"...all'epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto..." Firmato: Cardinale Joseph Ratzinger - Parma - 15 marzo 1990.
L'emittente della Santa Sede polemizza con i 67 scienziati che hanno firmato un appello definendo "incongruo" l'invito al Pontefice in nome della "laicità della scienza" - Proteste per il Papa alla Sapienza - Il Vaticano accusa: "Censura" - Si organizzano le proteste nell'ateneo. Striscioni contro Benedetto XVI - Il Rettore Guarini: "Ratzinger sarà accolto come messaggero di pace"
Questo l'occhiello dell'articolo di Repubblica. Il Vaticano grida alla "censura"??? Siamo di nuoco al "chiagne 'e fotte". Papa Natzinger dispone, per le sue concioni, di tutte le bocche di fuoco di proprietà (da Radio Vaticana in onde corte, a Radio Maria - che ha più frequenza di Isoradio - all'Osservatore Romano, a Sat2000, al Foglio, a tutti i settimanali cattolici, a tutte le bocche di fuochi di giornali ciellini, ex e post democristiani, a tutti i giornali fascisti ed italoforzuti, a tutte de TV del Salesiano Berlusconi, ad ampi spazi sulle TV di Stato, dove è più presente di Romano Prodi).
Se il Rettore Guarini vuole accogliere il Papa Natzinger come "Messaggero di Pace", lo faccia a casa sua. Non lo porti ad inaugurare, addirittura, l'Anno Accademico di una Università Laica. L'Università è di tutti, laici, cattolici e persino anriclericali. Non porti un retrivo e recente "giustificatore" del processo a Galileo ad inaugurare l'anno accademico nel tempio laico dell'oggettività scientifica. Non porti il nipotino di chi ha bruciacchiato Giordano Bruno nella casa comune.
ROMA - (Repubblica.it) E' ormai scontro sulla visita del Papa per l'inaugurazione dell'anno accademico all'Università "La Sapienza" di Roma in programma per giovedì prossimo. Da una parte si aggiungono firme prestigiose all'appello dei 67 fra docenti e prestigiosi scienziati laici che lo definiscono un "incongruo evento" e chiedono al Rettore di annullarlo. Dall'altra, Radio Vaticana che bolla quella dei professori "un'iniziativa di tipo censorio". "La Sapienza - specifica la radio della Sanata Sede - è stata fondata da Papa Bonifacio VIII nel 1303. La comunità universitaria attende con interesse l'incontro con Benedetto XVI''. Un tono che poi sfocia nell'ironia quando l'emittente vaticana definisce "tollerante" fra virgolette l'appello dei professori.
A tre giorni dalla visita di Benedetto XVI sale il termometro della protesta. Divisi i professori ma divisi anche gli studenti. Annunciano sit-in contro Benedetto XVI, terzo papa in visita alla Sapienza dopo Paolo VI nel 1964 e Giovanni Paolo II nel 1991. Organizzeranno cortei, campagne di comunicazione e daranno vita a "gesti eclatanti" come diffondere a tutto volume musica dance e house dalla piazza davanti all'ingresso dell'università, uniti contro "l'oscurantismo" di Ratzinger con una distinzione tra i collettivi dell'ultrasinistra che annunciano "l'assedio sonoro", e le liste vicine al Pd presenti nell'ateneo che "si dissociano da una protesta strumentale". Sulla sponda opposta, i giovani universitari cattolici si preparano invece con una veglia di preghiera.
Il clima in ateneo è teso. Sono ormai decine gli striscioni e i manifesti anti-papa. E continuano ad aumentare. Sul manifesto affisso dal collettivo di Fisica sulla statua della Minerva all'ingresso della Sapienza, è scritto: "Il sapere non ha bisogno né di padri, né di preti". Fuori da Geologia sventola un mega lenzuolo che ricorda "la scienza è laica", e su piazzale Aldo Moro, un cartellone recita: "fra Giordano è bruciato, Galileo ha abiurato, noi resisteremo contro il papato".
