Amalia da Piedade Rebordão Rodrigues, nota come Amalia Rodrigues, nasce e muore a Lisbona: 1920/1999, dopo aver girato il mondo mille volte. Amalia non ha un'infanzia facile. Nasce in una famiglia numerosa di poveri immigrati. Viene allevata dai nonni materni e frequenta solo tre anni di scuola elementare, iniziando presto a lavorare come venditrice di arance, poi in una pasticceria di Lisbona. Poco a poco si fa notare per la sua voce in piccole manifestazioni locali.
A diciannove anni riesce a farsi
ascoltare dal proprietario di un famoso locale di Lisbona, e da qui, come nelle
favole a lieto fine, inizia una straordinaria carriera. Sposa Francisco Cruz,
un operaio dal quale si separerà dopo tre anni. Si risposerà quindici anni dopo
con l'ingegnere brasiliano César Séabra, e diventa subito famosa come
"Amália Rodrigues, a Alma do Fado". Entro un anno è già pagata venti
volte di più che i maggiori artisti del momento ed è una vedette del teatro di
rivista e perfino del cinema, ma per i primi sei anni della sua carriera non
incide neppure un disco, per l'opposizione del suo agente che lo ritiene
controproducente (Wikipedia).
La sua carriera durerà più di
cinquanta anni, con centinaia di concerti in tutto il mondo ed almeno 170 LP
pubblicati. Il pubblico internazionale è soggiogato dal fascino della sua voce
e dall'espressività delle sue interpretazioni al punto da non aver neppure
bisogno di capire la lingua portoghese per captarne il messaggio emotivo.
Innumerevoli sono le persone che si accostano, per interesse verso di lei, alla
lingua ed alla cultura portoghesi.
A metà degli anni settanta, la "Rivoluzione dei garofani" la prende a bersaglio e la discrimina duramente per esser stata, pur senza sua colpa, un simbolo del Portogallo di Salazar. Amália, praticamente esiliata, intensifica le tournées all'estero fino al momento in cui scopre di essere affetta da un tumore. Pur riabilitata - dopo dieci anni - dal nuovo governo socialista, dovrà rassegnarsi a lasciare il palcoscenico e vivrà i suoi ultimi anni in ritiro nella sua celebre casa di Rua S. Bento, a Lisbona, dove morirà la mattina del 6 ottobre 1999. Ciò non le impedisce, nel 1995, di incontrare l'altro "grande vecchio" della musica popolare, Roberto Murolo, e di incidere con lui uno storico album, "Anema 'e Core", dal quale è tratto il brano offerto al vostro ascolto questa settimana.
Alla sua morte vengono proclamati
tre giorni di lutto nazionale e i suoi funerali vedono la commossa
partecipazione di decine di migliaia di persone. Attualmente riposa fra i
grandi portoghesi di tutti i tempi nel Pantheon di Lisbona.
Amalia Rodrigues sarà per sempre conosciuta
come la "Regina del Fado", ma a nostro avviso questa definizione,
apparentemente elogiativa, non le rende merito. La troviamo restrittiva. Amalia
è una di quelle voci che possono nobilitare il fado, ma che di fatto affrontano
con uguale dignità le canzoni napoletane, e persino gli stornelli popolari
siciliani (vedi l'intensa esecuzione di "Sciuri Sciuri").
Nel 1929 lo scrittore portoghese
Fernando Pessoa scriveva : «Il fado non è né allegro né triste, è la stanchezza
dell'anima forte, l'occhiata di disprezzo del Portogallo a quel Dio cui ha
creduto e che poi l'ha abbandonato: nel fado gli dei ritornano, legittimi e
lontani... »
Amália diceva invece, più
semplicemente, che il fado "è destino" (dal termine latino fatum,
fato). Da qui il fatalismo, la melanconia e la saudade, una forma sublimata di
nostalgia... La radice ancestrale di questo sentimento Amalia lo descriveva
così: "...non sono io che canto il fado, è il fado che canta me..."
L'album “Anema ‘e Core”. inciso a 75 anni con Roberto Murolo, che di anni ne aveva 83, prova che quando due grandissimi musicisti si incontrano, anche se le voci presentano qualche impercettibile incertezza, il risultato netto è quasi sempre un prodotto musicale di lancinante bellezza.
Amalia Rodrigues e Roberto Murolo – Anema ‘e Core
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