Mentre leggete questo post, Adriano Celentano ha compiuto da un giorno i 70 anni. Era quindi doveroso dedicare a lui la Perla Musicale" della settimana. Personaggio controverso finchè si vuole, è però indubbio che abbia lasciato una traccia profonda nella musica "leggera" italiana.
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Di Celentano ho apprezzato alcune cose, molte le ho detestate. Ho apprezzato sempre le sue qualità musicali, questo suo saper rinnovarsi di continuo per mezzo secolo, con canzoni sempre nuove, e quasi sempre belle. C'è gente che in Italia ha campato per dieci anni sullo stesso pezzo (Marcella Bella e le sue Montagne Verdi, Antoine e il suo "Mi tirano le pietre"...), auto-condannandosi all'emarginazione. Cantanti come Celentano, Mina, Mannoia e pochi altri, sono l'esatto contrario: sempre pronti a reinventarsi, quasi sempre con successo.
Fra le cose che di Celentano detesto, c'è innanzitutto l'insopportabile opinionista muto TV: spesso, incapace di esprimere un concetto compiuto, tentava di sostituirlo con lunghe pause che avrebbero voluto essere cariche di significato, ed invece erano solo noiose. Poi ero addirittura allergico (ma è un fatto mio personale), al giochino del "chi è lento, chi è rock". Ma evidentemente era ed è una mia idiosincrasia, visto che il Corsera su questa stronzata ha aperto addirittura un forum che è andato avanti per giorni e giorni. Il forum più inutile degli ultimi 50 anni.
Non ho conosciuto Celentano, ma ho conosciuto Don Backy. Sul piano umano, non ha mai espresso giudizi esaltanti sull'uomo. Ma questa è una storia vecchia. Oggi vogliamo solo fare gli auguri al "molleggiato", e per farlo abbiamo preso dal "Messaggero" di ieri una sventagliata di "telegrammi" di chi l'ha conosciuto:
Ieri, giorno della Befana, Adriano Celentano, nato il 6 gennaio 1938 a Milano da una famiglia di origine pugliese, ha compiuto 70 anni. La sua festa è cominciata da una settimana. Ne parlano tutti. Noi abbiamo messo insieme un po' di pareri: dall'amica d'infanzia a Don Backy passando per padre Ugolino, il suo amico-confessore.
Ginetta (amica d'infanzia di Celentano). «Un bravo figliolo, ma un po' piagniucoloso. Se dicevi qualcosa che non gli andava bene, correva subito dalla mamma. Suonava la chitarra seduto sul marciapiede e ogni volta che passavo gli dicevo: sei proprio un pirla».
Ricky Gianco. « Non chiamerò Adriano perché non ho il suo numero e perché è più facile incontrare il Papa che lui. Se lo sentissi gli direi di non isolarsi troppo»
Don Backy. «Sono 45 anni che non parlo più di Celentano, ma se proprio devo dire qualcosa dico ad Adriano auguri. Fra poco anche io faccio settant'anni ma non credo che a qualcuno gliene fregherà qualcosa».
Padre Ugolino: «Ha sempre avuto timore, come penso tanti di noi, della morte. E in tante occasioni, sapendo di avere conforto dal suo vecchio amico frate, mi ha fatto domande sull'aldilà, cercando delle risposte e, credo, delle rassicurazioni. Il suo affetto per Gesù mi ha sempre commosso».
Jovanotti: «Adriano come artista lo conosco da sempre, e un pochino anche di persona. Da lui si traggono insegnamenti importanti, come giocare con il proprio lavoro. Lui gioca e rilancia, continuamente, rimette tutto in discussione. Fa questo lavoro per il piacere di farlo»
Vincenzo Cerami. «Azzurro è la cosa più bella nella storia della canzone italiana. Neanche Paolo Conte, che l'ha scritta, la canta così bene. Quando la registrò, Celentano aveva il raffreddore, il naso chiuso produsse una particolarissima voce che è stata la sua fortuna».
Ottavia Piccolo. «Ho girato con Celentano Serafino di Pietro Germi, il mio primo film importante. Non abbiamo legato perché lui era già un divo ed era molto protetto. Ricordo che all'epoca dell'ambiente non gli importava nulla. È buffo perché le nostre vite si sono sfiorate: per 16 anni ho avuto una casa ad Asiago: non ci siamo mai incontrati, ma vedevamo le stesse montagne...».
Renato Farina, giornalista (?). «Hai dichiarato: per capire se ho commesso errori dovrei fare un replay di tutta la mia vita. Potrei anche farlo, ma mettiamo il caso che non trovi neanche un errore?. Attaccati al tram e smettila di romperci le palle con le prediche a noi poveri peccatori».
Il brano proposto questa settimana non è fra i suoi più famosi, ma è, a mio avviso, fra i più belli dal punto di vista musicale, ed è anche emblematico della sua capacità di cambiare pelle in continuazione. In questo brano, poi, lascia (e fa bene) molto spazio alla parte strumentale: una delle cose più belle del brano è l'assolo centrale di piano.
Adriano Celentano - Per sempre
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