Non fu in pericolo in Bosnia, e non ebbe alcun ruolo nella pace in Irlanda
WASHINGTON – Hillary Clinton è come Pinocchio, il naso le si allunga per le troppe bugie, parola del Washington Post. Suo marito Bill è come Joseph McCarthy, il senatore della caccia ai comunisti «traditori» a cavallo del ‘50, parola del generale a riposo Merrill McPeak, un consigliere di Obama. Bill Richardson, il governatore del Nuovo Messico, è un Giuda, parola di James Carville, un guru di Hillary. E via di seguito.
CLINTON SBUGIARDATA - Menzogne e insulti costellano la sfida tra la ex first lady e il senatore nero e ne avvelenano la Pasqua. Perchè il Washington Post definisce Hillary «un Pinocchio di quarto grado» (nel giornale figurano quattro burattini allineati)? Perché la prima donna candidata alla Casa bianca ha esagerato nel vantare le sue credenziali di «comandante in capo». Ha raccontato a esempio che nel marzo del ’96 andò in Bosnia al posto del marito presidente, che fu accolta all’aeroporto «dal fuoco dei cecchini», e dovette mettersi in salvo «correndo a testa bassa». Era troppo pericoloso per Bill, ha spiegato Hillary in un’intervista, ma era necessario che qualcuno di noi sostenesse i bosniaci. La ex first lady ha poi sottolineato di avere portato la pace nell’Irlanda del nord nel ’98, dopo decenni di guerre di religione: «Svolsi una mediazione cruciale».
LE DUE SMENTITE - Il Washington Post ha controllato e la ha bacchettata. In Bosnia nel marzo del ’96 viaggiarono con Hillary numerosi giornalisti, e nessuno sentì sparare né la vide scappare. Anzi, Hillary fu accolta con un mazzo di fiori da una bambina di 8 anni, dal generale Nash, il comandante delle truppe americane, e da numerosi dignitari. L’inviato del Washington Post, John Pomfret, ha ricostruito l’atterraggio alla base militare di Tuzla: «Era uno dei posti più sicuri del Paese, la gente era allegra». Idem per la pace in Irlanda. A smentire la ex first lady è stato addirittura il premier irlandese Ahren, secondo cui sì, lei aiutò, ma non partecipò ai negoziati, fu il presidente Clinton a premere. Insomma, una gaffe.
Ennio Caretto
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