(a cura di Pasionaria)
La
Resistenza degli intellettuali.
Quest’anno la riflessione sul 25
aprile, nasce dalla rilettura di un articolo che Davide Lajolo scrisse in occasione dell’uscita di un libro di Delmo Maestri: “Resistenza ed impegno
letterario”, edito da Paravia in occasione del trentennale della
Resistenza.
La cultura in Italia era stata da sempre una sorta di monopolio delle
classi dominanti, spesso legate se non addirittura asservite agli interessi
stranieri e quindi, nella quasi
totalità dei casi, un fenomeno estraneo alle masse ed alle esigenze del popolo. Se rottura, anche se parziale, ci fu
con questa consuetudine, questa avvenne
per la prima volta durante il Risorgimento, quando sulle barricate cominciarono ad apparire i primi
intellettuali impegnati ad uscire
dall’isolamento. Ma fu durante la
Resistenza che la cultura italiana, per la seconda, gloriosa volta, imbracciò
il fucile, quando intellettuali, artisti, studenti e studiosi ruppero
definitivamente col passato, nel prendere atto che il fascismo era la più
vergognosa forma di non-cultura che mai l’Italia avesse conosciuto, e si
schierarono con operai e contadini impegnandosi e battendosi per la Libertà.
Invitando soprattutto i giovani a
non dimenticare mai, specialmente di
questi tempi in cui il fascismo subdolo ha assunto nuove forme ed ha dismesso
l’aspetto criminale di allora per
indossare il rispettabile doppiopetto blù della “tutela della sicurezza” e
della “repubblica presidenziale”, ripetiamo, oggi come allora, il nostro “NO”
deciso ad ogni dittatura ed ogni fascismo, magari rileggendo le opere di questa schiera di insigni artisti.
L’ordine in cui li cito ha tenuto
conto solo della rappresenzanza di ogni singola categoria umana e culturale: il
professore, lo studente, il prete, la scrittrice, nessuno ultimo per valore ed
importanza, tutti primi.
BUON 25
APRILE A TUTTI !!!
CONCETTO MARCHESI
Uno dei più insigni latinisti di tutti i tempi, nacque a
Catania nel 1878; fu rettore dell’università di Padova dove pronunciò il famoso
discorso di apertura dell’anno accademico il 28 novembre 1943, in cui coraggiosamente esortava, davanti ai
notabili fascisti, gli studenti ed i giovani ad unirsi agli operai, ad imbracciare
il fucile per liberare l’Italia. In seguito partecipò egli stesso alla guerra
di Liberazione. Ecco una brano di quel discorso:
“Una generazione di uomini ha
distrutto la vostra giovinezza e la vostra Patria; vi ha gettato tra cumuli di
rovine; voi dovete tra quelle rovine portare la luce di una fede, l’impeto
dell’azione e ricomporre la giovinezza e la Patria. Traditi dalla frode, dalla
violenza, dall’ignavia, dalla servilità criminosa, voi, insieme alla gioventù operaia e contadina, dovete rifare
la storia dell’Italia e costruire il popolo italiano.[…] Dietro ai sicari c’è
tutta una moltitudine che quei delitti ha voluto o ha coperto con il silenzio o
la codarda rassegnazione, c’è tutta la classe dirigente italiana sospinta
dall’inettitudine e dalla colpa verso la sua totale rovina. Studenti, mi
allontano da voi, con la speranza di ritornare a voi, maestro e compagno, dopo
la fraternità di una lotta insieme cambattuta. Per la fede che vi illumina per
lo sdegno che vi accende […] liberate l’Italia dall’ignominia, aggiungete al
labaro della vostra Università la gloria di una più grande decorazione in
questa battaglia suprema per la giustizia e la pace del mondo.”
WALTER FILLAK
Nacque a Torino nel 1920. Studente
di chimica industriale, costituisce nell’inverno del 1940 gruppi di azione antifascista
composti da studenti e da operai. Nel 1942 viene arrestato dall’OVRA e liberato
dopo il 1943. E’ è tra i primi ad organizzare la resistenza armata a Torriglia
(Genova). Divenne, poi, comandante della 7^ divisione in Piemonte. Fu arrestato presso Vercelli ed impiccato il 5
febbraio 1945. Questo il testo della sua ultima lettera alla madre:
“Alla sig.Maria Fillak - Via Reina 5 Milano
Mia cara mamma,
è la mia ultima lettera. Molto
presto sarò fucilato. Ho combattuto per la Liberazione del mio Paese e per
affermare il diritto dei comunisti alla riconoscenza e al rispetto di tutti gli
Italiani. Muoio tranquillo perché non temo la morte. Il mio abbraccio a te e
Liliana.
