...scusate se, a distanza di circa due mesi, ripropongo un post che aveva fatto molto rumore. Purtroppo i segnali inquietanti del razzismo più becero crescono in frequenza ed intensità; e crescono, in prevalenza, proprio nella regione che detiene il record italiano fra le regioni che hanno fornito al mondo emigrati italiani con le pezze al culo. I partiti coinvolti? sempre gli stessi... Ecco l'articolo di oggi di Repubblica, che mi ha rovinato la domenica. E se Natzinger, anzichè sparare stronzate a raffica, si occupasse da "prete" di questi fenomeni?...
A Montegrotto Terme, nel Padovano, cartelli choc ai bus: il sindaco ai cittadini: "Emigrate - Già 40 i comuni hanno seguito l'esempio di Cittadella - In Italia ci sono troppi stranieri" - Niente documenti a chi non conosce l'italiano, tabelloni provocatori.
ROBERTO BIANCHIN - Repubblica
MONTEGROTTO TERME (PD) - Troppi immigrati, andiamocene noi. Visto che non riesce a fermare l'orda straniera, il sindaco ha deciso di invitare i suoi concittadini ad emigrare. Lo ha fatto con una scritta polemica che da ieri appare sui tabelloni luminosi della cittadina termale, quelli dove di solito passano le informazioni sui servizi comunali. "Cittadini, emigrate! - ha scritto - vivrete meglio da immigrati in un'altra nazione che da cittadini nel vostro paese". Luca Claudio, di An, spiega così il messaggio-choc: "In Italia vengono dati più diritti agli irregolari. Quindi si vive meglio da immigrati che da cittadini. E noi sindaci non possiamo fare niente, abbiamo le mani legate. O ci danno gli strumenti per garantire la sicurezza o riconsegniamo il mandato".
Cresce la tensione anti-immigrati nel Veneto, e si moltiplicano le iniziative, anche bizzarre, dei sindaci, dopo l'ordinanza anti-sbandati inventata dal primo cittadino leghista di Cittadella Massimo Bitonci per proteggere il Veneto "invaso da bande di delinquenti" cacciando i poveri, i disoccupati, i senzatetto. Sono già 40 i paesi e città, da Verona a Treviso, da Montecchio Precalcino a Gorgo al Monticano, che hanno adottato analoghe ordinanze. O che hanno deciso misure punitive, come quella del sindaco forzista di Romano d'Ezzelino, nel vicentino, Rossella Olivo, che ha escluso dalle borse di studio gli studenti extracomunitari. O patriottiche, come quella del primo cittadino di Loria, nel trevigiano, Roberto Vendrasco, che ha deciso di far cantare l'inno di Mameli prima delle sedute del consiglio comunale.
Il tramonto del nuovo miracolo economico ha fatto scoppiare le contraddizioni. Gli imprenditori da una parte, alla ricerca di manodopera a basso costo, muratori e badanti, il popolo dall'altra, con la febbre della paura addosso, perché la delinquenza, soprattutto straniera, dilaga. Furti, rapine, violenze. Così i sindaci diventano sceriffi. E inventano ronde e divieti, muri e fossati, blitz e ordinanze. Dal mare alle montagne la guerra allo straniero è dichiarata. E dietro al Veneto si stanno muovendo altri comuni del nord, dalla Lombardia al Piemonte.
"La gente è stanca e non ne può più", dice il sindaco di Cittadella, che prossimamente verrà ascoltato nientemeno che dal parlamento europeo. "L'ordinanza è solo il riassunto di quello che la legge ci permette di fare", minimizza il sindaco leghista di Treviso Gian Paolo Gobbo. "Il problema è che l'Italia è un colabrodo sul fronte dei controlli legati all'immigrazione", rileva un altro sindaco del Carroccio, il primo cittadino di Verona Flavio Tosi. Per sostenere "l'editto" di Cittadella, sono scesi in piazza a San Donà di Piave anche i sindaci del Veneto Orientale, da Jesolo a Musile a Eraclea. Mentre il sindaco di Teolo, nel padovano, Lino Ravazzolo di An, ne ha inventata un'altra: non metterà la sua firma sul decreto che concede la cittadinanza se il richiedente non conosce bene l'italiano e la Costituzione. (Resta da capire se il post (?) fascista di Teolo sottoporrà anche se stesso e i "teolani" all'esame di Italiano e di Costituzione, e quanti supereranno l'esame; e a chi non lo supererà, verrà tolta la residenza? ma questo fascista ha fatto le scuole dell'obbligo? e con quali risultati? NdR). Invece Chioggia, che voleva adottare la stessa ordinanza, ha fatto marcia indietro dopo le proteste della Curia, che ha fatto presente come nella cittadina lagunare la percentuale di immigrati sia la più bassa di tutta la provincia: il problema riguarda appena il due per cento della popolazione [...]
"Inutile, figlia di una campagna demagogica che moltiplica le paure - spiega il sociologo Gianfranco Bettin - ma la paura c'è, il problema esiste e va affrontato". Anche il sindaco di Padova Flavio Zanonato, del Pd, la ritiene "una risposta sbagliata". Perché "un sindaco non si può inventare una commissione che può decidere chi sta e chi non sta nel territorio comunale".
