Quest`anno ho
prolungato il mio letargo festivo poiché gli eventi che si sono susseguiti
dalla ripresa di gennaio mi hanno consigliato un certo cauto silenzio. Oggi mi
permetto qualche modesta osservazione.
Dico subito
che secondo me Prodi ha dichiarato una bancarotta tanto più probabile ed
attesa, non certo per le intemperanze più o meno circensi di qualche pezzetto
della sua coalizione, bensì in forza di un preciso disegno I cui prodromi si
sono via via manifestati da molto tempo, addirittura da prima delle passate
elezioni.
È evidente –
credo – a tutti noi cittadini senza potere che una certa mala genia di furfanti
(che alcuni goliardicamente chiamano “casta”) si é appropriata, sempre mercé il
nostro supino consenso, delle pubbliche istituzioni, locali e centrali, con il
dichiarato e palese intento di usare I poteri derivanti da quelle funzioni al
solo scopo di arricchimento personale, anche in spudorato spregio degli
elementari interessi degli elettori amministrati, la cui tutela – non
dimentichiamo – é la sola giustificazione legale ai predetti poteri.
In sintesi ci è chiaro che I nostri mali non dipendono certo da leggi, costituzioni o forme
istituzionali, ma semplicemente ed unicamente dai farabutti sfrontati che dette
istituzioni incarnano e che dette leggi applicano (o dimenticano) ed
addomesticano ai loro loschi propositi.
L'ingordigia col
tempo e con l`assenza di freni è diventata prepotenza, impunità, perfino
irrisione del minimo senso del decoro che deve accompagnare chi – almeno
teoricamente – dovrebbe essere migliore in quanto deputato a gestire comuni e
fondamentali interessi. Però codesta sfrenata cleptocrazia, trascendente oramai
ogni ideale di facciata o colore politico, necessita, come un book mafioso, di
un preciso ordine. Ovvero ciascun parassita deve ricevere la sua fetta in
relazione alla sua posizione nel sistema cleptocratico, senza creare scompensi
o competizione palese, che possa provocare spiacevoli interrogativi in coloro
che detta cleptocrazia devono sostenere con l`esproprio del prodotto del loro
lavoro.
L`eroe di
Hammamet e lo zio Giulio erano maestri finissimi di quest'arte ed avevano
creato ai loro tempi un quasi perfetto sistema politico-mafioso che gli
studiosi, non potendolo chiamare book della mafia con il volto delle istituzioni,
l'avevano definito più presentabilmente “consociativismo/voto-di-scambio”
Ovvero ogni decisione era presa ai vari livelli tenendo preventivamente conto
degli interessi di tutte le forze in campo (politiche, economiche,
ecclesiastiche, atlantiche ecc..) assicurando a ciascuno la giusta fetta. Fetta
che poteva sempre essere adeguata – proporzionalmente – se ritenuta troppo modesta. Fantastico meccanismo
che ha creato la “Milano da bere” il “Sacco di Palermo” il “Dopo-terremoto” ed
altre divertenti amenità che ancora oggi gravano sul nostro bilancio. Inutile
dire che a forza di adeguamenti abbiamo creato un`inflazione a due cifre ed un
debito pubblico stratosferico. Cose queste che – detto per inciso – vengono
rinfacciate a noi cittadini senza potere – tutte le volte che si parla di spese
per alleviare le nostre necessità reali, tipo bollette, pedaggi, accise,
monopoli privati su servizi pubblici essenziali ed altre cosette del genere. Su
questo tema mi permetto di citare la frase famosa del Sig. Prodi (per altro
fatta propria anche dagli avversari): dobbiamo (sottinteso dovete) pagare per
entrare in Europa, pagare per restare in Europa, pagare per fare l`Europa
allargata, ovvero dovete tamponare il debito stratosferico e la spesa fuori
controllo con imposte straordinarie per essere parificati agli altri soci,
quasi che fossimo stati noi a rapinare il tesoro pubblico……Ma tant'è che poi è
arrivato l`euro (cosa buona in sé stessa come un Europa unita e sana) che però è stato usato per altre divertenti speculazioni su prezzi e tariffe che oggi
rendono tanto felici I percettori di redditi bassi e col tempo non solo quelli.
Dunque dicevo
per gestire con soddisfazione il book serve coordinazione e rispetto delle
proprie quote. L`uso dei pubblici poteri a fini lobbisitci deve essere rapido e
discreto (come per gli aumenti ai politici in tempo natalizio o per I tripli
rimborsi elettorali) per evitare spiacevoli episodi mediatici. Cosa inattuabile
se chiunque, anche di minimo peso, può mettere un veto e bloccare il riparto.
Allora ecco l`idea del governissimo: ovvero un sistema formato da due blocchi
artatamente contrapposti al cui interno I ruoli (e le prebende conseguenti)
siano ben chiaramente definite almeno a livello di gruppi di potere. I due
blocchi si alternano al governo certi di perpetuare il potere dato che
costituiscono le sole liste possibili, come pure le candidature sono al loro
interno definite mediante decisioni prese a livello di segreterie. In sostanza
non si elegge ma si coopta. Questo meraviglioso apparato garantisce non solo
l`organicità di decisione, la stabilità di governo, ma anche l`assoluta fedeltà
dei partecipanti (se sgarri sei fuori e vai a lavorare davvero, sempre che
trovi il posto) e la piena libertà di manipolare le istituzioni mediante
opportuni provvedimenti legislativi, I quali trovando larga maggioranza,
sfuggono a spiacevoli inconvenienti quali ricorsi costituzionali e referendum.
Conseguenza planare è anche l`assoluta acquiescenza dei pubblici dipendenti, per i quali l`avanzamento in carriera ed il posto “buono” sono funzione del diritto
del potente. Ed anche la giustizia troverà finalmente pace, dove il magistrato
ben pagato, riverito ed inflessibile con il cittadino privo di protezione sarà
detto grande giurista, mentre lo stesso indulgente o inerte con il Don Rodrigo
di turno, sarà egualmente lodato come magnanimo.
Certamente – a
parole – saremo ancora in democrazia ed esisterà certamente un`opposizione. Ma
gli oppositori saranno di due tipi: principalmente quelli di maniera, ovvero
nascostamente sponsorizzati dal vero potere e partecipi del lusso dei pochi.
Essi faranno molto rumore, diranno cose anche verissime, ma ahimè saranno molto
nebulosi quanto a fatti ostativi concreti. Invece gli oppositori veri, saranno
semplicemente emarginati, privati della visibilità espressiva, puniti
economicamente (chi fa fatica a campare ha poco tempo per far politica),
discriminati nel lavoro, umiliati da inetti ma allineati competitori.
Purtroppo
questo triste futuro oltre che far sprofondare il paese nel sottosviluppo,
venendo la ricchezza prodotta espropriata e bruciata, creerà una società a tre
classi: chi non ha niente e non dando né ricevendo niente non conta, vedi gli
abitanti degli slums delle metropoli sudamericane, chi deve lavorare senza
speranza di progresso perché appunto privato con un salario di sussistenza del
prodotto del proprio lavoro ed impedito nel progresso sociale dal diritto del
potente indipendentemente dal merito; ed infine quei pochi che per eredità o
per cooptazione fanno parte della classe dirigente che ha tutti I poteri e
tutti I diritti.
Temo che se la
gente fattivamente non dice basta, non allo Stato, non alle Istituzioni, non
alla politica, ma a questa banda di farabutti, mandandoli finalmente a casa,
annullando la scheda piuttosto che scrivere il loro nome, temo dicevo che
quanto ho tristemente esposto diventi davvero quello che ci aspetta.
E.S.
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