E guarda un po', il Papa ha scoperto che la televisione fa schifo. Dice della «pubblicità ossessiva», di valori di vita «distorti», parla con disgusto di «trasgressionee, volgarità e violenza», rileva il rischio che i media «si strasformino in sistema volti a sottomettere l'uomo a logiche dettate dagli interessi dominanti del momento», mentre tutto questo loro dispendio di energie potrebbe essere «messo al servizio di un mondo giusto e solidale».
Chissà se Ratzinger si riferiva alla ragazza ricoperta di vermi a Ciao Darwin oppure ai giovanotti chiusi in una bolla di plastica nel prequel del Grande Fratello. Chissà, forse ha visto gli azzuffamenti di Amici, traun'ugolata e l'altra, oppure ha visto Malgioglio all'Isola dei famosi, quel Malgioglio che era finito tra le trame dello scandalo di Vallettopoli. Si sarà chiesto, il pontefice tedesco, se fu una cosa giusta e opportuna la diabolica fascinazione del suo devoto Vespa, uno dei suoi fan più sfrenati, dinnanzi al sangue di Cogne, Erba e Garlasco, oppure, magari, gli è piaciuta quella puntata di Porta a Porta dove si parlava di chirurgia estetica ed un tale smanacciava il prorompente seno di una modella a mo' di dimostrazione di ipotetici taglietti. E sicuramente avrà apprezzato quella trasmissione speciale - roba estiva, ovviamente - dedicata a San Francesco d'Assisi in cui il medesimo Vespa ospitava uno Sgarbi che delirava sulla superiorità della civiltà cristiana.
Oggi scopre, il Benedetto, le distorsioni della tv e dei mass media in generale. Però lui e i suoi uomini sanno bene come utilizzare il mezzo. Niente di male, beninteso, ma prendete ad esempio il recente «Papa-day» a San Pietro: la piazza, oltreché materiale, con i tanti fedeli accorsi a prestagli devota testimonianza, era fortemente mediatica, e come tale l'hanno presa i molti politici piamente accorsi, tra cui quelli del centrodestra venuti a passo di marcia per gridare all'«oscurantismo» e alla «negazione della libertà d'espressione»... quello stesso centrodestra ancora fedele al Silvio, colui che proprio quella televisione «materialista», che il Papa ci informa di disprezzare, ha fatto trionfare in Italia nelle ultime due decadi. Nella candida piazza San Pietro, al super-Angelus di solidarietà al pontefice, si vedeva sfilare, oltre alle tranquille famigliole e ai ragazzi di Comunione & Liberazione, quel pezzo di mondo cattolico che farebbe un figurone nei reality show: fedeli di Padre Pio (non a caso grande star dei salotti di Vespa & co) che cantavano a squarciagola, altri vestiti da crociati, altri ancora che brandivano tomi dal titolo «Fate l'amore, non l'aborto». Non è notizia di oggi che nella modernità la religiosità abbia acquisito una sua dimensione assolutamente mediatica, addirittura con venature «pop» (nel senso di «popular»).
Fatte le debite distanze, basta dare un'occhiata, sul satellite, a «Trinity broadcasting network» (in chiaro, dalle parti di Roma, si può vedere su Teletevere): religiosità spettacolare, miracolosa, totalizzante, che ama le adunate di massa e non conosce dubbi. Qualcosa che ricorda, per certi toni e certi colori sfavillanti, le campagne elettorali berlusconiane, che puntano ad una semplificazione di ogni concetto proprio come si fa in pubblicità, proprio come quando si riducono a certezze apodittica i temi quali la vita, la morte, l'amore.
PS. La prima solidarietà al Papa giunta tramite le agenzie di stampa è stata quella di Massimo Giletti, il belloccione che conduce «L'Arena» di Domenica In. È quello che faceva i sondaggi in diretta sulla castrazione chimica, professionista della tele-rissa, non importa se su Al Bano o sulle cronache di sangue. Illuminante, no?
(Roberto Brunelli - l'Unità - [email protected])
Caro Roberto, non essere crucciato... tanto il peggio deve ancora arrivare. Intanto stamattina (dovrebbe essere domenica) ci beccheremo l'Angelus a reti quasi unificate. Poi, appena finito l'Angelus ci spariamo le nostre 4000 calorie + Malox (non senza aver rivolto prima un pensiero commosso ai bambini denutriti del Darfur). A seguire, veline, letterine, vallettine a volontà. Fino al prossimo pensiero commosso a bambini morti di fame, a clandestini caduti dalle impalcature, al boat-people che annega a sud di Lampedusa, ai poveri embrioni che vivono una inutile esistenza nelle costose cliniche all'azoto del Boss Sirchia. E fino al prossimo pistolotto paleo-cristiano del Paparazzi fasciato dal morbido e caldo ermellino. Tafanus
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