Ci piacerebbe sapere (ma forse non lo sapremo mai), cosa stia succedendo di devastante nella testa di Giuliano Amato, e di conseguenza in quella di Romano Prodi, di Di Pietro e di tanti altri personaggi dell'agognato governo di Centro-Sinistra ai quali avevamo affidato le nostre speranze di un radicale cambiamento di marcia.
Avevamo malamente digerito (anzi, a dire il vero, non lo avevamo digerito affatto) che Pollari fosse premiato, all'inizio di quest'anno, con la nomina a Consigliere di Stato a Palazzo Chigi. Pollari, è bene ricordarlo, al di là delle sue responsabilità dirette o indirette nel sequestro di un cittadino egiziano, ha organizzato un ufficio di dossieraggio illegale, da lui stesso guidato (nessuno contesta la circostanza). I suoi uomini migliori erano parte integrante di un network spionistico che si è avvalso delle tecnologie e della collaborazione della Security di un'impresa privata, la Telecom (pure qui, nessuna contestazione del fatto). Pollari, è bene ricordarlo, era stato nominato Capo degli spioni del Sismi nel 2001, dal Governo Berlusconi appena insediato.
Il mese scorso ha suscitato giustamente scandalo la decisione di Di Pietro e dei suoi di votare col Centro-Destra contro l'istituzione di una commissione d'inchiesta sulla "macelleria cilena" della scuola Diaz. Nè Grillo, nè Travaglio, abituali ed attenti fustigatori di costumi, hanno trovato nulla da ridire. Di Pietro ha fatto una indecorosa retromarcia solo sotto la pressione dei bloggers, e grazie ai suoi stessi (ex) estimatori, che lo hanno riempito di insulti sul suo blog. Pensavamo fosse finita. Invece ieri siamo stati costretti a leggere la seguente notizia:
Luperi promosso - La senatrice Giuliani “avvisa” il governo
La risicatissima maggioranza di governo al Senato rischia di incrinarsi dopo la promozione di uno dei dirigenti di polizia presenti al G8 ai vertici dei servizi segreti. «La promozione di un dirigente imputato per le violenze a Genova nel 2001, Giovanni Luperi, è impossibile da digerire». Lo afferma la sen. Haidi Giuliani, che presenterà un’interrogazione parlamentare in merito. «Dopo la manifestazione di sabato scorso, pacifica e bellissima, che chiedeva l’istituzione della commissione d’inchiesta, dalle istituzioni - osserva la madre di Carlo Giuliani - ci arriva questa risposta: la promozione di uno di coloro che ha partecipato ai pestaggi e alle torture di quella che è stata chiamata la notte cilena, a Genova. Credo che si stia creando un solco incolmabile tra il popolo dell’Unione e un governo che aveva tra i suoi impegni la commissione parlamentare sul G8, lo disattende per poi premiare i responsabili della gestione dissennata, anticostituzionale e antidemocratica dell’ordine pubblico in quei giorni».
Giovanni Luperi, ex vicedirettore dell’Ucigos, è stato nominato ieri capo del Dipartimento analisi dell’Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna), l’ex Sisde. Luperi è tra gli imputati per la sanguinosa irruzione nella scuola Diaz durante il G8 di Genova. L’ex capo della polizia Gianni De Gennaro si era speso personalmente a suo favore durante le indagini sulle violenze delle forze dell’ordine, venendo anche interrogato come testimone, nel suo ufficio nella capitale. Luperi, inizialmente indagato per le lesioni ai danni degli ospiti della scuola, era stato prosciolto da questa accusa e rinviato a giudizio per falso in atto pubblico, calunnia aggravata e abuso d’ufficio. La nomina di Luperi è l’ennesimo spostamento all’interno dei servizi segreti italiani, dopo la riforma di un anno fa. Leggi il servizio.