Walter
ALFONSO GATTO
Nasce a Salerno nel 1909; partecipa attivamente alla Resistenza dal
1943 al 1945. Le poesie composte in quei giorni, pur essendo stampate alla
macchia furono popolarissime perché esprimevano i sentimenti e le idee che
erano alla base della lotta di Liberazione.
Hanno sparato a mezzanotte
“Hanno
sparato a mezzanotte. Ho udito
il ragazzo
cadere nella neve
e la neve
coprirlo senza un nome.
Guardare i
morti alla città rimane
E
illividire sotto il cielo. All’alba,
con la
neve cadente dai frontoni
dai fili
neri, sempre più in rovina
accasciata
di schianto sulla madre
che
carponi si abbevera a quegli occhi
ghiacci
del figlio, a quei capelli sciolti
nei fiumi
azzurri della primavera.” (1944)
ALDO MEL
Sacerdote, fucilato il 4 agosto 1944 a Lucca. Questa la
sua ultima lettera:
”…Muoio travolto dalla
tenebrosa bufera dell’odio, io che non ho mai voluto vivere che per l’Amore!… e
non muore l’Amore!…”
VASCO PRATOLINI
E’ nato a Firenze nel 1913. E’ uno
degli scrittori più significativi del nostro tempo. Le sue opere: “Cronache di
poveri amanti”, “Un eroe del nostro tempo”, “Metello”, “Lo scialo”, “La
costanza della ragione”, sono ispirate soprattutto alla Resistenza popolare
contro il fascismo e alle grandi lotte per la democrazia e per un’italia
migliore.
ELIO VITTORINI
Nacque a Siracusa nel 1908. Dopo
aver lavorato in Venezia Giulia come operaio e assistente edile, pubblicò a 23
anni il suo primo romanzo “Piccola borghesia”. Partecipò alla guerra di
Liberazione. Dal 1945 al 1947 fondò e diresse la rivista “Il Politecnico”. Il romanzo: “Uomini e no” è ambientato a
Milano, nel periodo più arroventato della lotta di Liberazione. Nelle città operai e studenti si uniscono ed
operano i GAP ( gruppi armati partigiani).
Nasce a Sanremo nel 1923. Tra i
suoi libri: la trilogia dei “Nostri antenati” i “Racconti”, le “Cosmicomiche”,
“Ti con zero”, “Le città invisibili” “ Il castello dei destini
incrociati”, per citare i più famosi. Ne “Il sentiero dei nidi di ragno”, primo romanzo di Calvino, pubblicato nel
1946, l’autore sottolinea il ruolo
essenziale che ebbero i giovanissimi nella Lotta di Liberazione. La vicenda si
snoda nell’ambiente della Riviera di Ponente all’epoca della dominazione nazista ed ha come protagonisti i partigiani
ed un ragazzo, Pin, volgare il cui
animo, invece, cela un grande desiderio di bontà.
SALVATORE QUASIMODO
Nacque a Siracusa nel 1901. la sua prima raccolta di
poesie “Acque e terre” fu pubblicata nel 1930. Nel 1942 fu pubblicata “Ed è
subito sera” seguita da ”Con il piede straniero sopra il cuore”, “La vita non è
sogno”, “Giorno dopo giorno”, ispirate ai grandi avvenimenti della guerra e
della Resistenza. Nel 1959, Quasimodo ebbe il Nobel per la letteratura. Scrisse
poesie in onore dei Fratelli Cervi,
martiri della resistenza e l’epigrafe
per i caduti di Marzabotto.
...e poi ancora, non ultimi, Carlo Cassola, Franco Antonicelli, Cesare Pavese, Elio Filippo Accrocca, Davide Lajolo, Mario Rorino, Beppe Fenoglio, Corrado Govoni, Giorgio Bassani, Libero De Libero, Natalia Ginzburg, Sandro Pertini...
Per chi volesse approfondire, iL
link di seguito offre la possibilità di accedere ad una banca dati su cui
ritrovare opere di arte varia che hanno come soggetto la Resistenza:
“Sorge dall’impegno
di allora, senza le illusioni del 1945, con la stessa determinatezza, l’impegno
di oggi: impedire una marcia retrograda del nostro Paese. La Resistenza deve
dunque ancora resistere”
Ferruccio Parri
(a cura di Pasionaria)
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