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L'offerta del Cavaliere di passare dall'altra parte: ecco la risposta del parlamentare dell'Unione eletto in Australia - Il "no grazie" a Berlusconi del senatore Nino Randazzo: "Meglio stare con due partitini comunisti che con la Lega che vuole dividere l'Italia e bruciare il tricolare" - Somme di denaro e incarichi di peso come merce di scambio. Ma il senatore smentisce
di CLAUDIA FUSANI
ROMA - "Caro senatore, la nave affonda... salti in tempo, venga di qua".... "Caro Cavaliere, lei è veramente squisito, la ringrazio, però sa com'è: sono isolano di origini e so nuotare...". Caro te, caro lui, tra un tagliolino e una fettina di vitello così è fallito lo shopping del voto di Silvio Berlusconi. Pardon, fallito è una parola grossa. Meglio dire le cose come stanno: così è andata a finire una delle trattative messe in piedi dal Cavaliere per strutturare la spinta della sua spallata all'esecutivo di Romano Prodi. Ne conosciamo però una sola. Delle altre, tante - questo è certo - non se ne conoce l'esito.
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La scena di svolge il 1 novembre a Palazzo Grazioli, residenza romana del Cavaliere. L'ospite è il senatore Nino Randazzo, eletto con l'Unione nella circoscrizione Africa-Asia-Oceania, origini siciliane. Il padrone di casa è Silvio Berlusconi, intento senza tanti misteri e da tempo, a convincere qualche senatore dell'Unione a passare dalla sua. Non è una mission impossible, in fondo basta poco, due, tre voti, e il gioco è fatto. La differenza tra maggioranza e opposizione al Senato è, come noto, ridotta ad un voto.
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Non si sa che esito abbia avuto lo shopping nel suo insieme. Sono girati una decina di nomi, altrettanti senatori messi alla stregua di merce in vendita. Ognuno a turno si è stracciato le vesti dicendo "ma via, ma che modi sono questi nessuno di noi è in vendita...". Si è pensato, quindi, che il Cavaliere avesse usato qualche metodo un po' più raffinato e articolato. Macchè, almeno per quello che riguarda il tentativo di shopping nei confronti del senatore Randazzo il metodo è stato quello più antico e banale e, anche, volgare. Una cosa del tipo: vieni di qua che in cambio ti prometto...
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"Sono stato invitato a pranzo e sono andato" ha spiegato Randazzo precisando che da quando è cominciata la legislatura questo è stato il quarto contatto con la Cdl, ma il primo diretto con il Cavaliere. "Mi ha spiegato - racconta Randazzo che è nel suo banco nell'aula di palazzo Madama per votare la finanziaria - senza tanti giri di parole, che la nave del governo stava affondando e che ero sempre in tempo a passare con l'opposizione". Randazzo tace sulla natura della merce di scambio e smentisce ogni voce. Si parla genericamente di qualche milione di euro e incarichi, qualcosa che avrebbe dato lustro al suo stato di italiano all'estero.
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"Sono andato al pranzo per curiosità e cortesia" racconta oggi il senatore. Quel pranzo finì subito con un "no, grazie". Poi, siccome, "in questi giorni mi sono sentito guardato a vista, allora ho scritto la lettera su carta intestata del Senato". Sempre senza muoversi dal suo posto nell'emiciclo, il senatore racconta che in quel pranzo "abbiamo parlato dell'universo mondo". Perchè proprio da lei, senatore? "Perchè Berlusconi è come se avesse la convinzione, gli ho detto sbagliata, che gli italiani all'estero sono più a destra che a sinistra. Il Cavaliere mi ha chiesto come potevo stare in una coalizione con i comunisti". E lei cosa ha risposto? "Che due partitini comunisti sono nulla al confronto di una Lega che vuole dividere l'Italia e bruciare il tricolore. Ho cercato di spiegare al Cavaliere che impatto drammatico poteva avere sui nostri connazionali all'estero che amano l'Italia, un partito del genere. Meglio i comunisti quindi...".
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Randazzo non aveva avvisato neppure il suo gruppo ma, stufo di essere al centro di sospetti e illazioni, oggi ha raccontato tutto e mostrato la lettera che porta la data di sabato 10 novembre.
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"Gentilissimo presidente, nel ringraziarla per la cordiale ospitalità di giovedì primo novembre a seguito del suo invito - si legge nella lettera - per il tramite del dott. (...omissis ) mi faccio dovere di comunicarle con la presente la mia ferma intenzione di non venir meno in nessuna circostanza all'impegno politico preso con la base popolare che mi ha eletto al Senato...".
"Sono certo che lei comprenderà i profondi motivi di questa mia risposta alla Sua sollecitazione a passare, nell'Aula del Senato e in una futura consultazione elettorale, nelle file dell'odierna opposizione giacchè penso che per l'identico genere di motivi anche lei giustamente esiga e si attenda - prosegue Randazzo - nelle prove della dinamica parlamentare la stessa lealtà da parte di ogni esponente del Suo gruppo".
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Per tutti questo motivi, e "convinto che ciascun rappresentante parlamentare possa e debba sempre contribuire, in totale fedeltà al proprio mandato, al progresso morale e materiale degli italiani in patria e nel mondo operando nello schieramento in cui ha scelto di militare, Le confermo di non avere alcuna difficoltà o esitazione a mantenere oggi e in futuro la mia personale identità distintiva in quanto a collocamento nel contesto politico del momento".
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Randazzo resta in aula fino all'ultimo voto, "ho gli occhi puntati addosso, sa". A fare il suo dovere di senatore eletto con questa maggioranza. E i segretari della Presidenza sono sguinzagliati nei corridoi e nella buvette del Senato, fino alle toilette, a controllare che tutta la maggioranza sia in aula al momento in cui c'è il voto. Chi si attarda per un caffè, o una sigaretta, o un bisognino, viene richiamato all'istante. Con modi, diciamo, abbastanza sbrigativi.
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...chissà perchè... ma a volte (diciamo sempre) il Cipria mi ricorda quel personaggio di "mobiliere brianzolo", tutto dané e barzellette, per anni impersonato da Massimo Boldi. Poi, alla fine, anche Massimo Boldi ha stufato, ed ora si è un pò perso di vista...
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