori anarchici e dei centri sociali, collocati al centro del corteo. Un gruppetto di ragazzi con sciarpe nere davanti al viso è passato da Via XX Settembre e ha cercato di provocare il cordone di carabinieri che presidiava il Tribunale. Uno di loro con la mano ha fatto il segno della pistola e ha urlato: "E adesso spara, servo, spara". Il gruppetto si è rapidamente allontanato. Alcuni anarchici hanno bruciato una bandiera americana.
In ricordo di Giuliani. Senza incidenti anche la commemorazione di Carlo Giuliani. Una cinquantina di manifestanti si sono recati a piazza Alimonda, deponendo dei fiori sul cancello della chiesa vicino al luogo dove il 20 luglio del 2001 morì il ragazzo. Accanto ai fiori, il testo di una canzone di Francesco Guccini intitolata - appunto - Piazza Alimonda. Sul posto è poi giunto anche il padre, Giuliano Giuliani.
Ancora scontro sulla Commissione. L'idea di un organo parlamentare sul G8 continua a dividere la politica. "Dopo la manifestazione di oggi è un atto dovuto", sostiene il verde Paolo Cento. "sarebbe paradossale se pagassero solo i manifestanti" aggiunge il segretario del Prc, Franco Giordano. Nello Formisano dell'Idv, partito che ha votato "no" all'istituzione della commissione, ribadisce: "Non siamo contrari, ma a patto che non sia a senso unico, ma che invece indaghi a 360 gradi" (cioè solo sugli errori compiuti dalle forze dell'ordine). Decisamente contrari, come hanno sottolineato anche oggi, sono invece la Lega (Roberto Castelli: "Le devastazioni le fecero i manifestanti) e An.
(17 novembre 2007)
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