Inizio a scrivere questo pezzo alle 4,10 (a.m.) a caldo, alla fine dell'incontro-scontro fra i due. Mi scuserete se ci sarà qualche pedata di troppo sulla tastiera, e qualche confusione nell'ordine espositivo, ma credo che per un blog che vuole fare anche informazione, questo sforzo sia doveroso, visto che i giornali cartacei non faranno in tempo a mettere in pagina questo evento.
Iniziamo dal clima generale, e da una considerazione: la Clinton arriva al dibattito da un filotto negativo di undici a zero per il suo avversario. Ha sempre stampato sulla faccia un sorriso quasi di compatimento per Barack, ragazzo di bottega, come fosse lei ad arrivare da un filotto positivo di 11 a zero. Inizialmente c'è un certo fair-play di facciata: i due tentano di ricordarsi che devono dire all'uditorio che stanno dalla stessa parte (col partito democratico). Poi però, scambio dopo scambio, nella Clinton comincia a prevalere la consapevolezza di essere LEI in ritardo, di undici a zero, e di 150 delegati, ed allora parte a testa bassa, con una serie di attacchi suicidi.
La nuova leadership di Cuba I primi dissensi iniziano sul fatto se i due aspiranti presidenti pensano di avere un nuovo approccio nei confronti di Cuba, col cambio di leadership. Entrambi sono ovviamente per il si, ma la Clinton lo è col le scorie dell'America Padrona (...si, ma dopo aver fatto dei patti chiari e dettato le condizioni per una ripresa di dialogo...). Barack ricorda che è proprio questo voler dettare sempre le regole a tutti che ha allontanato le simpatie della gente dall'America. Gli accordi si fanno parlando, non si tratta PRIMA di iniziare la discussione.
I ladinos 30 milioni di ladinos attualmente presenti negli USA oggi, con la previsione che nel 2050 saranno 120 milioni. Gli USA diventeranno un paese bilingue? Per la Clinton è da escludere (... ho sempre avuto una certa difficoltà ad imparare un'altra lingua...). Per Obama è un dovere, ed anche un'opportunità, proprio perchè gli americani e gli inglesi, forti della universalità della loro lingua, sono i paesi meno preparati a capire le lingue (ed a volte i problemi) altrui.
L'assistenza sanitaria La Clinton attacca, ricordando la sua grande esperienza nel campo dell'assistenza medica: vedasi per tutti il famoso piano "piano medicare". Doppio autogol: in primo luogo, perchè Barack ha buon gioco a ricordarle che è vero che si è spesa molto, ma è anche vero che ha fallito totalmente. Inoltre, viene fuori che Barack prevede di estendere l'assistenza gratuita a chi non può permettersela, riducendo costi, sprechi, abusi, ed "eccessi di assistenza" ai ceti più agiati. Il famoso piano Clinton prevede invece che ci sia l'obbligo per tutti, ricchi e poveri, di stipulare polizze assicurative private. Prevede addirittura una penale per chi non si mette in regola. Risata di Obama: "...così i più poveracci, quelli che proprio non possono pagare la polizza, saranno senza assistenza, ed ancora più poveri, dovendo pagare l'ammenda...". Esilarante.
Militari all'estero La Clinton attacca Obama perchè una cosa è il dire, una cosa il fare. Con molto garbo, Obama elenca le cose che ha fatto in campo sociale ed in campo legale, e le chiede cosa abbia fatto lei, oltre che lavorare per anni al "Medicare" mai andato in porto. Il discorso si sposta sui militari all'estero. La clinto si dice sicura, grazie ai suoi 30 anni di esperienza (?) di essere in grado di fare, in caso di crisi, il "Commander in Chief". Facile gioco, per Obama, ricordarle che dagli stessi scranni senatoriali democratici, la Clinton ha votato a favore del fallimentare intervento in Iraq, che costa ogni settimana quanto gli USA spendono in un anno in tutta l'America Latina, mentre Obama ha votato contro.
L'esperienza internazionale La Clinton attacca Obama sulla sula mancanza di esperienza in politica estera, ricordando invece che lei per otto anni ha trattato con 80 paesi. Peccato che proprio ieri il New York Times, inizialmente schierato con la Clinton le abbia ricordato che fare per otto anni la "First Lady" accompagnatrice conferisce una esperienza di politica estera assolutamente residuale. Buon gioco, per Obama, ricordarle che l'esperienza internazionale fatta negli ultimi decenni dagli USA sarebbe meglio dimenticarla che accamparla, e ricordandole che l'unilateralismo USA non è iniziato con georgedabliu...
I superdelegati Un giornalista ricorda ai due che probabilmente, dopo aver scomodato milioni di americani a votare per le primarie, la nomination la decideranno i superdelegati, che sono più espressione delle lobbies e dell'establishment che non della volontà popolare. La Clinton, ben conscia che sta perdendo consenso popolare in tutti gli strati sociali (con l'esclusione delle donne over 65 di bassa cultura), con un certo imbarazzo dice: "...queste sono le regole..." Obama ribatte che sono regole che mortificano la volontà popolare, ed invita gli americani ad esprimersi con tanta forza da superare gli eventuali giochini dei circa 800 superdelegati. Inoltre ricorda alla Clinton, garbatamente, che anche lei è espressione delle lobbies di Washington, avendo accampato la sua esperienza di otto anni come first-lady accompagnatrice...
Il colpetto finale Infine, Obama trova il modo di ricordare che i superdelegati, alla fine, voteranno per quello, fra i due candidatti, che dimostrerà le maggiori potenzialità di battere McCain, perchè il vero obiettivo non è di battersi fra di loro, ma di battere i repubblicani ed il bushismo. Che è un modo elegante di dire:
-a) che a breve i superdelegati salteranno sul carro del vincitore;
-b) in maniera subliminale, lancia il messaggio che sondaggisti e bookmakers oggi prevedono che nella battaglia decisiva per la Presidenza, McCain batterebbe la Clinton, mentre Obama batterebbe McCain.
Fine del match. Vittoria ai punti, ma nettissima, per Obama. L'applausometro, per quel che vale, non lascia dubbi: vittoria di Obama per K.O. tecnico. E adesso andrò finalmente a dormire, con l'incubo che domattina scoprirò che tutti i commentatori politici americani e tutti i sondaggi post-dibattito diranno che ho torto marcio, ed io incasserò la mia meritata figuraccia. Buonanotte (anzi, buongiorno) a tutti...
Tafanus
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