Il Rettore tenta di spegnere le polemiche: "Il Papa sarà accolto come messaggero di pace.La cerimonia di inaugurazione quest'anno - evidenzia il Rettore Renato Guarini - è dedicata all'impegno contro la pena di morte. Benedetto XVI ha scelto di offrire in questa occasione una propria riflessione alla comunità universitaria, ma l'inaugurazione dell'anno accademico e la visita di Papa Ratzinger resteranno due momenti separati".
Tra i sessantasette docenti che si oppongono alla visita del Papa, ci sono tutti i più noti fisici dell'ateneo. "E' sconcertante l'invito rivolto al Papa. Nel '90, ancora cardinale, Joseph Ratzinger disse che il processo della Chiesa contro Galileo fu ragionevole e giusto. Quelle parole ci offendono e ci umiliano".
Nonostante le critiche, però, la cerimonia resta confermata e sarà divisa in due parti: la lectio magistralis tenuta da Mario Caravale, docente di storia del diritto, che parlerà della pena di morte, seguita dagli interventi del ministro dell'Università Fabio Mussi e dal sindaco di Roma Walter Veltroni. Benedetto XVI interverrà per ultimo e infine visiterà la cappella interna all'ateneo.
E' una vigilia sempre più "pesante". Neppure il mondo della politica resta a guardare. Contro l'ipotesi di chiudere la porta al Papa, si è alzato un coro di no. Condannano la contestazione Isabella Bertolini, vicepresidente dei deputati di Fi ("La crociata laicista è un'offesa alla libertà di espressione"); il vicesindaco di Roma Maria Pisa Garavaglia ("La richiesta di revocare l'invito al Papa è paradossale"); Maurizio Gasparri di An ("I 67 professori andrebbero denunciati"), e Peppino Caldarola, deputato del Pd che dice: "La minaccia contro il Papa è un evento drammatico, culturalmente e civilmente".
Difende la scelte dei 67 colleghi, Piergiorgio Odifreddi, matematico e saggista: "Sono più che d'accordo con l'appello degli scienziati al rettore. La Chiesa ha tutto il diritto di prendere posizione, ma l'invito del Papa all'università, addirittura all'inaugurazione dell'anno accademico, è una provocazione". Parere che condivide pienamente un'altra laica convinta, Emma Bonino: "Nessuno vuole imbavagliare il Papa o togliergli la parola. L'unico che ha la parola, mattina e sera, è appunto il Papa, con i suoi seguaci, e la morale cattolica".
...mentre non sorprende la "presa di posizione" (appecoronata) di Maurizio Gasparri (saremmo rimasti sorpresi se non ci fosse stata), che "denuncerebbe", democraticamente, chi non la pensa come lui, sorprende, eccome, la posizione supina di membri autorevoli del PD. Sorprende, e ci induce a chiederci, con toni sempre più pressanti, cosa diamine stia diventando questo partito...
L'articolo di Cotroneo su l'Unità
Il sospetto c’è, e non è di quei sospetti che danno grande sollievo. Nel senso che questo invito dell'Università La Sapienza di Roma perché il Papa inauguri l'anno accademico assomiglia più a una gaffe piuttosto che a una scelta etica e religiosa. E i docenti di fisica dovrebbero sorriderne piuttosto che agitarsi più di tanto. La gaffe è semplice: non si invita un Pontefice a inaugurare un anno accademico universitario. Nessuno di solito lo fa, e non ha alcun senso. Non si invita un Pontefice a inaugurare un anno accademico perché il Papa è un capo di Stato, ed è la massima autorità della Chiesa cattolica.
Come non si invita Benedetto XVI non si invita il Dalai Lama, e non si invita il Rabbino capo di Roma. Il pontefice può far visita all’università di Roma, ma l’inaugurazione di un anno accademico è un evento laico, scientifico e intellettuale. E il papa non è un intellettuale, è un papa, che è cosa assai diversa.
