...questo non è un articolo da leggere: sono "schegge" di Ciarrapichismo, dal gennaio '97 ai giorni nostri, tratte dall'archivio digitale dell'Espresso, al quale sono abbonato. Interessante strumento di consultazione. Anche perché spesso, troppo spesso, cerchi sul database "Ciarrapico", e trovi anche Geronzi, Letta, Storace, Andreotti, Tanzi...
Il branco più numeroso appare quello dei Fedain, nato a sinistra nei quartieri popolari (Centocelle, Testaccio), ma poi scivolato sempre più a destra. I Boys, che hanno tra le loro file parecchi naziskin, si proclamano "falange fascista": erano loro che fornivano la scorta al vecchio presidente della squadra, Giuseppe Ciarrapico.
30/1/97
A settembre, il solito computer destina al solito Vinci anche l'inchiesta Safim, leasing e factoring, oltre alla contigua inchiesta Italsanità, quella sui cosiddetti vecchietti d'oro, che vede coinvolti Giuseppe Ciarrapico, Mauro Leone e Marco Squatriti. È allora che la fonte ascolta il cazziatone di Squillante a Vinci. Cataldi nel frattempo si è rivolto alla procura di Torino che ha in corso un analogo procedimento sulla Safim. Da un'intercettazione ambientale raccolta dal maggiore, i magistrati torinesi sentono per la prima volta i nomi di Cesare Previti e del capo dei gip romani.
2/7/98
Giulio Andreotti è stato il referente di Totò Riina, ma altri adesso cercano di prenderne il posto., aveva sostenuto Orlando. E quando il giornalista gli aveva chiesto i nomi di questi "altri" il leader della rete non si era fatto pregare: .Cesare Previti, Silvio Liotta, Giuseppe Ciarrapico e Gianni Letta..
15/10/98
C'è chi spera di giungere in Europa partendo dall'acciottolato sconnesso del paese natale, magari a dorso di asinello (quello di Tonino Di Pietro) come Gina Lollobrigida. E chi pensa di arrivarci a bordo di un aereo da turismo come Giulio La Starza, An, detto il Comandante, ex pilota della flotta Ciarrapico, che già da un po' scorrazza per i cieli di Roma tirandosi dietro la lunga coda che invita a votare per lui.
10/6/99
La San Pellegrino pagava ogni Fiuggi mille lire, la Sangemini, al netto del trasporto, ne paga 850 (per rivendere a 1.390) senza assumere il rischio dell'invenduto. Difficile essere ottimisti sul futuro con 93 miliardi di debiti (a fronte dei quali - precisa la società - ci sono 42 miliardi di crediti, 12 di magazzino e 20 di accantonamenti). A questo punto si è fatto avanti Cesare Geronzi. Il presidente della Banca di Roma non ha mai smesso di pensare all'acqua Fiuggi. Prima ha rilevato le quote dell'Italfin 80 dal suo debitore insolvente, Ciarrapico, poi ha continuato la battaglia legale avviata dal finanziere andreottiano contro il Comune per il diritto allo sfruttamento della sorgente, senza mai smettere però di far credito alla sua controparte.
5/8/99
Alla Rai è Alleanza nazionale il partito delle vicedirezioni: ben cinque testate giornalistiche su dieci. Dopo quella di Massimo Magliaro a Rai International, di Antonio Belmonte al Tg3, di Mauro Mazza al Tg1 e quella storica di Bruno Socillo al Tg2, An ha ottenuto la poltronissima per Gianni Scipioni Rossi ai Servizi parlamentari. La nomina è stata voluta e imposta da Francesco Storace nel nome di una vecchia e collaudata amicizia (lavoravano insieme dall'editore Ciarrapico).
12/8/99
Il fenomeno è emerso in tutta la sua evidenza il 20 novembre del '94, in occasione degli scontri che a Brescia portarono al ferimento del vice-questore Giovanni Selmin. Nel '96 le indagini della Digos hanno permesso di stabilire che quel giorno gli incidenti non scoppiarono a caso. Il raid di Brescia era infatti stato deciso a tavolino e vi avevano partecipato non solo ultras della Roma, ma anche della Lazio. Alla base di tutto, secondo l'accusa, c'era la volontà di ricattare la nuova dirigenza giallorossa che, con l'avvento alla presidenza di Franco Sensi, aveva tentato di revocare le agevolazioni concesse dal vecchio patron, l'andreottiano Giuseppe Ciarrapico. Ma non basta. Al blitz aveva preso parte anche Maurizio Boccacci, interista, leader dei naziskin italiani, fondatore del disciolto Movimento politico occidentale, intenzionato con la violenza a recuperare popolarità.
