Caro Paolo, alcuni lettori del Tafanus, che avrebbero voluto conoscerti e farti direttamente delle domande, non hanno potuto farlo per oggettive ragioni organizzative. Mi hanno chiesto di porti delle domande per conto loro. Ne è nata una sorta di “intervista collettiva” alla quale ovviamente sei libero di rispondere in toto, in parte o per nulla (anche perché alcune domande sono oggettivamente modi diversi di chiedere le stesse cose). Ho sfoltito il questionario, perché alcuni di noi, presi dall’entusiasmo, avevano posto un numero eccessivo di domande, numero non compatibile né con la tua pazienza, né con le dimensioni “giornalistiche” che una intervista di questo tipo non può superare. Io non aggiungo domande mie, perché credo che molte cose che mi incuriosiscono siano già state chieste da altri. Mi riservo caso mai il privilegio di chiederti qualcosa di persona, quando ci incontreremo. Un abbraccio,
Tafanus.
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Carissimo don Paolo, se "in confessione" venissi a conoscenza di nominativi di preti pedofili che hanno abusato o abusano di minori come ti comporteresti?
Rita
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Per prima cosa non accetterei di continuare la confessione che mi vincolerebbe al segreto, a meno che l’interessato non faccia quattro cose:
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a) riferire la vescovo la situazione per impedire una eventuale recidiva;
b) concordare insieme di accompagnare la persona all’autorità civile competente;
c) chiedere l’elenco dei minori coinvolti e li contatterei per renderli protagonisti attivi;
d) esigerei un percorso psichiatrico per capire le ragioni di un simile comportamento e porvi rimedio.
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Caro Paolo prete, ma secondo te è più peccatore chi non obbedisce al Vangelo o chi non obbedisce agli alti prelati di Roma? Esempio, fa più peccato chi "va in pace e non pecca più" oppure quelli che si fustigano, mettono i cilici, fanno copiose donazioni e poi, a casa, sono pedofili, bancarottieri, trafficoni e mafiosi?
Pasionaria
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Mi pare di capire che tu poni, e giustamente, il problema della coerenza, che però non basta, perché anche un mafioso è coerente con le premesse che ha posto. E’ necessario essere coerenti con la verità che non si trova al mercato, ma si cerca umilmente e con fatica, senza la presunzione di averla in tasca. Alcune forme di penitenza in voga nei secoli scorsi oggi non hanno senso, perché la vera penitenza è compiere il proprio dovere e vivere contro corrente il Vangelo. Per un credente il Vangelo è la Persona di Gesù, che non può essere comprato né venduto. Di lui ci si può solo innamorare e quando ci si innamora tutto il resto si vive di conseguenza.
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Secondo te, caro Paolo, escludendo a priori il sospetto ( per altro fondato) che la volontà del vaticano sia quella di intromettersi nel "mondo", non credi che questa attenzione eccessiva e pressante che il magistero applica ad ogni lieve movimento della politica, nasca dalla consapevolezza di una certa incapacità dello stesso a formare coscienze? Mi spiego meglio, se fossi sicuro che le mie pecorelle sono ben educate e immerse nella dottrina, non dovei temere la 194, per esempio...
Pasionaria
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L’ingerenza del Vaticano «nel mondo» è evidente solo in Italia, mentre nelle altre nazioni ciò non accade per molti motivi sia storici che pratici: sono lontani. A volte si ha l’impressione che l’universalità si fermi sulle rive del Tevere. Il motivo è che il Vaticano di fatto è in casa nostra. Bisognerebbe segarlo e spedirlo su una zattera al polo nord o sud a scelta. Fuori dalla scherzo, la gerarchia sa che il «popolo cristiano» non è assolutamente formato per responsabilità primaria di essa, perché così si possono non formare le coscienze, ma dominarle. Dove c’è richiesta di potere, c’è scarsezza di spiritualità. La Chiesa non può imporre la sua morale con le leggi di uno Stato che deve essere per definizione agnostico, ma può proporla liberamente, creando spazi e tempi di riflessione e formando i suoi fedeli alla testimonianza della vita. Senza di questo è una macchina machiavellica che macina tutto pur di avere uno strapuntino caldo caldo.
