Caro Allam (Pardon! Cristiano) non vorremmo deluderla, ma noi non parteciperemo alla Grande Festa, perchè nei suoi confronti abbiamo nutrito, nella migliore delle ipotesi, dei pesanti sospetti; nella peggiore, delle pesanti certezze. Per esempio il 18 gennaio 2008, quando lei, ancora Allam, scriveva una lettera aperta a Cofferati, che sembrava una coproduzione Borghezio & Gentilini:
"...Lo sa il sindaco Cofferati che si appresta a regalare la mega moschea di Bologna a un gruppo islamico che, oltre ad essere estremista, conta in tutto solo 21 associati sugli 11.615 musulmani residenti nel Comune? Forse riuscirà comunque a farla costruire, a dispetto dell’opposizione della maggioranza dei cittadini e del pesante monito della Curia che ha qualificato l’insistenza dell’amministrazione comunale come un «peccato mortale» e invocato una «moratoria». Ma che almeno si sappia la verità su una vicenda che non fa il bene né dei musulmani né soprattutto dei bolognesi. Basta andare nel sito ufficiale del Comune per rendersene conto.
Al 31 dicembre del 2006 risulta che il totale degli immigrati a Bologna è di 30.319, di cui quelli originari di paesi a prevalenza islamica sono 11.615. Se si considera che, sulla base delle stime rilevate dalle inchieste sociologiche e giornalistiche più serie, la percentuale dei musulmani che frequentano abitualmente le moschee oscilla tra il 5% e il 7%, questo dato a Bologna oscilla tra i 580 e gli 813 fedeli.[...]
Oppure quando ha scritto questo bel pezzo di ammirazione sulla precisione tecnologica degli assassini israeliani, con questo pezzo:
"A Ramallah, città della morte dove nessuno ha mai pentimenti. La stanza dell' orrore, quella dove giovedì scorso due soldati israeliani sono stati barbaramente torturati e massacrati e poi dati in pasto alla folla che ha continuato a infierire sui corpi mutilandoli, è stata totalmente distrutta. La finestra da dove i cadaveri sono stati lanciati e da cui un aguzzino si è affacciato raggiante esibendo le mani grondanti del sangue delle vittime non esiste più. Eppure quel che più sorprende contemplando l' edificio del commissariato della polizia palestinese è che solo quella stanza è stata colpita, i sette razzi anticarro lanciati dall'alto da un Cobra con la stella di Davide hanno centrato il bersaglio con una precisione millimetrica. Sono rimasti invece intatti il pianterreno, l'altra metà del primo piano e il muro di cinta. Perfino il cancello d' ingresso e la guardiola di legno non hanno subito danni [...]
Le confesso, Cristiano, che ero rimasto interdetto, perchè il pezzo sembrava scritto non già da un musulmano - per quanto moderato - ma a quattro mani con la mitica Fiammetta Nierenstein. A proposito, sa che la Fiammetta si candida alle politiche? No? Glielo dico io. Si candida coi fascisti di Fini, i fedeli alleati dei nazisti che fortemente vollero ed applicarono la shoah. Così è la vita.
Notevole anche un suo pezzo del settembre '94, nel quale il titolo sembra preannunciare posizioni critiche su qualsiasi ipotesi di avvicinamento fra due culture (...prima il cattocomunismo, adesso il cattoislamismo... ma non vi rinnovate mai, almeno nel linguaggio?)