2/12/99
Per qualche mese la classe politica rischiò di finire sul banco degli imputati. I vertici del Sid chiamarono infatti in causa Mario Tanassi, Giulio Andreotti e Mariano Rumor come i politici che avevano autorizzato a mantenere la consegna del silenzio. La commissione inquirente, nell'estate del 1981, archiviò però le loro posizioni. Giannettini, dopo qualche anno, fu libero di riprendere a lavorare in una casa editrice di proprietà di Giuseppe Ciarrapico, il più andreottiano tra tutti gli imprenditori andreottiani.
16/12/99
Giuseppe Ciarrapico ha un pallino: Antonio Di Pietro. L'ex re delle acque minerali, già braccio armato della Dc andreottiana nell'imprenditoria, vuole regolare i conti con il magistrato che lo arrestò ai tempi di Tangentopoli. Le strade di Ciarrapico e Di Pietro si incrociano nuovamente in Molise. L'ex magistrato si candida nel collegio nativo di Montenero e Ciarrapico è editore del maggiore giornale locale, "Molise Oggi", che non dedica una riga a Tonino nemmeno a pagarlo. Il senatore del Mugello se ne è lamentato con il direttore, sentendosi rispondere: "Il mio editore non vuole". Ciarrapico la prossima settimana andrà in Molise per organizzare meglio l'offensiva e si dice sia pronto ad aiutare anche finanziariamente il candidato del Polo. "Preferisco rinunciare alle vacanze che vedere Di Pietro eletto", ha confidato a un amico.
22/2/01
Fra i crediti su cui la Popolare di Novara accusa le perdite più rilevanti compaiono anche nomi eccellenti. Nel caso della Italfin (ex Ciarrapico) i crediti vengono ceduti a una società del gruppo Banca di Roma con una valutazione che non tiene conto di elementi a favore di Novara; alla Sidema di Donatella Zingone (moglie di Lamberto Dini) gli ispettori rilevano invece che nel '96 venne concesso un finanziamento di 5 miliardi "senza un'approfondita valutazione del merito creditizio".
18/10/01
Adriano Romualdi, scomparso a 33 anni in un incidente stradale nel 1973, aveva raccolto i giovani intellettuali in polemica con la polverosità dell'Msi, cioè l'allora redattore della "Notte" Stenio Solinas, il redattore culturale del "Tempo" Enzo Erra, Marcello Veneziani che era l'editor delle edizioni Ciarrapico, l'evoliano esperto di fantasy Gianfranco De Turris. [...toh... spunta il Tempo di Gianni Lecca, e l'intellettuale Marcello Veneziani...)
16/5/2
[Geronzi] Ha favorito l'acquisto della Lazio da parte di Cragnotti, ha salvato la Roma dal fallimento, traghettandola da Ciarrapico al duo Sensi-Mezzaroma.
24/10/02
[Geronzi] In virtù dell'antico legame con l'ex collega di Banca d'Italia Lamberto Dini, ha dato una mano all'ex senatore del Ppi Vittorio Cecchi Gori all'epoca dell'acquisto di Telemontecarlo. Ha affiancato Francesco Gaetano Caltagirone nell'operazione "Tempo". Favorito la nascita dello sfortunato quotidiano "l'Informazione". Portato la banca direttamente nell'azionariato della Class Editore. Ed è andato in soccorso del gruppo Fininvest quando, prima della quotazione in Borsa di Mediaset, l'azienda di Silvio Berlusconi ha dovuto superare una difficile crisi finanziaria. Così, nessuno si è stupito più di tanto quando, nel settembre del 2000, sono saltate fuori le carte di un'inchiesta avviata da una denuncia di Maurizio Boccacci, noto alle cronache per essere il leader della formazione neofascista Movimento popolare occidentale. I documenti parlavano di finanziamenti per un totale di circa 3 mila e 400 miliardi di vecchie lire a 21 gruppi. I più esposti facevano capo a imprenditori con interessi nell'editoria come Domenico Bonifaci (522 miliardi di vecchie lire), subentrato a Caltagirone nella proprietà del "Tempo", e Giuseppe Ciarrapico (406 miliardi).