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Caro Paolo, ho sentito stamattina al giornale radio che la Curia ambrosiana ha redarguito il sistema scolastico lombardo perché le ore di religione cattolica (sottolineo, cattolica, non "storia delle religioni", e tra l'altro insegnata da docenti nominati dalla Curia, che poi hanno accesso anche all'insegnamento di altre discipline senza passare dai concorsi "normali”) sono quasi sempre a inizio o fine mattinata, costituendo un "invito a bigiare" per gli studenti. Ora, ho due domande:
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1- non ritiene che l'insegnamento di UNA religione da parte di un insegnante nominato dall'istituzione di QUELLA religione, invece dell'insegnamento di tutte le religioni con insegnanti nominati secondo concorsi statali, sia in contrasto con il principio della libera Chiesa in libero Stato e Libero Stato in libera Chiesa? Non mi risulta che lo Stato pretenda di sindacare sulle nomine dei parroci...
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2- da studente, da studente che non fa l'ora di religione e non l'ha mai fatta nemmeno quando era a mezza mattina (i miei non mi fecero battezzare per lasciarmi libera scelta, e la mia scelta l'ho fatta. comunque, fino in terza media ho fatto Alternativa), mi chiedo: lei, come prete - considerando altresì che per esperienza personale le assicuro che il 99,99% dei miei coetanei non rispetta i dettami del culto in cui dice di credere e fondamentalmente non gliene frega assolutamente niente, non vanno neanche a messa - ritiene che conti solo la quantità dei fedeli (o degli studenti che si avvalgono dell'ora di religione a scuola) o anche la loro qualità? Secondo lei non sarebbe meglio lasciare davvero scelta agli studenti?
Red Passion
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Personalmente penso che la scuola di religione come è, impostata e fatta, sia una scuola di ateismo pratico che io abolirei semplicemente senza alcuna alternativa. Lei però pone tre problemi molto importanti ed enormi, su cui esprimo il mio parere personale:
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- Lo studio della Bibbia dovrebbe essere curricolare in ogni scuola di ogni ordine e grado perché è il libro che segna la nostra arte, la nostra letteratura, la nostra educazione, la nostra vita anche di non credenti (infatti siamo qui a parlarne). Perché studiare Omero e non la Bibbia che è un patrimonio dell’umanità? L’insegnamento nelle scuole dovrebbe avvenire però con i crismi e il metodo della scuola: per concorso e per professionalità nella materia (conoscenza delle lingue orientali, dell’archeologia, ecc. ecc.)
- Dovrebbero esistere cattedre di Bibbia nelle università come avviene in Francia, Belgio, Germania, America, ecc. ecc. E’ lì che si forma il pensiero ed è lì che i pensieri differenti si confrontano con metodo scientifico. In tutti e due i casi è evidente che la Bibbia non interessa come libro religioso, ma libro in sé, testimone di 4.000 anni di storia che apre una luce immensa sul mondo moderno.
- Se avessi un figlio, gli farei fare più esperienze possibili, non gliene sottrarrei, come invece fanno i genitori che non battezzano i figli: un bambino non aspetta fino a 18 anni per scegliersi la scuola, la cultura, il paese dove vivere, le scarpe, il mangiare, lo sport, ecc. ecc. Perché questo criterio deve valere solo per la religione? Secondo me, i genitori dovrebbero dare ai figli l’educazione che loro ritengono più consona coerentemente con il loro modo di essere e di pensare. Io a mio figlio darei tutto: poi lo aiuterei a discernere, a valutare e a 18 anni lui farà le sue scelte, ritenendone alcune cose e rifiutandone altre. Come fa a 18 anni a scegliere di credere se non sa nulla?
- Un’altra cosa è la storia delle religioni che non deve essere confusa con l’insegnamento della religione che comunque deve essere riservato alle singole chiese nei propri spazi e non nei luoghi delle scuole. La storia delle religioni può starci, ma è evidente che il buddismo non ha una incidenza come il cristianesimo di cui tutto è imbevuto tra di noi (chiese, quadri, teatro, poesie, opere letterarie, ecc.). L’una non esclude l’altro. Il discorso comunque è complesso e meriterebbe un libro che non è detto che non lo scriva.
Caro Paolo, come fai a stare ancora nella chiesa cattolica?
