...però a volte è difficile resistere alla tentazione! In particolare, il Tafanus, da quando il PD ha deciso di correre da solo, ha iniziato a spingere, senza un momento di cedimento o di dubbio, su questa teoria:
-a) ALLA CAMERA, dove la coalizione che vince per un voto prende l'intera posta (345 deputati), la SA faccia "desistenza silenziosa" in favore del PD, che è la sola coalizione di CSX a poter teoricamente farcela.
-b) AL SENATO, il PD restituisca il favore facendo desistenza a favore della SA, che ne ha bisogno quasi dappertutto, per far superare lo sbarramento dell'8%. Lo faccia nelle regioni "rosse", dove al PD crescono dei voti; lo faccia nelle regioni dove il PD perde comunque, per fare della SA "the best looser"
Ora che al modesto Tafanus si aggiungono suggeritori più autorevoli, spero proprio che l'idea possa ripartire. Ecco l'articolo appena uscito su Repubblica.it:
E il voto "disgiunto" al Senato irrompe nella campagna elettorale
di Marco Bracconi - Repubblica.it
Nei giorni di Pasqua è stata tregua vera, ma tra poco più di due settimane si vota. E sottotraccia camminano gli appelli al "voto disgiunto". Perché nel rush finale si corre con un altissimo numero di indecisi, e al Senato saranno pochi voti a fare la differenza.
Da martedì la campagna elettorale è tornata calda. Dopo l'offensiva di Berlusconi su Alitalia - tra annunci e qualche passo falso -, la battaglia tra i Poli si è prima intiepidita sulle pensioni, poi si è incendiata sul faccia faccia in tv. Veltroni, per qualche giorno costretto a giocare di rimessa, è tornato a dettare l'agenda con il gran rifiuto di Porta a Porta. E Berlusconi, per la prima volta, ha rispolverato la parola di sempre: comunisti. Volano gli ultimi sondaggi (poi entrerà in vigore il divieto). I prossimi giorni si annunciano intensi.
Il gioco delle lepri. Con l'attivismo sulla vicenda Alitalia, il Cavaliere, prima di Pasqua, aveva fatto girare le lancette della sfida con il segretario del Pd. Dopo le iniziali settimane di silenzio un po' imbarazzato, Berlusconi è riuscito a riprendere il centro della scena. Ma negli ultimi due giorni il posizionamento dei due leader si è di nuovo mosso.
Il leader del Pdl ha smentito le sue stesse affermazioni sulla cordata italiana per la compagnia di bandiera: "Supposizioni giornalistiche". Poi non ha raccolto, anzi l'ha respinta con aggressività, la sfida del leader democratico sul confronto diretto tv. Con il rischio di offrire una immagine di debolezza e confermare quanto dicono i suoi avversari: "Ha paura di noi".
IL SONDAGGIO IPR SUL SENATO IN BILICO
Voto disgiunto, anche Berlusconi...Che la grande sicurezza manifestata dal Cavaliere negli ultimi giorni sia attraversata da qualche dubbio lo dice una sibillina dichiarazione di oggi. "Se proprio si vuole votare Casini, lo si faccia alla Camera, e non al Senato". Dopo quello per il "voto utile", dunque, ora dal Pdl arriva anche l'appello al "voto disgiunto". Segno che i sondaggi delle ultime ore, che unanimemente parlano di una concreta possibilità di pareggio a Palazzo Madama, non lasciano affatto tranquillo il leader del Pdl.
Dall'altra parte, il giornale della ex Margherita Europa rende esplicito quello che i passaparola sussurrano da qualche giorno: "Voto disgiunto, perché no?". Scrive Europa: "Qualche elettore potrebbe decidere che vale la pena provare a sfruttare la stupidità del meccanismo elettorale. E nelle regioni in cui la vittoria o la sconfitta del Pd al Senato sono certe, qualcuno potrebbe decidere di votare invece che Pd per la sinistra o l'Udc, togliendo senatori al Pdl".
E subito, la sponda arriva da Bertinotti, che ipotizza: per evitare Berlusconi premier anche agli elettori del Pd potrebbe essere più utile votare a Palazzo Madama i candidati della sinistra Arcobaleno.
Difficile dire come si muoveranno gli elettori, e se il "voto disgiunto" sarà una variabile importante il 13 e 14 aprile. Ma di certo le parole di oggi di Berlusconi e Bertinotti dicono due cose: che la competizione si va sempre più polarizzando; e che nell'elettorato si va diffondendo la percezione che a metà aprile ci si troverà di fronte, comunque sia, anche ad una scelta di capo. Repubblica.it
Prima che l'idiotissimo blackout di legge sui sondaggi abbia inizio, invito tutti a salvare sul proprio PC tutti gli eventuali sondaggi su base regionale, che sono quelli sui quali dovremo esercitare, nelle prossime due settimane, la nostra "creatività" elettorale.
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