20/12/03
Vittima e carnefice del presidente di Capitalia è l'uomo del giorno, Calisto Tanzi. Lui, cattolicissimo, ha tradito padre salumiere, figli, azionisti e infranto almeno il settimo Comandamento (ma si potrebbe discutere su un paio d'altri), trascinando l'azienda di famiglia in un buco nero da oltre 10 miliardi di debiti. Sta raccontando la sua verità e da subito ha tirato in ballo Geronzi, accusato di averlo costretto ad acquistare a prezzi eccessivi l'Eurolat e la Ciappazzi, rispettivamente da Sergio Cragnotti e Giuseppe Ciarrapico, due imprenditori-finanzieri che fanno parte della stessa consorteria.
22/1/04
L'operazione di finanza creativa è riuscita invece a Francesco Storace. Il presidente della Regione Lazio, zavorrato dal più alto deficit nazionale, si muove a vista. Un giorno stipula una convenzione in salsa lombarda con la clinica privata di Ciarrapico per trovare nuovi letti all'ospedale pubblico Pertini.
19/2/04
Le pressioni dei vertici di Capitalia per spingere la Parmalat ad acquistare le aziende in crisi di Sergio Cragnotti e Giuseppe Ciarrapico. La storia di una telefonata ricevuta da Calisto Tanzi, alla vigilia del crack Cirio, con la quale Cesare Geronzi "gli diceva molto seccato di prendere la società che altrimenti non ci sarebbe stata più". [...] Altre possibili tracce relative a distrazioni a favore di partiti politici sono le seguenti: durante gli anni c'erano diverse fatture di sponsorizzazioni strane, cioè prive di utilità per il gruppo come ad esempio la sponsorizzazione del Meeting per l'amicizia fra i popoli che si tiene credo annualmente a Rimini, per importi pari a diverse decine di milioni di lire, forse anche più di cento milioni. La sponsorizzazione è avvenuta per parecchi anni a carico di Parmalat Spa. Vi erano anche parecchie fatture di sponsorizzazione di piccoli eventi sportivi privi di utilità per la Parmalat. Vi erano anche fatture per consulenze varie per argomenti apparentemente privi di interesse e utilità per l'azienda. Si può andare a vedere tra le spese di rappresentanza, tra le spese di consulenza e spese varie. Di ciò potrebbe sapere qualcosa Nicola Catelli che lavorava insieme con Piccini". L'acqua di Ciarrapico "Quando il gruppo di Ciarrapico, operante nel settore delle acque minerali, entrò in crisi, le migliori acque minerali vennero acquisite dalla Danone. Rimase al Ciarrapico una serie di sorgenti di poco valore. Senza un introito per sistemare il debito delle fonti che erano rimaste, Ciarrapico rischiava di fallire. Allora Banca di Roma chiamò Tanzi e me, dicendo che avremmo dovuto acquisire le fonti residue di Ciarrapico. Per la Banca i crediti verso le società di Ciarrapico erano incagliati e avrebbero dovuto essere svalutati. A noi chiedevano di intervenire con 35 miliardi di lire per rilevare 5 o 6 sorgenti in tutta Italia. Le sorgenti non valevano ciò che ci avevano chiesto come prezzo. Ciononostante, in altre riunioni con le solite persone, la banca ci chiese di intervenire, dicendoci che sarebbero poi intervenuti con finanziamenti e contributi sulle perdite...
19/2/04
Da mesi Ë in corso una battaglia furibonda tra Epurator e il quotidiano della destra nella capitale "Il Tempo". Da quando a palazzo Colonna c'è Franco Bechis è una raffica di colpi bassi. "Il governatore inciampa sul prepuzio", titola "Il Tempo" del 20 agosto, segnalando che Storace ha preso per buona la reliquia del prepuzio di Gesù, che la Chiesa ritiene falsa. In prima pagina c'è la notizia che la Regione Lazio ha versato 576 mila euro ai giornali di Giuseppe Ciarrapico. Lo stesso di cui si parla come l'ispiratore occulto della campagna di Belpietro contro gli Angelucci, suoi nemici giurati. Sgambetti e ricatti. [...]
