Contatti per una minicoalizione tra Pd, Idv e Socialisti uniti dal programma - Cdl affollata: almeno dieci partiti. Sei seggi all'Udeur - Il presidente della Camera Fausto Bertinotti sarà il candidato premier della Cosa Rossa
di CLAUDIA FUSANI - Repubblica.it
ROMA - Il risiko delle alleanze è cominciato due settimane fa, quando Prodi ha perso la fiducia. Ora siamo alle grandi manovre. Chi si allea con chi e con quali programmi visto che questi diciotto mesi di legislatura hanno mandato in frantumi entrambi i poli, Cdl da una parte e Unione dall'altra? Il tutto con un sistema elettorale semi misto che nei fatti obbliga alle grandi coalizioni, all'indicazione di un programma e del premier. Il porcellum, che tanta parte ha avuto nella crisi, detta sbarramenti percentuali precisi per essere eletti: alla Camera serve il 4 per cento dei voti se si corre da soli; il 2 % se sono stati stretti apparentamenti; il 10 per cento se corre una coalizione. Al Senato, calcolato su base regionale, serve il 3% se si corre in compagnia; l'8% se si va da soli. Queste le regole del gioco. A cui va aggiunto la scarsità dei tempi: tra una cosa e l'altra, se si vota il 13 aprile, i simboli dei partiti concorrenti devono essere devono essere presentati a fine febbraio e intorno al 10 di marzo le liste con relative firme dimezzate nel numero per via dello scioglimento così anticipato.
Il tabellone del risiko è ancora molto confuso, con certezze minime e una sola grossa novità: i poli diventano quattro perché al centro-destra e al centro-sinistra si aggiungono la sinistra della Cosa Rossa (La sinistra e l'Arcobaleno) e il centro della Rosa Bianca.
Il Pd tiene il mazzo. A costo di rischi, svantaggi e rinunce, Walter Veltroni tiene il mazzo di carte del centro sinistra. "Corriamo da soli" ripete da tempo il segretario, "questa è la vera novità di questa campagna elettorale". Il Pd, con le sue regole, forte di sondaggi che lo danno tra il 29 e il 35 per cento, decide un programma di pochi ma qualificati punti e poi chi ci sta ci sta. Gli altri si autoescludono. Altri sono i problemi del Pd. A cominciare dalla formazione delle liste. Lo Statuto dice che non possono essere candidati i parlamentari che hanno già fatto tre legislature e che le eventuali deroghe non possono superare il 10 per cento. Chi ha fatto i conti arriva al seguente risultato: 28 eccezioni tra gli attuali 280 deputati e senatori. Ma la lista dei non più candidabili comprenderebbe nomi del calibro di Fassino e D'Alema, Violante e De Mita, Mattarella e Visco.
I mal di pancia della Cosa Rossa. Il soggetto unico a sinistra formato da Rifondazione, Sinistra democratica, Verdi e Comunisti italiani è attraversato da correnti e spinte centrifughe: Mussi chiede di riparlare col Pd; Diliberto vuole la falce e il martello. La riunione di stasera, tra lacerazioni, ultimatum e qualche rimpianto, ha fissato dei punti fermi. La prima scelta (linea Mussi) è un nuovo incontro col Pd "nelle prossime ore per tentare un accordo programmatico ed evitare di regalare il Paese a Berlusconi". Se invece Veltroni insiste con la frattura, la Cosa Rossa avrà una sola lista, un solo simbolo ("quello che già esiste, senza falce e martello"), un solo nome ("La Sinistra e L'Arcobaleno"), un solo candidato: Fausto Bertinotti. In mattinata Franco Giordano, segretario di Rifondazione, era stato chiaro: "Alla Camera andiamo da soli, senza timori". Al Senato "siamo obbligati ad allearci, un meccanismo di autodifesa dal porcellum, rischiamo di fare troppi regali a Berlusconi. E questo nessuno di noi lo vuole". Gennaro Migliore, capogruppo alla Camera liquida l'incontro con "riunione tranquilla, abbiamo chiesto un incontro a Veltroni per ratificare e precisare le posizioni".
Craxi, De Michelis (Ps) e Di Pietro (Idv) possibili alleati. Le trattative sono in fase avanzata e parlano di una minicoalizione tra Pd, Ps e Idv. Qualcosa che mette insieme, appunto, l'ex ministro dell'era Craxi Gianni De Michelis con l'ex pm Antonio Di Pietro e il nuovo Pd. Li unisce, tutti insieme appassionatamente, il programma: laicismo, meritocrazia, la fine dei privilegi della casta. L'alternativa all'apparentamento (per cui basta il 2% di voti) è che il Ps corra da solo, il simbolo è già pronto, il tesseramento è cominciato. In quel caso è obbligato a raggiungere il 4 per cento. "Con Boselli candidato premier puntiamo al 4%" ha detto Roberto Villetti [...]
L'affollamento nella Cdl. Se il governo Prodi è caduto per il peso di troppe sigle e partiti, nella Cdl - o Pdl, come la vorrà chiamare Berlusconi - la confusione va di pari passo con l'affollamento. Il Polo sta imbarcando un po' di tutto. Oltre ai quattro cardini principali - Forza Italia, An, Udc e Lega che hanno litigato come pazzi fino a Natale - il Cavaliere ospiterà gli Italiani nel mondo di Sergio De Gregorio, la Dca di Rotondi, l'Mpa di Lombardo (ex Udc), i repubblicani di La Malfa, La Destra di Storace e Santanché, i circoli di Michela Brambilla. Il leghista Maroni avverte: "La Cdl si presenti da sola, con i suoi quattro soci fondatori, senza
ammucchiate". E in bocca a Ignazio La Russa (An) si ritrovano parole pronunciate dall'altro giorno solo dalle parti del loft di piazza Sant'Anastasia: "Alleanze solo se c'è accordo sul programma" dice il capogruppo di Fini a Montecitorio.
I senza casa: all'Udeur sei seggi? La confusione nella Cdl potrebbe crescere se offrirà ospitalità ad altri senza casa. L'Udeur di Mastella ad esempio: voci di palazzo dicono che il partito dell'ex Guardasigilli sarebbe già in queste ore approdato nella Cdl in cambio di sei promesse, sei posti tra Camera e Senato tra cui uno anche per la moglie Sandra Lonardo. Senza casa ad oggi sono anche l'Unione democratica dei consumatori (i senatori Bordon e Manzione) e i liberal democratici di Lamberto Dini. Da soli non hanno speranze. Guardano alla Rosa Bianca?
La Rosa Bianca. All'improvviso, inaspettata, è diventato l'ultimo simbolo botanico della scena politica italiana. Mario Baccini e Bruno Tabacci hanno lasciato l'Udc dove avevano un peso del 18 per cento. "Correremo per conto nostro, senza guardare né a destra né a sinistra" assicura Baccini consapevole che "il tempo a disposizione per presentare le liste ci strozza" ma spinti "da una richiesta popolare pazzesca" [...]
...Michela Vittoria Brambilla aveva minacciato: "...ve la faccio vedere io!..." Minaccia mantenuta. Ci sarà da ridere. Nel Casino della Libertà, chi si farà da parte per far posto alla trota salmonata, ed ai sei dell'avemaria di Ceppaloni, dove deve trovare posto anche la signora Lonardo in Mastella? ...e per i diniani, chi offre di più? Cuffaro dove lo candidano? e Dell'Utri? Vedrete... la Brambilla ce la farà vedere lei... ci sta già provando!
P.S.: Miracoli di Photoshop!!! Details: sbaglio, o ha il tricolore anche sulle "vergogne"?
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