ECCO IL CATTOISLAMISMO
ROMA - La prova della Santa Alleanza tra cattolici e islamici è in un documento sottoscritto nella Città del Vaticano, l' 8 giugno scorso, da tre personalità di spicco del Vaticano e dagli esponenti delle tre maggiori organizzazioni panislamiche, in cui si conferma il comune impegno a contrastare le risoluzioni della Conferenza del Cairo sulla demografia [...] Hanno sottoscritto un documento comune:
"...In considerazione della grande responsabilità dei dirigenti religiosi cattolici ed islamici, i sottoscritti, cattolici e musulmani, si sono riuniti su invito della Santa Sede nella sede del ' Consiglio papale per il dialogo interreligioso' , al fine di studiare i punti più controversi della bozza del documento finale della Conferenza dell' Onu su popolazione e sviluppo in programma al Cairo nel settembre ' 94, ed hanno esaminato le questioni concernenti la sacralità della vita umana, il ruolo della famiglia quale base della società, l' ondata di lassismo sessuale che si diffonde in diverse zone del mondo, i diritti e le responsabilità dei padri nell' educazione morale e sessuale delle generazioni emergenti. "E conformemente al punto di vista dei credenti nelle religioni, i convenuti si oppongono all' orientamento individualistico che caratterizza il documento (dell' Onu, ndr). Sulla base di questo documento ogni individuo, singolarmente, ha il diritto di prendere le decisioni sulle nascite, anche in assenza di un accordo tra i coniugi. E in conformità a questo orientamento individualistico, il documento ignora i diritti della società e della famiglia che ne costituiscono la sua base e le sue fondamenta. Tutti i convenuti confermano che l' individualismo esasperato ed aggressivo conduce in definitiva alla distruzione della società, portandola allo stato di crollo morale, di libertinaggio e di soppressione dei valori sociali. "In aggiunta a ciò i sottoscritti concordano che alcuni punti compresi nel documento sono inaccettabili per i credenti nelle religioni musulmana e cristiana. Questi i punti principali:
1) LA MODIFICA DEL RUOLO DELLA FAMIGLIA - La famiglia, quale fondamento della vita comune dell' uomo e della donna con i loro figli, è la struttura basilare della società, e l' Onu non ha la facoltà di modificare tale istituzione che è consolidata nelle due religioni cristiana e musulmana.
2) LA DIFFUSIONE DELL' ABORTO - In linea di principio le due religioni cristiana e musulmana considerano l' aborto un grave male. Il documento (dell' Onu, ndr) avrebbe dovuto contemplare un testo esplicito che affermi che l' aborto non può essere un mezzo della cosiddetta ' pianificazione familiare' . Inoltre le espressioni del tipo ' regolamentazione delle nascite' , ' salute procreativa' e ' salute sessuale' sono oscure e vanno eliminate. I governi non possono esercitare in modo esplicito o ambiguo qualsiasi pressione sui coniugi o sugli individui per indurli a ricorrere all' aborto o alla sterilizzazione.
3) DIRITTI E DOVERI DEI GENITORI - Musulmani e cristiani credono che i genitori hanno il diritto inalienabile di educare i figli alla sacralità della vita e ai valori morali basati sulla fede religiosa. Pertanto essi non accettano quanto è contemplato nel documento sulla possibilità offerta agli adolescenti e ai bambini di abortire e di usare gli anticoncezionali senza l' assenso dei genitori o addirittura a loro insaputa. Ciò significa incoraggiare il lassismo nelle relazioni sessuali premature tra i giovani e consentire agli adolescenti dei due sessi di avere relazioni sessuali illimitatamente e incondizionatamente".
Invano cercheremmo un suo punto di vista, allora ci permettiamo di dare il nostro colto e forbito parere: CAZZO!!! (pardon: PISELLO!!!), ecco dove cicciopotamo ha scovato il manifesto del suo rivoluzionario partito pro-life, dato dai sondaggi allo 0,2%. Non gli darebbe un aiutino?
Vede, caro Crstiano, lei ha tutte le stimmate del cerchiobottista voltagabbana. Ecco cosa scrive di lei Wikipedia:
Magdi Allam (Il Cairo, 22 aprile 1952) è un giornalista e scrittore italiano di origine egiziana. Da piccolo la madre lo fece studiare in un collegio cattolico italiano, dove acquistò familiarità con la cultura italiana e occidentale e la religione cattolica (che tuttavia allora non abbracciò). Una volta cresciuto decise di emigrare in Italia per fuggire dall'Egitto. È laureato in sociologia all'Università La Sapienza di Roma e si occupa di tematiche legate al Vicino Oriente e ai rapporti tra questo e l'Occidente. Dopo avere collaborato con i quotidiani Il Manifesto e La Repubblica, è attualmente editorialista e vicedirettore (senza funzioni) del Corriere della Sera.
Giornalista di fama nazionale, Magdi Allam è uno dei partecipanti più influenti ed in vista nel dibattito del rapporto tra Occidente e mondo arabo, argomento al quale ha dedicato diversi libri e del quale discute spesso come invitato ai principali talk-show politici (...come s'offre!...). Le sue posizioni, spesso molto vicine a quelle dei critici più severi del mondo islamico (dura condanna di numerose associazioni islamiche da lui ritenute estremiste, proposta del divieto di costruire nuove moschee, elaborate teorie riguardanti rapporti tra moschee e gruppi terroristici che ne avrebbero in alcuni casi anche finanziato la costruzione) hanno trasformato numerosi suoi ammiratori iniziali in suoi detrattori (non è vero io a fù-Allam ho riservato tutto il mio disprezzo, anche in tempi non sospetti, quando alcuni lo citavano come un faro della sinistra illuminata!)