9/9/04
Ciarrapico Docente - Immarcescibile Ciarra! L'ex re delle acque minerali, ex presidente della squadra giallorossa, ex mediatore, su incarico di Giulio Andreotti, nell'affare Mondadori, ha trovato una nuova attività cui dedicarsi, oltre a quelle di imprenditore della sanità e di proprietario di 11 piccoli giornali tra cui "Latina Oggi" e "Ciociaria Oggi". Giuseppe Ciarrapico non ha resistito alla sirena dell'accademia e, dopo un'esperienza di qualche tempo fa all'ateneo di Cassino, ha messo le sue multiformi capacità al servizio dell'Università di Latina (polo decentrato de La Sapienza di Roma). A novembre ha tenuto due lezioni (il 5 e l'8) di tre e quattro ore, per il master di Economia in "Gestione innovativa della pubblica amministrazione". Argomento: "Servizi pubblici locali: turismo, viabilità e comunicazione". Sia il Comune di Cassino che quello di Latina sono retti da maggioranze di centro-destra che hanno sostenuto volentieri l'ascesa in cattedra di Ciarrapico.
25/1/1/04
Ma a novembre 2001, Storace ha autorizzato le Asl a fare transazioni dirette con le cliniche. Risultato? La Sanità pubblica ha versato ai concorrenti privati quasi 450 milioni di euro. E il colpo più sostanzioso l'ha messo a segno il Policlinico Casilino di Giuseppe Ciarrapico (che controlla anche diversi giornali locali), che si è visto ripagare in toto un credito di 150 milioni. I favori alla sanità privata sono continuati anche sfruttando abilmente la legge sulle liste d'attesa, in base alla quale oltre un certo limite ci si può far curare privatamente a spese del servizio pubblico. Così, nel Lazio ci sono decine di cliniche che ingrassano con questo sistema di convenzione surrettizia.
10/2/05
Historicus e Detektor sono i nom de plume dell'imprenditore- editore Giuseppe Ciarrapico sceso in campo a dare lezioni di storia e politica ai lettori di "Latina Oggi", "Ciociaria Oggi" (abbinati a "il Giornale") e altri quotidiani locali di sua proprietà in territori noir. Per la campagna elettorale si è mobilitato Detektor con l'editoriale: "Politica ricca, Democrazia fritta". Per le celebrazioni della Shoah, Historicus è cerchiobottista: condanna la "ferocia nazista" ma anche "la barbarie del Comunismo". Il suddetto Historicus apostrofa anche il presidente dell'Udc sulle sue posizioni ambigue sull'anticomunismo: "Onorevole Follini, allora?". Dopo un periodo passato nell'ombra, Ciarra è in un momento di furioso attivismo: la sua omonima casa editrice ha ristampato il libro di Benito Mussolini sul figlio Bruno.
10/3/05
Minculpop Ciarrapico - Nei giorni scorsi è pervenuto alla dozzina di piccoli giornali laziali che fanno capo a Giuseppe Ciarrapico, da "Ciociaria oggi" a "Guidonia oggi", da "Civitavecchia oggi" a "Latina oggi", un breve testo, con una indicazione perentoria: "Da pubblicare in prima pagina, su tutte le testate del Lazio, domani 20 dicembre 2005". Ohibò, pareva una direttiva del Minculpop. Al centro del mini-elzeviro c'era l'"affare Di Canio", il giocatore biancoceleste col vizietto del braccio romanamente teso. Ma ecco il testo poi effettivamente stampato: "Un uomo degno. Coraggio della propria identità, delle proprie idee, Paolo Di Canio. Che bello, che meraviglia, riconsacrato alla sua radice storica: l'Olimpico è il Foro Mussolini, ora camuffato da Foro Italico. Di Canio è atleta vincente perché. innanzi tutto credente. E chi vince, vince perché crede. Era un vecchio canto che, adolescenti, apprendemmo ma che combattenti più anziani lo dimostrarono con il valore sui campi di battaglia. Forse questa è la scuola che andrebbe fatta ai nostri giovani e non quella di "pupone" dai molti miliardi". La firma? Historicus, alias Ciarra. Con nostalgia. L. Q.
