Parlando di Bill Evans, pianista
ed innovatore silenzioso, non mi sentirete mai usare termini che non siano
superlativi. Bill Evans, per quanto mi concerne, ha un posto nel mio personale
empirèo del jazz, insieme a pochissime altre figure che hanno segnato
indelebilmente la mia musica: John Coltrane, Ornette Coleman, Chet
Baker, Lennie Tristano, Dexter Gordon... Un torto di Bill Evans? quello di
essere campato troppo poco: appena 51 anni (dal 1929 al 1980). Avrebbe potuto e
dovuto dare al jazz molto di più.
Bill aveva delle solidissime basi
accademiche. In piena carriera jazzistica, continuava a dedicare ai classici
non meno di sei ore al giorno, prediligendo autori come Bach, Chopin, Debussy.
Ne "Il jazz oltre il
bebop" (pubblicato nel 1994 da Gallimard) si legge: "Soltanto più tardi si
capirà che, con grande discrezione, senza porsi a capo di alcuna corrente,
Evans ha guidato una rivoluzione altrettanto profonda di quella di Coltrane o
di Coleman[...] La sua opera di compositore ricorre spesso a vecchi temi
standard, cui è assai legato; ma li tratta in un modo che ne alleggerisce il
sostegno armonico, spesso vincolante, e apre la strada a svariate possibilità
melodiche [...] Giudicato spesso superficialmente un pianista da bar come
successe molti anni prima al virtuoso Art Tatum, Evans con il suo particolare
tocco si è consacrato un pianista da concerto prediligendo quasi sempre la
formazione a trio con contrabbasso e batteria che lasciano il ruolo di semplice
tappeto ritmico e diventano strumenti solisti di pari importanza col
pianoforte. A Bill spetta il compito di continuare la rivoluzione iniziata da
Coltrane e Elvin Jones che egli compie con le soffici sensazioni che ricordano
la musica di Debussy, diventando così il pianista di riferimento per intere
generazioni, tra cui Keith Jarrett, Chick Corea, Herbie Hancock".
La musica di Bill Evans è segnata indelebilmente da una
tragica serie di vicende personali. Nella sua vita ebbe due compagne: Elaine e
Nenette, ma fu costretto a sacrificare la vita affettiva per la carriera
musicale. Purtroppo la sua vita fu costellata da numerosi lutti, come attesta
anche il suo disco "You must believe in spring" dedicato al tema
della morte, in cui ogni singolo brano rievoca questo concetto così oscuro. Nel
1971 infatti aveva perso la compagna Elaine, morta suicida nella linea della
metro newyorkese, poi il padre Harry, alcolizzato da tempo e ormai distrutto
dall'alcol, e nel 1979 perde il caro fratello Harry (all'età di 52 anni)
purtroppo per suicidio. Bisogna ricordare che, molti anni prima, (1961) il
giovane contrabbassista Scott LaFaro aveva già perso la vita in un tragico
incidente stradale, fermando inesorabilmente il sodalizio con Bill Evans e Paul Motian.
Scott LaFaro e Paul Motian
(batterista) sono stati, insieme a Bill Evans, i membri di quello che è, a mio
modesto avviso, il più bel trio jazz di tutte le epoche. I tre erano anche
legatissimi dal punto di vista umano. La morte di Scott LaFaro, tragica come
tutte le morti che hanno costellato la vita di Bill, contribuisce a generare il
crollo psicologico di Bill. La droga si impadronì allora di Evans segnandolo
fortemente fino alla sua morte. Per Bill, il fratello Harry era un punto di
riferimento, e morirà appena un anno dopo il suo suicidio nel 1979, in preda
alla depressione.
Enrico Pieranunzi, pianista
italiano di fama internazionale e autore di una biografia di Evans scrive:
"le sonorità morbide e risonanti, sempre conseguenti al carattere della
narrazione in musica che egli sta improvvisando, senza mai ricercare uno scopo
meramente decorativo o narcisistico [...] Bill Evans muore il 15 settembre del
1980, e con lui si spegne la massima espressione jazzistica non volta a
trascinar le folle, ma a sussurrar sé stesso"
Il brano proposto al vostro
ascolto questa settimana è eseguito proprio dal Trio ’64 (Bill Evans al piano,
Paul Motian alla batteria, Scott LaFaro al basso), ed è, secondo me, uno degli
assoluti capolavori del jazz “mainstream”:
Bill Evans’ Trio - A Sleeping Bee
Download bill_evans_a_sleeping_bee.mp3
SOCIAL
Follow @Tafanus