Juicy
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Perché è la mia madre che mi da ancora il Pane, la Parola, la fraternità, il Vangelo, la misericordia e la speranza. Proprio perché a volte fa la puttana io non la rinnego, ma l’amo ancora di più perché sento che io devo essere più vero, più libero, più evangelico. La Chiesa non è il Vaticano, o solo una organizzazione, ma la comunione con tutti i fratelli e le sorelle sparse nel mondo che si sforzano di vivere il vangelo con genuinità e verità. Tante volte ho la tentazione, ma ogni volta ho visto che la Chiesa è la risposta ad una vocazione dello Spirito Santo alla quale cerco di essere corrispondente con tutte le mie forze. Certo, non è facile, ma se tutti i cristiani fossero coerenti, non si porrebbe il problema. Infine: prima cerco sempre di togliere la trave del mio occhio e poi cerco di aiutare anche gli altri a togliersi eventuali pagliuzze dai loro.
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Caro Paolo, ho letto spesso tue critiche al comportamento della Chiesa e della conferenza episcopale, che ritengo nella gran parte dei casi fondatissime, ed ho un paio di domande. Credo di intuire chiaramente le ragioni che ti spingono a rimanere cattolico, mi chiedo però: da cosa deriva la scelta di far parte del clero secolare e non, magari, di quello regolare, più distaccato dai rapporti con la politica, ed in un certo senso più "puro"?
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La seconda domanda, meno personale, è questa: in che misura secondo te l'attuale contrapposizione, forte e spesso tremendamente radicale, tra posizioni facenti capo alla Chiesa e posizioni laiche o laiciste, è frutto di vere incompatibilità tra le "scuole di pensiero", oppure di eccessi di faziosità da ambo le parti e di difetti di comunicazione (questi specificatamente da parte della CEI)?
Ti chiedo questo perché, da laico e da cattolico "riconvertito" (ovvero staccatosi anni fa dalla Chiesa a causa di numerose incomprensioni, e ritornatovi poi dopo molti anni, più consapevolmente), io vivo la questione con un certo sgomento, ed ho la sensazione che non vi siano contrapposizioni reali tra le esigenze della laicità e quelle di chi - in uno stato laico - vive da cattolico, o comunque non mi pare che queste contrapposizioni siano in realtà così forti e radicali quanto forti e radicali sono i toni che vedo usare.
Lovemycatt
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Alla prima rispondo semplicemente che ho scelto di essere prete e non religioso, per essere libero: non riuscirei ad essere intruppato in un struttura tipo ordine religioso. Potrei solo accettare di fare il monaco che è la mia vera vocazione, ma in un monastero su misura: che stia ai bordi del mondo con una porta dentro la chiesa e una fuori nel mondo, dove possa entrare e uscire chiunque, un luogo d’incontro e di scambio. Non credo che i religiosi siano più puri, sono solo più esterni, anche perché il sistema religioso li protegge in tutto, dal cibo al vestito, ecc. ecc.
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La contrapposizione è spesso ideologica: risentiamo ancora di Porta Pia, che ha fatto dell’Italia un popolo di fatto anarchico e dei cattolici degli antistatalisti di maniera. I cattolici non hanno mia avuto un eccessivo rispetto per lo stato che considerano come un nemico. Da parte sua la tradizione massonica ha fatto il resto perché ha diffuso un certo anticlericalismo che ancora ha espressioni ottocentesche. Personalmente penso che il dramma nasce solo in Italia dal fatto che la Gerarchia si sia servita di un «partito cattolico», cioè di un partito che si diceva cattolico, ma era pieno di intrallazzatori e mafiosi, ma anche di molte brave persone che però non hanno mai contato. In uno Stato veramente laico, il problema non si dovrebbe porre, perché lo Stato laico sarebbe lo spazio e il metodo dove ognuno può esporre se stesso singolarmente o in gruppo, nell’ambito del rispetto della Legge, senza alcuna coercizione. Attualmente, con questo pontificato «retrò», che ha come obiettivo l’eliminazione del concilio ecumenico Vaticano II, la Cei ha debordato, e deborda dalla sue competenze, limitate e circoscritte dal concordato, diventando essa stessa una lobby d’interesse, cioè rappresenta se stessa direttamente per contrattare alla pari non con lo Stato, ma con i partiti che più garantiscono i suoi interessi che, guarda caso, sono i partiti di destra, finti religiosi e amorali.
