Il crack Ambrosiano, l'avventura di Fiuggi, il business delle cliniche: così Ciarrapico è diventato un protagonista dell'imprenditoria - L'ultimo exploit del "Ciarra", una vita tra il Duce e i quattrini
di FILIPPO CECCARELLI
A PROPOSITO di volti nuovi e limpidi ideali, per il Popolo della libertà, quota Berlusconi, sarà nominato senatore anche Giuseppe Ciarrapico: e ci si sente tutti più giovani e sgomenti, come se il volo magico della campagna elettorale riappiccicasse la vita pubblica non tanto al fascismo, ma al dissennato e pittoresco caos politico affaristico degli anni ottanta.
E' allora che comparve sulla ribalta il Ciarra, con il suo ostentatissimo mussolinismo, i saluti romani, l'editoria nostalgica, l'immenso sottocollo e l'accento romanesco alla Aldo Fabrizi. Il cuore nero, "storicamente" nero puntualizzava lui per limitare il danno, e il portafogli bianco. O meglio grigio, nel senso che il personaggio temerariamente giostrava le sue faccende, i tempestosi negozi, i fuggevolissimi quattrini, all'ombra del potere e sottopotere andreottiano, con puntate nel milieu di Craxi, a un certo punto voleva pure comprare l'Avanti!, intanto vendeva la carta all'Unità, di norma sponsorizzava qualsiasi intruglio partitico e transpartitico e nella stagione di Tangentopoli finì in galera - evento in verità assai preannunciato e smentito con poetiche dichiarazioni: "Sono libero come una rondine!" declamava al telefono - per certi finanziamenti, pensa tu, al Psdi.
Ogni tanto il personaggio sparisce, evapora, s'inabissa. La penultima volta, sul finire del secolo scorso, sembrava fosse stato travolto da una specie di crisi mistica con esiti incerti fra un anticipo di temperie teo-con e l'ingresso nel cenobio. Da fascistone a fratacchione, cioè, con un passaggio da terremotato della Prima Repubblica. Ogni eventualità infatti è possibile con il Ciarra. Ma anche per questo forse, quando regolarmente ritorna sul proscenio, e in genere lo fa come oggi straparlando, così viene di salutarlo: "Chi nun more se rivede", come si dice a Roma per esprimere, talvolta perfino con un certo intimo garbo, una meraviglia che sfuma verso l'incredulità. Senatore Ciarrapico: e si sarà visto tutto.
Cliniche ancora fiorenti e squadre di calcio lasciate sull'orlo del baratro. Acque minerali, stazioni termali, premi letterari, caffè storici, giochi di borsa, cartiere, giornali, aero-taxi e ditte di catering, altrimenti ribattezzato "er cateringhe". Tutto comunque sul filo del rasoio. Insieme a Cardin provò anche con i cinesi a lanciarsi nel mondo delle bibite, pensò a un succo di frutta che si poteva chiamare "Gnao-gnao", che in cinese, spiegò con candore, vuol dire "buongiorno". Pistola nel cassetto. Lingua imprudente per calcolo e per vanità. Collezionista di soldatini secondo una linea antropologica che da Evangelisti a Previti e poi da Cossiga, padre e figlio, arriva forse al cardinal Ruini così delineando un'area di confine fra la destra un certo mondo cattolico.
Più di un problema il Ciarra ha avuto con le banche, e ancora di più queste ultime ne hanno avuto con lui; una sentenza passata in giudicato per il crack Ambrosiano. Ruspante acrobata delle mediazioni di potere, per conto di Andreotti, che chiamava "il Principale", sviluppò nell'era del Caf il lodo Mondadori fra Berlusconi e De Benedetti. Ma soprattutto: specialista, in affari, della pratica che prevede di fare il classico passo più lungo della gamba e quindi, come tale, indimenticato prezzemolo nei più controversi e devastanti accadimenti finanziari dell'ultimo ventennio almeno, dal crack dell'Ambrosiano alla rovina della Parmalat[...]
...il mondo è bello perchè è avariato... dunque, questo "colpo di teatro" del nano che candida il Ciarra, con la "colf filippina in nero" Gianfry che ne viene informato dai giornali, sarebbe frutto, addirittura, di una geniale idea politica del "dottor sottile" della destra, l'eminenza grigia, l'imbalsamato, ibernato Gianni Lecca... Che colpo di genio, ragazzi!!!... Immaginiamo la scena:
GL: Silvio, Storace rischia di portarci via un paio di punti. Dobbiamo far qualcosa. Dobbiamo imbarcare un bel fascitone a tutto tonto che riporti a casa (cioè nel PDL) almeno una parte di quello che ci sta portando via Storace...
SB: ...si, ma come?
GL: semplice: candidiamo uno ancora più fascista di Storace. Elementare, Mr. Watson...
SB: Gianni, l'ho sempre detto che tu sei un genio della politica.. Cribbio, Gianni, sei veramente il mio Mazarino...
Fine della conversazione. Detto Fatto. La colf filippina in Nero apprenderà tutto da Repubblica, o dall'ANSA, o dalle liste depositate in Cassazione. Cogli "Alleati Fedeli" non è necessario star lì a menarla con finte trattative su una decisione già presa. E così i patetici tentativi di Fini di togliersi di dosso la scorza del fascitone, in un attimo vanno a puttane. Fiuggi, Addio!
P.S.: Lo sapevate che il Congresso di Fiuggi (quello in cui i fascisti hanno "passato le acque" e si sono purificati), è stato ospitato negli alberghi del "Ciarra"?
Ora resta da capire quale sia il Q.I. dell'accoppiata SB + GL: perchè sarà pur vero che con questa mossa potranno far "tornare a casa" uno zerovirgola di Storaciani, ma c'è anche il rischio che manderanno fuori di casa una parte di italoforzuti che tutto possono sopportare (concussori, evasori, mafiosi), ma non l'essere associati ad un ridicolo ometto che parla ancora come un federale di provincia da commedia all'italiana. Anzi, da tragedia.
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