Di Barney Kessel, nato a San
Diego nel 1923, e morto nel 2004 per un tumore, sempre a San Diego, si sono
scritte molte cose abbastanza inesatte. E' stato certamente uno dei più grandi chitarristi della "west coast",
e non solo, del XX secolo. E' stato scritto che sia stao, stilisticamente, un epigono di Charlie Christian. Niente di
più inesatto. Charlie è stato un chitarrista stilisticamente
"monolitico", nato e morto con la stessa musica. Barney è stato
invece un chitarrista che, in parte per voglia di sperimentare, in parte per il
suo percorso professionale, è stato indotto a sposare molti stili, sia pur
rimanendo fedele ad una elevata passione per le sonorità "miti", per
le armonie colte e non rivoluzionarie, per un modo apparentemente semplice di
suonare dal punto di vista tecnico.
Insomma, Barney non è un Wes
Montgomery del virtuosismo, a sentirlo suonare. Sembra fare cose elementari.
Sembra. Perchè non c'è niente di più difficile che suonare in maniera
fantastica dando l'impressione di passeggiare in relax sulle note.
Insomma, quando lo si ascolta suonare, si ha quasi
l'impressione che, con un pò di buona volontà, anche noi, col tempo... Niente
di più sbagliato. Barney incarna la
"semplicità complessa" che trasmettono, per
fare qualche di esempio,
un Jim Hall, un Franco Cerri, un Laurindo Almeida.
Ha fatto le prime cose importanti
negli anni '40, coi "Charlie Parker's New Stars", poi ha suonato con
tutti. Si farebbe prima a dire con chi NPN ha suonato. Fra i nomi più grandi: Lester Young, Julie
London, Ray Brown, Shally Mann, Oscar Peterson, Artie Shaw, Benny Goodman. E
ancora Billy Holiday, Ben Webster, Lionel Hampton...
I suoi inizi come musicista in
orchestre da ballo gli hanno lasciato per sempre in testa e nello stile l'idea
che un pezzo musicale è fatto da giri melodici "che t'aspetti". La
rivoluzione abita altrove. Negli anni '50 è stato uno dei più richiesti
"sessionist" (i mercenari della sale di registrazione) per la sua
estrema capacità di adattarsi a tutti gli stili, purchè "soft and
gentle".
Il brano proposto al vostro ascolto è dei primi anni '60, e cioè di quando Barney aveva scoperto la bossa nova. Il brano è eseguito dal secondo quartetto di Kessel, ed è costituito da Barney Kessel alla chitarra, Ray Brown al basso, Shelley Mann alla batteria, e da un tastierista che non conosco. In questo brano (che certamente vi farà iniziare la settimana nel migliore dei modi) c'è la sintesi di cosa possa venir fuori quando uno dei chitarristi di cultura jazzistica più dolci e melodici della storia del jazz, incrocia la sua strada con la musica brasiliana. Il brano, che si intitola "Holiday in Rio", è tratto dall'album "Best of Barney Kessel - Jazz Bossa". Buon ascolto, e buon inizio di settimana.
Barney Kessel Quartet – Holiday in Rio
Download barney_kessel_holiday_in_rio.mp3
.
SOCIAL
Follow @Tafanus