Vittorio Agnoletto, già leader del Genoa Social Forum e oggi europarlamentare, chiede il ritiro del provvedimento e attacca il governo. Immediata anche la reazione del Comitato verità e giustizia, che segue le vicende giudiziarie e politiche successive al G8 genovese. «Siamo senza parole - è scritto in un comunicato - . La promozione di uno dei dirigenti imputati al processo Diaz è un nuovo insulto all’etica costituzionale, una nuova bastonatura per chi fu vittima delle violenze e degli abusi nella “famigerata “notte dei manganelli”, definita a suo tempo “una notte cilena” dall’attuale ministro degli Esteri. La sospensione dello stato di diritto avvenuta a Genova nel luglio 2001 non ha portato a scelte serie e forti in difesa delle garanzie costituzionali. Né il governo del tempo, né quello attuale hanno chiesto scusa alle vittime, sospeso i dirigenti implicati, promosso una commissione parlamentare d’inchiesta, come dovrebbe avvenire in un paese democratico, fedele alla lettera e allo spirito della Costituzione. Si è legittimato l’operato delle forze di polizia, protagoniste di ripetute violazioni dei diritti umani e civili. La partecipazione al sanguinoso blitz alla Diaz, che ha macchiato in modo indelebile l’immagine della polizia di stato, sembra aver favorito le carriere dei dirigenti rinviati a giudizio. I cinque-sei imputati di grado più alto sono stati tutti promossi. La nomina dell’imputato Luperi a un ruolo così delicato nell’ambito dei servizi segreti è una triste e preoccupante conferma dell’incapacità del potere politico di garantire e difendere i diritti democratici di tanti cittadini umiliati nelle strade, nelle scuole e nelle caserme di Genova durante il G8 del 2001».
La nomina di Luperi era stata preceduta da quella di Gratteri, altra figura-chiave della "notte cilena". Gratteri nel 2001 era a capo dello Sco, oggi è al vertice del Dipartimento Centrale Anticrimine. Nomine, tra le tante, che hanno sollevato dure critiche specie dall'estrema sinistra. Proprio nei confronti di Gratteri poi, ha annunciato un'interrogazione Graziella Mascia di Rifondazione Comunista.
Ora arriva il possibile rinvio a giudizio di Gianni De Gennaro, ex capo della polizia italiana e oggi capo gabinetto del ministro dell'Interno Giuliano Amato. E' possibile che su di lui si abbatta l'onta di una richiesta di rinvio a giudizio. In queste ore sono, infatti, in fase di notifica i cosiddetti Acip, ovvero gli atti con cui si avvisano gli indagati e i loro difensori, che si sono concluse le indagini e possono prendere visioni degli atti.
L'inchiesta che coinvolge De Gennaro nasce anch'essa dal processo per l'irruzione alla Diaz. Nel corso di un'udienza in cui venne chiamato come testimone l'ex questore del capoluogo ligure Francesco Colucci, rilasciò una serie di dichiarazioni per le quali, la procura, chiese l'iscrizione al registro degli indagati per falsa testimonianza. Per il reato di istigazione alla falsa testimonianza fu invece indagato De Gennaro. Nel corso di una conversazione tra Colucci ed un collega, intercettata durante altre indagini, l'ex questore si sarebbe compiaciuto per aver soddisfatto il "capo". Interrogato a luglio, De Gennaro ha spiegato che Colucci potrebbe aver equivocato quella che era solo una chiacchierata sulla vicenda Diaz. La spiegazione non avrebbe però convinto i pm Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini, e con loro il procuratore aggiunto Mario Morisani.
Ora noi chiediamo, associandoci alla Senatrice Giuliani e a tutte le persone indignate in Italia e nel mondo, che finalmente qualcuno paghi, possibilmente non con il solito "promoveatur ut abmoveatur". Troppo poco, troppo indecente. Per una vera e propria sospensione della democrazia fortemente avallata, sostenuta e poi difesa da quattro fascisti, vogliamo una giustizia vera. Che Di Pietro, Giuliano Amato, Romano Prodi se ne facciano una ragione. Noi non molleremo.
A Giuliano Amato chiediamo di attenersi, nella scelta dei suoi collaboratori, a criteri di selezione etica almeno pari a quelli adottati da Marcello Dell'Utri nella selezione degli stallieri di Arcore. E' chiedere troppo?
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