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Non ho molto da chiedere, tranne un paio di cose che mi convincono poco e mi piacerebbe chiarire. Premessa: Farinella scrive lettere al blog Tafanus, un noto blog di anticlericalisti faziosi, usando però gli stessi toni della sinistra radicale.
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1) Per quale ragione e quali risultati si prefigge di raggiungere ?
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2) Perche' non legge mai o comunque non si prende cura mai di rispondere ad un solo dei commentatori che nel blog, che gli oppone qualche questione?
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3) Per quale ragione non dirige, magari assieme ad altri "dissidenti" clericali, i propri strali al cuore dell'organizzazione di cui fanno parte?
.4) nel caso lo facesse, quali sarebbero le conseguenze disciplinari?
Charly Brown
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Non so cosa rispondere, ma ci provo. Premetto che non scrivo per alcun blog. Quando credo di avere qualcosa da dire lo scrivo e lo invio ad un indirizzario di amici che poi sono liberi di farne quello che vogliono.
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1) Non ho alcun fine o ragione se non quella di essere me stesso e di partecipare ad un gruppo di amici i miei pensieri. Non sono malato di don chisciottismo.
2) Se dovessi stare dietro a tutti i blog che mi citano e rispondere dovrei assumere almeno 5 segretari/e. Ricevo già tra le 150 e le 200 e-mail al giorno, e mi creda non è facile. D’altronde tenga conto che io devo anche lavorare e guadagnarmi ciò che mangio perché scrivo e pubblico anche materiale di mia competenza.
3) Non ho alcuna intenzione di fare il berlusconino del caso e fare il masaniello populista e andare contro. La mia è solo una voce, una libera voce che grida nel deserto di una situazione ecclesiale molto degenerata.
4) La mia posizione e la mia libertà hanno dei costi che no ho mai detto e che non dirò mai perché quando si sceglie un certo stile si deve essere pronti a pagarne anche le conseguenze. Stia tranquillo che l’istituzione si difende bene, ma io conosco altrettanto bene la Legge canonica ed esigo che vengano rispettate non solo lo spirito, ma anche la lettera della Legge. Ho sempre ubbidito, restando libero, mi sono inginocchiato, ma sempre con la schiena dritta.
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Cosa pensa della politica di Veltroni e del PD?
Patrizia T.
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Cara Patrizia, sono convinto che Veltroni prossimamente sarà cardinale di santa romana Chiesa visto il suo ecumenismo urbi et orbi. Quando era responsabile dei DS per le la cultura e le telecomunicaizoni, fece scadere volutamente i tempi di discussione alla Camera per non fare decadere il decreto che vietava tre tv a Berlusconi.. Costui gliene fu e gliene sarà sempre grato. A me questo buonismo stantio non piace e non mi piace uno che aveva promesso di ritirarsi in Africa, salvo poi alla prima occasione correre per la presidenza del Consiglio. In tutta la campagna elettorale non una parola sulla responsabilità della destra su tutti i campi.
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Tutta la sinistra ancora una volta sta facendo di tutto per fare vincere Berlusconi. Ho l’impressione che Veltroni sia rassegnato a perdere, ma spera ancora che al Senato si vada alla pari così poi ci sarà una frittata e tutti di nuovo alle urne per fare i giochi di questi imbelli bastardetti che non sanno governare. Ciò detto, siamo in una situazione disperata: c’è la possibilità reale che torni Berlusconi, e non per merito suo, ma per capacità autocastrante della sinistra. Se cos’ fosse inizierebbe veramente il buio della repubblica, perché sarebbe l’ultima volta di Berlusconi, per cui non avendo nulla da perdere distruggerà tutto quello che potrà. Di fronte a questa premessa, bisogna scegliere il male minore o se vuoi bisogna votare contro Berlusconi e in questo momento, io mi tapperò tutte le aperture e voterò Veltroni. Amen.
Paolo Farinella, prete
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Voglio ringraziare Paolo Farinella, a nome di tutti, anche perchè so che, fra i mille impegni che ha, ha trovato il modo e la voglia di rispondere a queste domande mentre era ancora febbricitante ed in forma fisica non invidiabile.
Tafanus
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