E allora? Allora si tratta di gaffe, di superficialità, di frivolezza intellettuale. Alla Sapienza si saranno chiesti: da chi facciamo inaugurare l’anno accademico? Da uno importante, molto importante, forse il più importante. Guardati attorno e chi trovi? Bill Gates e Steve Jobs, sono famosi e importanti, ma non abbastanza. George Bush è molto importante ma non è un intellettuale. Di premi Nobel è pieno il mondo, e non fanno più effetto a nessuno. Forse il papa, certo, il papa: intellettuale, colto, e soprattutto importantissimo. Perché non lui? E perché non affidargli la lectio magistralis? Peccato che l’università è un’istituzione scientifica, dove insegnano atei e credenti, e tra i credenti ci possono essere cattolici o protestanti, buddisti o induisti, anglicani o ebrei.
E allora come gli è venuto in mente? Gli è venuto in mente perché il piano del discorso non è intellettuale, la provocazione di chiedere al papa di inaugurare un anno accademico nella laicissima università di Roma non viene da una scelta intellettuale, ma da una scelta puramente vanitosa e opportunista. Una vanità fuori luogo di chi lo ha invitato. Un opportunismo certo calcolato.
Risultato: un bel pasticcio, e un boomerang. Perché non si può contestare un papa, inneggiando a Giordano Bruno. È di cattivo gusto. Ed è di cattivo gusto mettere un pontefice in questa situazione difficile e imbarazzante. Ratzinger non è un papa indiscutibile, come lo fu Giovanni Paolo II. Non tutti i pontefici sono uguali. E Paolo VI, o ancora di più Pio XII, non erano Giovanni XXIII. Ratzinger è un pontefice che si è espresso in modo netto, e più volte, sul fatto che la scienza deve essere subordinata alla religione. E l’università è prima di ogni cosa una comunità scientifica che non si sente subordinata a nessuno. È il suo mestiere: che si occupi di Dante come di fisica delle particelle.
E allora? Allora non sono un bello spettacolo, anche se legittimi, gli striscioni antipapa davanti all’università, e ancor meno le inopportune e ridondanti veglie di preghiera degli studenti cattolici. Il papa non è Bono Vox, non è una star da portare in processione. È un signore che fa politica, che parla ex cathedra, e soprattutto urbi et orbi. Non abbiamo bisogno di dargli visibilità ne ha moltissima da solo, e se deve parlare contro la pena di morte è meglio che lo faccia dal soglio di Pietro, rivolgendosi direttamente ai capi di Stato, piuttosto che farlo con una dotta disquisizione davanti a toghe ed ermellini. E se deve affrontare un tema così rilevante, preferiremmo che lo facesse attraverso un’enciclica. Perché il risalto sarebbe chiaro e forte. Non credo che l’università di Harvard, di Friburgo, o la Sorbona inviterebbero mai il papa a inaugurare l’anno accademico. E a Oxford o Cambridge nessuno chiamarerebbe l’Arcivescovo di Canterbury. Ognuno faccia il suo mestiere, ognuno mantenga la sua identità. Solo un paese fragile, senza dei punti di riferimento saldi può cadere in un errore come questo. Ma i docenti che trovano fuori luogo la presenza del papa all’università non dovrebbero polemizzare. La cosa migliore è disertare. Sarebbe meglio che lo facessero quasi tutti, docenti laici e docenti cattolici. Non dovrebbero partecipare. Potrebbero andare al mare, se è una bella giornata. Chiedendo rispetto per il ruolo che ha sempre avuto l’istituzione universitaria in un paese moderno e laico.
Siamo ormai a nuova forma di cattolicesimo: il cattolicesimo opportunista. È tutto un compiacere senza mezze misure e in modo smaccato le gerarchie ecclesiastiche. A destra e ogni tanto anche a sinistra, purtroppo. Qualcosa che in queste forme non si era mai visto prima d’ora, neppure quando eravamo un paese molto cattolico e molto bigotto. Questo invito del papa alla Sapienza è un altro esempio di smaccato cattolicesimo opportunista. Come poi papa Benedetto XVI abbia potuto accettare un invito così inopportuno è un’altra storia ancora. Che forse appartiene ai misteri e ai segreti vaticani.
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