31/12/05
Mussolini non ha mai scritto diari. Parola di Giuseppe Ciarrapico "Non esistono, i diari di Mussolini. Dunque non è possibile che siano quelli adesso al centro dell'attenzione". Parola di Giuseppe Ciarrapico, l'imprenditore ed editore che non ha mai fatto mistero della sua fede fascista. "Mi sono occupato a lungo del Duce", spiega, "e posso assicurare che questa storia non sta né in cielo né in terra". Gira voce che Romano Mussolini, prima di morire nel febbraio 2006, abbia visto le agende oggi lanciate dal senatore Dell'Utri. Ne sa qualcosa? "Credo che Romano le abbia viste. Di certo non le ha volute legittimare. Diciamo così: è stato assolutamente non certo della loro autenticità". Eppure la nipote di Mussolini, Alessandra, dice che ci vede il ritratto del nonno. "Mi sembra un po' coraggioso, da parte sua, sostenere che lì dentro c'è quello che diceva il Duce...". Fatto sta che Dell'Utri è abbastanza fiero, della sua scoperta.... "Stimo moltissimo Dell'Utri. È un amico di grande qualità. Magari stavolta rischia di essere un po' imprudente".
22/2/07
Lady Asl, al secolo Anna Iannuzzi, nei suoi interrogatori punta il dito anche contro due big della sanità privata come i gruppi Angelucci e Ciarrapico. Al pm chiede velenosa: "Perché non indagate anche sugli altri?". [...] In questo contesto parla anche del "nemico" Giuseppe Ciarrapico e del suo gruppo Eurosanità che in base a una sentenza del Tar doveva ricevere 50 milioni di euro dalle Asl e che invece, dopo una transazione autorizzata proprio da Storace, si sarebbe ritrovato in tasca molto di più. A seguire la transazione è stato Cosimo Speziale, l'ex direttore generale della Asl Roma B, già arrestato e oggi grande gola profonda dell'inchiesta. Speziale non la contraddice e spiega ai pm: "Il Policlinico Casilino era intoccabile perché Ciarrapico aveva rapporti diretti con Storace: arrivavano le cose già belle e preparate. Lo sapevano pure le pietre che Ciarrapico è legato a Storace".
8/3/07
[...] per i 66 imputati dei vari filoni del crack targato Tanzi il processo si aprirà il 14 marzo tra gravi incertezze. Sono cinque i dibattimenti fissati per lo stesso giorno, in orari diversi, davanti al medesimo tribunale di Parma, che potrebbe quindi riunire almeno i due tronconi principali: le accuse ai 23 amministratori e revisori della multinazionale, tra cui l'ex patron Calisto Tanzi e il manager Fausto Tonna; e il crack di Parmatour, il gruppo turistico della famiglia Tanzi, che chiama in causa anche il banchiere Gianpiero Fiorani. Nel filone Ciappazzi (l'azienda di Ciarrapico salvata da Tanzi su pressione della Banca di Roma) è imputati anche l'ex presidente di Capitalia, ora al vertice di Mediobanca, Cesare Geronzi.
6/3/08
...alcune considerazioni sparse:
-1) se Ciarrapico era così "culo e camicia" con Storace, perchè adesso accetta il ruolo di "spolpatore di voti" di Storace? allora forse faceva solo finta di essere culo e camicia, mentre invece c'era solo un rapporto di scambio fra governatore e proprietario di cliniche?
-2) qualcuno ricorda di quando il Centro-Sinistra era arrivato a tal grado di coglioneria da
aver persino ipotizzato una candidatura di Geronzi (adesso immischiato - si scopre ma si "sospettava") in tutte le porcherie che ruotavano intorno a Cragnotti, Ciarrapico, Il Tempo, Tanzi e compagni - anzi, "camerati"?)
-3) Il PdPdL non era quello che si era imposto un codice di autodisciplina sulla moralità delle candidature?
-4) siamo proprio certi che il "rinnovamento della politica" passi attraverso la candidatura, fra i "moderati - rinnovati - uomini del fare" di un 74enne con un fascicolo giudiziario alto come un armadio a sei ante, col Fascio Littorio impresso nel cuore e nel cervello, e probabilmente più che "uomo del fare", uomo del malaffare?
Però per Fini va tutto bene, perché Ciarrapico "ha chiarito": Fini, un uomo modesto, che si accontenta di poco.
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