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Iraq: nei cinque anni del conflitto, 4.000 morti americani. Mistero sui morti iracheni. Bush addolorato - Ma il presidente: «Bisogna vincere». I candidati democratici alla Casa Bianca: il ritiro sia rapido.
WASHINGTON - In cinque anni di conflitto 4 mila morti americani, mentre sui decessi iracheni c'è mistero fitto. Un bilancio drammatico che suscita profonda «tristezza» nel presidente americano, George W. Bush, come anche nei candidati democratici alla Casa Bianca.
BUSH VUOLE VINCERE - Stesso sentimento, ma differenti conclusioni: il presidente, tramite la portavoce Dana Perino, ha sottolineato che il messaggio che viene ripetuto dai familiari delle vittime è che «sia completata la missione in Iraq» per evitare che le vite dei loro congiunti siano state sacrificate invano. Bush, quindi, vuole «vincere». Mentre i candidati democratici Barack Obama e Hillary Clinton affermano che il rimpatrio deve avvenire «prima possibile», e in modo responsabile, per evitare di allungare ulteriormente la catena dei lutti.
VITTIME IRACHENE - Nel frattempo resta ancora molto incerto il numero delle vittime irachene del conflitto. Il gruppo per la tutela dei diritti umani Iraq Body Count parla di quasi 90 mila vittime civili dall'inizio della invasione dell'Iraq nel 2003. Ma non ci sono statistiche precise: qualcuno parla di un milione di vittime civili, cioè un rapporto di 250 a uno con i soldati Usa ufficialmente morti in Iraq. È stata la morte di quattro soldati americani, nel giorno di Pasqua, a portare il bilancio dei morti Usa a quota 4 mila. «È un momento triste», ha detto la portavoce Perino, mentre il presidente nel giardino della Casa Bianca dava il via alla tradizionale «caccia alle uova di Pasqua» accanto a un gigantesco coniglio di peluche da parte di migliaia di bambini, tra grandi pupazzi e campioni dello sport. "Il presidente è rattristato da ciascuna di queste morti ed è addolorato per le loro famiglie", ha aggiunto la Perino.
...è stato già detto, ed avremmo già capito: "Il Presidente è addolorato". Abbiamo capito bene? Però abbiamo fondati motivi di ritenere che i familiari dei 4.000 militari morti ammazzati, e quelli dei 90.000 civili iracheni, siano più addolorati, a pieno titolo, rispetto al "Commander in Chief". O no?
P.S.: Qualcuno ricorda ancora la pagliacciata di Bush che nel 2003, dopo poche settimane dall'inizio della guerra, atterrò bardato come il Dio Marte su una portaerei per annunciare urbi et orbi che la guerra era praticamente già vinta?
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