Cerchiamo, tanto per cambiare, di tenere separati i fatti dalle opinioni. Alleghiamo la ricostruzione grafica, apparsa su Repubblica, del "teatro del delitto" (se noi del Tafanus avessimo i mezzi di Bruno Vespa, oggi potremmo discutere della cosa anche con contorno dello psicologo Crepet e del criminologo Bruno, e di un bel plastico. Accontentiamoci di quello che passa il convento).
Vediamo quali sono i fatti incontrovertibili:
-1) il poliziotto spara da un'area di servizio a quella opposta, da notevole distanza, attraversando con le sue pallottole due flussi di traffico (Nord-Sud e viceversa): se manca la macchina del Sandri, la pallottola ha serie probabilità di finire su qualcuno che sta facendo rifornimento di benzina, oltre il Sandri.
-2) sembra accertato che il poliziotto si sia messo a sparare senza sapere neanche a cosa e perchè.
-3) il poliziotto spara per colpire qualcosa, ad altezza-uomo, impugnando l'arma a due mani e a braccia tese (ci sono le testimonianze; altro che "colpo partito mentre correva"...). Spara prendendo la mira. Ora è abbandonata anche la versione del "colpo partito accidentalmente", e si passa al "forse voleva mirare alle gomme". Ma le "gomme", in quella posizione, erano ben protette da un ben alto e robusto guard-rail.
-4) contrariamente alle "certezze" espresse ieri da alcuni informatissimi commentatori, l'auto del Sandri non "scappa" quando vede arrivare l'auto della polizia, semplicemente perchè l'auto della polizia è dall'altra parte, e per arrivare dove c'è quella del Sandri avrebbe dovuto scavalcare tre barriere ed attraversare in perpendicolare quattro corsie di marcia.
-5) l'auto su cui è Sandri sta semplicemente uscendo dall'Autogrill: è solo un poliziotto alquanto sprovveduto e nervosetto che vede l'auto "fuggire", "nonostante le sirene". L'avrei fatto anch'io: perchè mai avrei dovuto fermarmi? perchè nell'area di sosta opposta suonano delle sirene?
-6) qualcuno, ieri, ha "deciso" che i coltelli e gli ombrelli spezzati appartenessero, inequivocabilmente, agli occupanti dell'auto di Sandri. Nessuno li ha visti buttar via coltelli e ombrelli, il Sandri era talmente impegnato nella rissa che dormiva, ma tant'è: quando ci si forma un'idea, è poi difficile abbandonarla.
-7) anche se così fosse, è difficile ipotizzare che un poliziotto possa decidere di ammazzare qualcuno, senza processo, per così poco.
Il balletto delle dichiarazioni ufficiali, iniziato col classico "sono stati sparati due colpi di avvertimento in aria, uno dei quali ha "attinto" al collo il Sandri", sono da vaudeville, e non è escluso che abbiano contribuito a far incazzare ancora di più gli ultràs, che certo non avrebbero bisogno di simili incentivi.
Tutto questo non giustifica ciò che è successo dopo, ma certamente il balletto delle dichiarazioni non ha contribuito a sedare gli animi.
La decisione di annullare o meno le partite è opinabile. Nessuno ha certezze (men che meno noi) su cosa si sarebbe dovuto fare. L'unica cosa che NON si sarebbe dovuto fare è quella di decidere in un modo in una città, e in un altro nell'altra.
Il provvedimento di "sospendere" per domenica prossima il calcio (quello che conta, e cioè la serie A), è una presa per il culo, visto che già il calendario prevedeva la sua sospensione a causa delle partite della nazionale. E della serie B e C non frega quasi niente a nessuno.
Ora è inutile illudersi che in un paese pallonaro come l'Italia qualcuno possa pensare sul serio di "sospendere il calcio" per anni. Non lo ha fatto neanche la citatissima Inghilterra, che ha sospeso solo la partecipazione delle squadre inglesi alle competizioni internazionali.
A noi, più modestamente, basterebbero i seguenti provvedimenti:
-a) Scioglimento dei clubs, che sono diventati i covi di 20.000 estremisti politici, 15.000 di destra, 5.000 di sinistra.
-b) Divieto di trasferte di massa, con o senza biglietto.
-c) Istituzione del tesserino elettronico contenente la "storia" di ogni singolo tifoso.
-d) Prolungamento a 7 giorni dei "termini" per la fragranza di reato", e quindi per la possibilità di arresto.
-e) Processo per direttissima, e condanna ad un minimo di un anno di galera senza patteggiamento e senza condizionale: galera da scontare.
-f) Interdizione perpetua dal diritto di accesso agli stadi.
-g) Squalifiche pesantissime a giocatori che con simulazioni, falli violenti, contestazioni degli arbitri, comportamenti impropri, contribuiscono ad innescare la violenza.
-h) Servizi d'ordine a cura e spese delle società calcistiche; responsabilità oggettive delle società estese dall'interno all'esterno degli stadi.
E' chiedere troppo? a noi sembra il minimo; e se proprio non si riesce a fare ciò, che si chiuda il calcio, e lo si faccia ripartire dagli oratori, dalle squadrette di paese e da scapoli-ammogliati. Una cosa è certa: il calcio, così com'è oggi, comporta dei costi economici, sociali, morali, non più tollerabili.
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