I suoi ammiratori lo citano spesso come modello di musulmano moderato e di arabo perfettamente integrato nel mondo, nella cultura e nel sistema di valori propri dell'Occidente; per i suoi detrattori si tratta invece di un personaggio inattendibile che diffonde odio e sospetti, riportando notizie non documentate, non verificate o addirittura deliberatamente false.
Nel 2006, Allam ha vinto il premio giornalistico Dan David, istituito dall'omonima fondazione israeliana.
In "Vincere la paura" Magdi Allam ha portato testimonianze della sua vita sotto scorta, assegnatagli dal Ministero dell'Interno italiano a seguito delle minacce che avrebbe ricevuto da parte della dirigenza di Ḥamās per via delle critiche ripetute mosse da Allam medesimo al terrorismo suicida palestinese. Nello stesso libro, Allam ha inoltre accusato Roberto Piccardo (...una sua fissa...), ex-segretario dell'UCOII, di averlo segnalato ad Ḥamās ai fini di farne decretare la condanna a morte, di complicità nei sequestri in Iraq nonché di «fomentare odii e incitare alla morte». A seguito della pubblicazione del libro, Piccardo ha sporto querela contro Allam.
Nel suo libro "Io amo l'Italia. Ma gli Italiani la amano?" Allam scrive di come l'UCOII e la IADL (Islamic Anti-Defamation League) avrebbero assoldato un "plotone di esecuzione" composto da estremisti di destra e di sinistra con la finalità di assassinarlo e di "spargere veleni sulla sua credibilità ed onorabilità": questo per dare esecuzione al già citato mandato ad uccidere che sarebbe stato emesso dalla dirigenza di Ḥamās nei suoi confronti. Osserva tuttavia il sen. Luigi Malabarba (PRC) che «non risultano aperti procedimenti penali a carico dell'Ucoii o della Iadl, tanto meno per l'istigazione all'omicidio del sig. Magdi Allam», e che lo stesso Ministro dell'Interno che ha assegnato la scorta ad Allam ha ritenuto di «nominare l'Ucoii nella Consulta per l'Islam in Italia». A quest'ultima considerazione del sen. Malabarba l'ex Ministro degli Interni Giuseppe Pisanu (principale promotore della citata Consulta) ha in seguito ribattuto sostenendo che sarebbe stato impensabile escludere fin dall'inizio l'UCOII, la maggiore organizzazione islamica presente in Italia, dal nuovo organo nato per rappresentare l'Islam italiano.
Nel suo libro Viva Israele, Allam, oltre a celebrare la sacralità della vita, con tutti i valori ad essa connessi, critica in modo veemente alcuni noti studiosi della realtà arabo-islamica contemporanea, primo fra tutti il prof. Massimo Campanini dell'Università degli studi di Napoli "L'Orientale". Allam accusa Campanini di antisemitismo, di minimizzare colpevolmente il "pericolo islamista" - un abito mentale tipico, secondo Allàm, della grande maggioranza dei docenti universitari italiani - e di sottovalutare, nei suoi libri, editi da prestigiose case editrici italiane e anche straniere, il ruolo dei Fratelli Musulmani nella realizzazione di atti di violenza di stampo fondamentalista nel mondo [...]
Per conclurere in bellezza, Caro Cristiano Rinato, vorrei ricordarle questo breve ma illuminante articolo di un giornalista che certamente lei conosce e disprezza bene:
IL PINOCCHIO D'EGITTO
di Valerio Evangelisti
http://www.kelebekler.com/
Diciamoci la verità. La Repubblica è nel giusto, quando va fiera della qualità dei suoi corrispondenti di guerra in Iraq. Non ci sono solo Bonini & D’Avanzo, capaci di descrivere in ogni dettaglio una serie di insurrezioni a Bassora che la gente del luogo non ha notato (forse perché distratta dalle bombe). C’è anche un intellettuale vero, per di più egiziano: Magdi Allam. Sociologo, scrittore, opinionista, una passione sfrenata per la verità. Cosa si vuole di più? Non è un caso se, ogni volta che un TG ha bisogno di un parere competente, interpella lui. Febbrile, emaciato (si capirà dopo perché metto in rilievo queste caratteristiche fisiche), è garanzia vivente di informazione sicura e di valutazione ponderata.
