...il 9 marzo, domenica, era il giorno fissato per incontrare e conoscere Paolo Farinella, questo strano prete che molti adorano, e forse altrettanti detestano. Il gruppo "lumbard" ha deciso di andare in treno. Uno scompartimento tutto per noi: RitaC, Wanda, Rosana, Marisa, Silvano, io. Ci ritroviamo in treno, e nonostante il cielo grigio, e il meteo che non promette nulla di buono, c'è come un'aria da gita scolastica...
E' incredibile quante cose, quante impressioni ci si possano scambiare in un'ora e mezza di treno. Man mano che ci avviciniamo a Genova, il tempo diventa sempre più brutto, ma l'umore diventa sempre più positivo. Tutti, per una ragione o per l'altra, siamo molto curiosi di conoscere questo personaggio, che fra l'altro fino al giorno prima era afflitto da un febbrone.
Paolo lo conosco, epistolarmente, da anni: da quando non avevo neanche un blog, ma solo una newsletter che si chiamava "La Rassegna Stanca", ed era firmata da me con lo pseudonimo "Banane & Mazzette". Ho scoperto che Paolo la riceveva (e la apprezzava), solo quando è esplosa la storia esilarante di Luca Volonté e delle giaculatorie, storia dalla quale è venuto fuori un carteggio a tre fra Volonté, Paolo e Tafanus, finita integralmente sul Tafanus, ed a cascata su decine di blogs, che l'hanno ripresa integralmente.
A Genova, ad attenderci, ci sono Marcella (Pasionaria) e Fiorenzo. La pioggia, che nel frattempo ha iniziato a venire giù fastidiosa, continua, non ci sconvolge più di tanto; anzi, svuota abbastanza le strade, e ci offre una passeggiata "guidata" dalla competenza e dall'orgoglio dei nostri amici, attraverso strade, stradine, "carrugi", chiese, palazzi gentilizi, vicoletti che all'improvviso si aprono su piazze ariose e bellissime... Insomma, per me che a Genova ero sempre stato come un baule, una grandissima, piacevole sorpresa.
L'appuntamento con Paolo è nella sua chiesetta, verso l'ora di pranzo. è la Chiesa di San Torpete. Secondo la tradizione, Pietro, prima di raggiungere Roma, giunse ad una cittadina poco lontana dalla futura Repubblica Marinara di Pisa. Torpete visse in tempo di persecuzioni. L’impero romano, che ebbe spesso nei confronti della Chiesa Cristiana un rapporto conflittuale e talvolta di aperto contrasto, ricorse anche a pratiche intimidatorie ed eliminazioni fisiche dei seguaci di Gesù. Divenuto anch’egli cristiano, Torpete praticava di nascosto la nuova fede religiosa.
Tornato a Pisa, fu riconosciuto cristiano dal prefetto della città, Satellico, il quale tentò di riportarlo alla religione pagana. A nulla valsero i suoi sforzi: né le false promesse, né le prove fisiche convinsero Torpete a rinnegare Gesù Cristo. Torpete fu quindi ucciso. Dopo la morte, il suo corpo fu abbandonato sopra una imbarcazione, che si arenò dopo una lunga deriva dove oggi sorge St. Tropez, che prenderebbe il nome dal martire Torpete.
L'incontro con Paolo avviene con semplicità, come se ci conoscessimo da una vita. Si stabilisce immediatamente un'atmosfera di cordialità e di confidenza con tutti. Dopo averci illustrato con malcelato orgoglio i tesori della sua chiesetta, ed averci offerto un saggio sul fantastico, piccolo organo a canne del '600 e dell'acustica della chiesetta (dove si celebra una messa che dura due ore, con parte del rito celebrato in aramaico antico, e dove c'è un fitto calendario di concerti di grande livello) ci avviamo verso la trattoria scelta da Paolo, Emma, vicino all'Acquario, cibo tipico genovese, semplice e genuino. Durante la strada, Paolo si alterna a Pasio ed a Fiorenzo come orgogliosa "guida turistica".
Da "Emma" Paolo è di casa. Lunghi intervalli fra una portata e l'altra, che ci danno modo di parlare, di tutto, ma soprattutto di politica, di fede e di religione, del rapporto fra fede e religione, del suo disprezzo totale per la destra becera italiana e del berlusconismo, a volte con un linguaggio crudo quasi come il nostro. Chiacchierando, scopri un poco alla volta la "dura franchezza" (per usare un eufemismo) con tanti paludati ed ipocriti rappresentanti delle "gerarchie ecclesiastiche" (niente nomi, siamo gentlemen), e la sua stima, ricambiata, per il Cardinale Tettamanzi, che ha voluto mandarlo per un breve periodo sabbatico in un luogo scelto da Paolo: Gerusalemme. Il "breve periodo" è durato 5 anni, due lauree di carattere teologico all'Università di Gerusalemme, e l'arricchimento di una già grande cultura dottrinaria.
A Veltroni non perdona il fatto di essersi, forse volontariamente, lasciato scappare l'opportunità della non-conversione in legge del decreto Craxi salva-Berlusconi, senza il quale forse ci saremmo evitati il berlusconismo. Dunque, era in scadenza il famoso decreto, e stavano per scadere i 60 giorni di legge per la sua conversione in legge. C'era stato un forte ostruzionismo. Mancavano 20 minuti alla scadenza dei termini. Veltroni era iscritto a parlare (in quella discussione non c'erano limitazioni di tempi negli interventi). Sarebbe bastato un intervento di uolter di 21 minuti... Uolter non prese la parola.
(Continua)
SOCIAL
Follow @Tafanus