E non è un caso che nell'elenco dei comuni che hanno seguito l'esempio di Cittadella non ci sia Arzignano, il paese vicentino più "straniero" del Veneto. Su 25.300 abitanti, 4.600 sono stranieri, il 18,5%, e alla scuola materna i bambini di altri paesi superano quelli italiani: arrivano al 60%. Un modello di convivenza? "Non esageriamo - si schermisce il sindaco Stefano Fracasso, del Pd - diciamo che è un laboratorio di convivenza civile. Sono anni che affrontiamo questo problema con molto pragmatismo e senza pregiudizi ideologici. Anzitutto facendo rispettare le regole, che sono regole per tutti. E senza buonismo, perché solo così i cittadini capiscono e accettano gli interventi di integrazione".
Qui di seguito larghi estratti del post pubblicato appena due mesi fa (il 7 ottobre) sul Tafanus:
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...non è vero che i maggiori serbatoi di emigrazione siano state le regioni meridinali. I dati, separati dalle opinioni, raccontano un’altra storia. Friuli, Veneto e Lombardia hanno fornito più carne da emigrazione che Sicilia, Calabria e Campania.
"...volevamo braccia, sono arrivati uomini..." (Max Frisch)
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Nel 1961 c'era già il "miracolo italiano", però nel ricco Veneto dei Gentilini alcuni stentavano a vederlo, il miracolo, persino da lontano. Ecco com'erano le case venete nel 1961
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Negli anni del miracolo, un italiano su 12 era totalmente analfabeta
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L'Italia non ha esportato solo Enrico Fermi e Meucci: ha esportato principalmente masse di analfabeti.
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Non è vero che i maggiori serbatoi di emigrazione siano state le regioni meridinali. I dati, separati dalle opinioni, raccontano un'altra storia. Friuli, Veneto e Lombardia hanno fornito più carne da emigrazione che Sicilia, Calabria e Campania.
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Non è vero che abbiamo esportato solo piastrellisti, pizzaioli e contadini: abbiamo esportato fior di delinquenti, in quantità industriali. Questo è il numero di carcerati negli USA, solo per reati gravi, nel 1908.
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Schio: prima del boom, la fame. Rara foto di una famiglia patriarcale contadina di Schio conservata alla Biblioteca Scledense. Da quelle campagne vicentine oggi operose e opulente partirono a decine di migliaia, andando incontro spesso a tragedie come quella raccontata in una lettera, raccolta da Emilio Franzina nel libro "Merica! Merica!", da Bortolo Rosolen: "Il viaggio è stato molto pesante tanto che per mio consiglio non incontrerebbe tali tribolazioni neppure il mio cane che ho lasciato in Italia. (...) Piangendo li descriverò che dopo pochi giorni si ammalò tutti i miei figli e anche le donne. Noi che abbiamo condotto 11 figli nell'America ora siamo rimasti con 5, e gli altri li abbiamo perduti. Lascio a lei considerare quale e quanta fu la nostra disperazione che se avessi avuto il potere non sarei fermato in America neppure un'ora".
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Veneto 1930: tracce di medioevo: nella foto dell'archivio del "Gazzettino", marito e moglie davanti al loro "casòn", l'abitazione tradizionale delle campagne venete. Siamo già nel 1930, il treno è stato inventato da 105 anni, il telegrafo da 79, il telefono da 74, il fax da 65, la metropolitana elettrica di Londra da 40, il cinema da 35, l'automobile Mercedes da 30, l'aereo da 27, la radio da 24. Eppure dal nostro paese partono altre 280 mila persone in un anno nonostante il freno del fascismo e nelle terre che diventeranno pochi decenni dopo la "locomotiva d'Italia" c'è chi vive ancora come nel medioevo. Poco è cambiato da quel 1877 in cui il municipio di Padova stimava che su 3187 case coloniche del circondario poco meno di un terzo erano casoni. Cioè: "Gabbie di legname a quattro pareti piane, collocate sopra muriccioli a secco, rifoderati da canne di sorgo turco, dentro e fuori spalmate di creta: superiormente un'intelaiatura di legno a forma di piramide, colle facce esterne intessute e coperte di strame o di paglia, un uscio che permetta l'entrata della gente e dentro l'angusto ambiente un focolare, cui sovrasta una qualsiasi via d'uscita per il fumo, una o due finestrelle, difese da impannate od anco da vetrate; pavimento la nuda terra". In navigazione verso l'odio - Nella foto Farabola, emigranti a bordo del "Principe di Udine" nel 1926. Alcuni avrebbero fatto fortuna, molti no. Tutti sarebbero stati accolti, in Australia come negli Usa, da forti ostilità. Un giornale di Melbourne del 1925 dedicato agli italiani, in gran parte veneti e piemontesi, titolava: "L'invasione delle pelli-oliva"
Rimandiamo coloro che volessero rivedere il post completo sulla "memoria corta" degli italiani ad andare sul seguente link:
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