Uccidetelo! non se ne può più! Stanotte ho fatto un sogno: ero fra le guglie del Duomo di Milano, armato di un fucile di precisione a cannocchiale, e stendevo, uno dopo l'altro, tutti i babbinatale che rompevano le palle ai passanti, a loro volta dotati di babbini-natalini. Non se ne può più. Metteli in un CPT, fatene qualcosa, impacchettateli e rispediteli a Rovaniemi, con una bolla d'accompagnamento: "Ad ognuno le sua immondizia: noi ci teniamo Berlusconi e Saccà, voi riprendetevi sti cazzi di babbinatale coi quali avete infestato il mondo".
Che ognuno si tenga le sue scorie dannose. E poi, in particolare il babbonatale di noi comunisti si è distinto, specie nell'ultimo anno, per insipienza, incapacità assoluta di soddisfare uno solo dei nostri desideri. E dire che ci eravamo molto limitati, nelle nostre richieste. Avevamo chiesto solo delle piccole, elementari cose, che finalmente avrebbero avvicinato il livello di civiltà e laicità dell'Italia a quello di Grecia, Spagna e Turchia. Per gli smemorati, vogliamo riportare alcuni passaggi della nostra letterina di Natale a questo lestofante imbroglione. Come ognuno potrà constatare, non chiedevamo la luna, ma solo una volgarissima torcia a pile.
Caro Babbo Natale,
anche quest'anno, come faccio da quando avevo 5 anni, sono qui a scrivervi la presente, e così spero di voi. Devo confessarvi che già l'anno dopo, un comunista molto più navigato di me (aveva sette anni, ed era mio fratello) aveva tentato di instillarmi dei dubbi sulla vostra esistenza. Mi diceva, con l'aria di chi la sa lunga: "Babbo Natale è una sola". Io, che già da allora detestavo i massacratori della lingua italiana, ribattevo: "...tutt'al più è "uno solo", maschile..." Però vi ho sempre difeso, persino quell'anno che vi avevo chiesto la biciclettina, ed invece vi siete sbagliato, ed avete dato la biciclettina al bambino del secondo piano, che ne aveva già un'altra, e a me avete mandato un sacchetto di quelle cazze di caramelle che si attaccavano ai denti, ma prima alla carta in cui erano avvolte. Tutte al gusto di arancia. Ma chi ve le aveva chieste?
Non c'è stato un solo anno che mi abbiate accontentato. Eppure vi ho sempre portato rispetto. Verso i 9 anni ho iniziato a pensare che foste alquanto rincoglionito, ma per il rispetto che vi portavo, non l'ho detto a nessuno. Qualche anno dopo, la prova che tutto sommato foste alquanto imbroglione. Per l'ennesima volta vi avevo chiesto la solita biciclettina, che finalmente è arrivata, però rassomigliava tanto a quella di mio fratellino più grande, che stranamente era sparita un mese prima. Sembrava proprio identica, solo un po lavata e lucidata. Per fortuna che anche a mio fratello più grande, che non l'aveva chiesta, ne avete portata una nuova di pacca!
L'anno scorso, dopo dieci anni di caramelle all'arancia, venti anni di pullover, trent'anni di pantofole "bellecalde", vi avevo chiesto delle cose che non costano niente, e neanche quelle, mi avete portato:
-1) Vi avevo chiesto di pietrificare il nano più alto d'Italia, e di portarmelo. Avrei voluto metterlo nel mio giardino, insieme agli altri nanetti per i quali ho già predisposto lo spazio e fatto la prenotazione: Fìnolo, Casìnolo, Cuffàrolo, Bossolo, Borgheziolo e Morattola. Non mi avete portato una mazza.
-2) Vi avevo chiesto di far migliorare la mira dei lanciatori di cavalletti e di uova. Eccheccazzo vi costava! Niente! Eppure, ancora ieri, un lanciatore di uova è riuscito a sfiorare un braccio del bersaglio. A quando uno capace di centrare la bocca, distruggendo la dentiera, o il cranio, distruggendo l'orticello amorevolmente coltivato?
-3) Infine, vi avevo chiesto anche delle cose serie: una legge sul conflitto d'interessi, una sulla TV, una sulla fecondazione assistita, una sui precari, una sulle unioni di fatto... insomma, poche cose, tutte da comunisti. Non avete fatto un cazzo.
Babbonatà... aveva ragione mio fratello... non avete fatto un c....; sintassi o non sintassi, siete "una sola". E ora fatevi un regalo: tornatevene a Rovaniemi, che se vi azzardate a passare vicino a casa mia, un cavalletto fra i denti non ve lo leva nessuno. E portatevi pure il nano più alto d'Italia. Visto che non lo avete voluto portare a me, previa pietrificazione, portatevelo vivo, finché siete in tempo, e regalatelo agli impiegati dell'ufficio postale di Rovaniemi, che così imparano a prendere per il culo la ggente.
Babbonatà... sono incazzato nero, e così spero di voi.
Tafanus
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