Nessuno potrebbe scambiare Magdi Allam con uno di quegli scalzacani intenti a bombardarci con quelle che Stefano Benni (sul manifesto del 5 aprile) chiama le “bombe al panzanio”. Allam è autore di libri e saggi di notevole valore scientifico. L’ultimo, appena uscito, si intitola "Saddam, storia segreta di un dittatore" (Mondadori, 2003). Non voglio anticipare troppo di questo libro, che si legge con sbalordimento crescente via via che si procede. Magari gli dedicherò una recensione apposita. Però un breve commento si impone, per capire la coerenza dell’Allam saggista con l’Allam reporter.
Anzitutto il libro ha una peculiarità che lo differenzia da tanti altri: la bibliografia (contenuta nelle note). E’ forse la più breve che la saggistica abbia mai conosciuto: due sole facciate, roba da Guinness dei primati. In tre capitoli su sette, poi, si fonda su un semplice articolo di giornale. Memorabile la base documentaria del secondo capitolo, che non ha che un’unica fonte: un pezzo su Gente intitolato Sono stata per trent’anni l’amante di Saddam. Mai avevo visto Gente divenire fonte di uno studio storico e psico-sociologico. Siamo di fronte a una vera svolta nella metodologia delle scienze sociali.
Non provo nemmeno a riassumere il contenuto del libro. Dirò che tesi di fondo dell’autore è che Saddam Hussein sia diventato cattivo a causa del nome (che vorrebbe dire “disgrazia”) e per via della madre che lo maltrattava. Le dimensioni di questa cattiveria le scopriamo con orrore già a pagina 7: “Un suo ex compagno di scuola ha ricordato che Saddam rubava la merenda dei bambini. Se loro tentavano di riprendersela attaccandolo in più di uno, lui buttava il cibo per terra e lo calpestava con il piede”. Terribile. Il resto è un crescendo drammatico: Saddam che sorride in pubblico ma sta serio quando è solo, Saddam che detesta portare gli occhiali e che si tinge i capelli, Saddam che è un donnaiolo impenitente ecc. Non mancano i dati d’altro tipo, ma sempre accompagnati da un’insistita analisi fisionomica, e sorretti da pochi articoli di giornale. Magdi Allam opera così una felice sintesi tra la storiografia di Svetonio e la sociologia di Lombroso. Il risultato non servirà molto all’analisi di una dittatura, però non può essere tacciato di mancanza di coraggio: era da più di un secolo che non si leggeva roba del genere.
Ma a questo punto è il Magdi Allam corrispondente dall’Iraq che aiuta a spiegare il Magdi Allam sociologo. Emerge infatti il motivo della sua passione per la fisionomica. Fin dal primo giorno di guerra, il suo problema è soprattutto uno: individuare sotto quali panni si nasconda effettivamente Diabolik… pardon, Saddam. Ecco dunque che subito ci avverte: “Dalla sua mente diabolica è nata l’idea di rimodellare chirurgicamente e psicologicamente tre uomini per farne dei sosia” (La Repubblica, 20 marzo 2003; d’ora in poi riporterò solo la data, perché il giornale resta lo stesso). Cavolo, un Frankenstein moderno! Da questo momento, ci si può aspettare davvero di tutto.
Non bisogna attendere troppo. Passa un solo giorno e Saddam Hussein appare in Tv. Magdi Allam è lì che spia ogni suo tratto somatico: “Potrebbe essere proprio lui il vero Saddam Hussein. (…) Mostra i tratti appesantiti di chi fa una vita sedentaria nel chiuso della clandestinità a cui si è auto-relegato. Il volto gonfio e il corpo flaccido tradiscono l’uso costante del litio, che serve a regolare l’umore nei soggetti colpiti da crisi maniaco-depressive” (21 marzo 2003).
Una frase del genere scatena istintivi sospetti circa il volto gonfio e il corpo flaccido di Luttwak o di Giuliano Ferrara. Così come una successiva li indirizza addirittura su Silvio Berlusconi, su Schifani e su metà del parlamento italiano. “Si sa che [Saddam] si tinge i capelli. Imitare la pettinatura di Saddam, la sua scriminatura a sinistra, è diventata una testimonianza di fedeltà al regime”.
