Distacco ridotto, Senato in bilico - Rimonta Pd negli ultimi sondaggi - A poche ore dall'oscuramento delle rilevazioni sul voto, imposto dalla legge, le maggiori società del settore indicano un gap di 5-6 punti tra il Pdl e i suoi avversari.
ROMA - Si è parlato tanto, in queste settimane, di una possibile rimonta di Walter Veltroni su Silvio Berlusconi. Un assottigliarsi del sostanzioso vantaggio iniziale del secondo sul primo. Ma soltanto adesso- a poche ore dallo stop di legge alla diffusione dei sondaggi - questa marcia di avvicinamento del segretario Pd sul leader Pdl sembra prendere corpo, in maniera sostanziosa: e infatti molte tra le ultimissime rilevazioni, compiute da diverse società demoscopiche, indicano un distacco ridotto a 5-6 punti.
Prendiamo ad esempio la ricerca della Demos, pubblicata sul numero oggi di "Repubblica", che quantifica la differenza tra democratici e popolo delle libertà al 6,6%. Un risultato che, secondo i curatori di questa indagine, potrebbe ulteriormente evolversi, visto l'alto numero di indecisi. E visto che, se esaminiamo invece delle intenzioni di voto il gradimento dei leader, il pareggio tra Veltroni e il Cavaliere è già diventato realtà.
Tornando alle previsioni strettamente elettorali, anche per la Swg il divario tra i due schieramenti maggiori è abbastanza sottile, o comunque in calo: 5 punti alla Camera, 4,6 al Senato. Più in dettaglio, a Montecitorio il Pd (34%) e l'Idv (4,3%) insieme sono al 38,3%, mentre Pdl (36%) e Lega (7,3%) arrivano a 43,3%. A Palazzo Madama, Pd (34,2%) e Idv (4,3%) si attestano al 38,5%, mentre Pdl (35,9%) e Lega (7,2%) sono al 43,1%. Ma, tenendo conto che l'assegnazione dei seggi senatoriali avviene su base nazionale, e che la Lega non è presente nel centrosud, quel 4,6 di differenza può essere letto come un sostanziale pareggio.
Proprio come, nell'ultima rilevazione settimanale per Repubblica.it, aveva sancito la ricerca di Ipr Marketing una situazione di stallo al Senato: nella migliore delle ipotesi, il Pdl otterrebbe 160 contro 155.
Quanto al gap percentuale di consensi, anche Renato Mannheimer, sul Corriere della Sera, raggiunge un risultato non troppo distante da quello dei suoi colleghi sondaggisti: il centrodestra è in vantaggio mediamente di sei punti. E con una prevalenza al Senato di nove seggi, anche se il dato può modificarsi sostanzialmente: in particolare cinque regioni - Sardegna, Liguria, Abruzzo, Calabria, Lazio- sono in bilico, con una distanza di circa il 2% tra le coalizioni.
Un sondaggio Ispo mostra poi le regioni in cui l'Udc e la Sinistra Arcobaleno dovrebbero attestarsi intorno alla soglia di sbarramento dell'8%, con prevedibili conseguenze per l'esito finale del voto a Palazzo Madama.
Un sondaggio Ipsos per il Sole 24 ore calcola, poi, in 3,8 milioni di elettori, circa il 10%, la quota di indecisi che alla fine voterà. Tra questi il 48% ha più fiducia nel Pd, il 23% nel Pdl. Per recuperare lo svantaggio rispetto a Berlusconi Veltroni dovrebbe assicurarsi il 61% degli indecisi-votanti.Complessivamente la quota degli indecisi, votanti e non votanti, è quasi del 30%. (28 marzo 2008)
Vantaggio del PDL ridotto a 5/6 punti; cagate in serie del nano; la scoperta, improvvisa e devastante, che anche nella migliore delle ipotesi, il nano avrà al Senato una maggioranza di 5 senatori (meno dei senatori a vita, e prima di sapere come "butterà" l'estero; la scoperta che se passasse il concetto di "voto utile" alla Camera, il nano potrebbe pescare solo nei due punti della Santanchè, mentre uolter potrebbe pescare nei 7/9 punti delle varie "sinistre"; infine, l'ultima "rogna", questa mina vagante del "voto disgiunto". C'è di che togliere il sonno al Nano, e a poche ore dall'oscuramento dei siti sui sondaggi, non vorremmo essere nei panni del fabbricante di cordate. Ci lasciamo così...
...YES, WE CAN!...
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