Mi figuro Magdi Allam intento a interrogare, dopo i farmacisti che vendono litio, barbieri e parrucchieri, per scoprire le perversioni del rais. Oppure a riguardarsi per ore, su uno schermo enorme, il filmato di Saddam che parla, fino a scoprire il dettaglio che nessuno aveva notato: “Ieri i baffi di Saddam tradivano dei tratti bianco-grigi che in altri tempi e altrove non compaiono”. Perbacco, questo sì che è fiuto. Un dettaglio veramente inquietante, in un uomo di 66 anni dalla peluria vistosamente tinta. Però Saddam Hussein, nelle immagini, portava gli occhiali, e dagli studi attenti di Magdi Allam sappiamo che detesta farlo. Come essere certi che fosse davvero lui? Per fortuna che c’è il litio rivelatore che lo gonfia. Che sia benedetto.
Altrimenti la confusione sarebbe massima, con due sosia creati ad arte col bisturi e messi in giro. Sherlock Allam ne individua il primo in una riunione al vertice di poco successiva. “Questo primo sosia di Saddam è decisamente più giovane: esibisce la folta capigliatura nera, spiccano i folti baffi neri e non porta gli occhiali. Ma soprattutto sorride”.
Perché mai non dovrebbe sorridere? La risposta di Magdi è immediata: “Si sa che durante l’infanzia Saddam ha maturato un profondo sentimento di solitudine e di diffidenza nei confronti del prossimo, al punto di fargli esclamare: ‘ero padre e madre di me stesso’!”. Argomento incontrovertibile, se non fosse che nel suo libro Allam dice che Saddam Hussein non sorride mai da solo, mentre sorride in compagnia. Però, in fondo, è una contraddizione minore. Allam avrà semplicemente saltato, mentre scriveva il suo saggio, la pagina di Gente che la spiegava. Capita anche ai migliori talenti.
Sta di fatto che, posta la tripartizione dei Saddam, ne resta un terzo da individuare sotto la complicata chirurgia plastica. Fortuna che abbiamo Magdi Allam che ci guida alla verità: “[…] Ci pare più credibile il secondo sosia che è comparso nel corso della recente intervista a Dan Rather della Cbs. Questo terzo Saddam non sorride. E’ irascibile e scontroso. Sono tratti comportamentali che combaciano con quelli del vero Saddam. Ma basta mettere a confronto le due foto per rendersi conto che il Saddam di ieri è una persona diversa dal Saddam intervistato da Dan Rather. Quest’ultimo è inequivocabilmente più asciutto e più snello”.
Mi metto nei panni dell’infelice secondo sosia di Saddam Hussein. Costretto per un colloquio di un’ora a imitarne la voce (ma forse la chirurgia di cui è stato vittima ha riguardato la laringe). Costretto per la stessa durata a enunciare i medesimi concetti che avrebbe esposto il rais.
Non mi consola dalla pena il fatto che Magdi Allam, alcuni giorni dopo, riveli la verità: i cloni pronunciano discorsi già registrati in precedenza. Il compianto diventa anzi maggiore. Pensate al povero secondo sosia che deve apprendere a muovere le labbra in sintonia con la registrazione. Pensate agli sforzi per convincere Dan Rather a porre le domande nella successione giusta, salvo obbligare il sosia a movimenti labiali sfasati (che certo gli costerebbero la vita, o il pestaggio della merenda) oppure a risposte balorde.
Mi fermo qua. Anticipo solo, della prossima puntata, che praticamente ogni reportage dall’Iraq e dintorni di Magdi Allam, sosia a parte, risulta smentito dai fatti addirittura poche ore dopo che l’ha scritto. Cosa importa? Quando si tratta di difendere una “Guerra Occidentale” con le maiuscole, sotto le apparenze di una falsa obiettività “pacifista”, La Repubblica non si discosta troppo da Libero e da altri giornalacci. Ben venga, dunque, il Pinocchio d’Egitto con le sue amenità lombrosiane. Come dicono gli odiati francesi? A la guerre comme à la guerre.
Pubblicato il 7 Aprile 2003
kelebek.splinder.com
P.S.: Allam (pardon, Cristiano), non ci spiegherebbe a cosa serve un incarico di Vice Direttore "Senza Funzione"? allora vice-vice dirige, solo se stesso? è solo per il bliglietto da visita? oppure per costringerci, da domani, a leggere le sue minchiate con più "attenta partecipazione"? ah cristià... cce faccia sapé...
SOCIAL
Follow @Tafanus