Finalmente inizia a delinearsi "la squadra", quella fortemente voluta dal Popolo Sovrano. Il mondo osserva attonito questa roba che sta uscendo dal cilindro del Mago Otelma: qualcosa che si situa fra l'archivio del Casellario Giudiziario, le feste celtiche di Pontida, la Curva Sud della Lazio ed il libro degli ospiti illustri del Billionaire. I giornali titolano: "Accordo fatto fra Berlusconi e Lega. Di AN, nessuno parla più. AN, grazie a Fini, è riuscita a raggiungere finalmente l'insostenibile leggerezza del non-essere. Le decisioni sono state prese durante un "vertice" ad Arcore, presenti, con Silvio Berlusconi, Umberto Bossi, Giulio Tremonti, Sandro Bondi, Roberto Maroni e Roberto Calderoli. I militanti di AN ringraziano.
Finalmente il Vanna Marchi della politica corona il suo sogno. Diventa "l'uomo che non deve chiedere, mai!", perchè si è circondato da una "squadra di "schiene dritte", ma in orizzontale. Un esecutivo fatto da gente (tipo Elio Vito, Bonaiuti, Sandro Bindo-Bondo), che si piega ma non si spezza. Diciamo anche noi, come l'Economist: MAMMA MIA!
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: Berlusconi Silvio, piduista, falsificatore di bilanci, corruttore di giudici, padrone in proprio di metà dell'etere, e controllore, per interposti servi, del 75% dell'altra metà dell'etere, nonchè della maggior casa editrice italiana. Macchietta nei vertici internazionali, patetica figura di cadente latin lover, titolare di un fascicolo giudiziario più alto di quello di Totò Riina.
VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO: Roberto Calderoli, autore della "legge porcata", esperto in dentiere e riforme istituzionali, elegantissima camicia verde, fustigatore di costumi della "Roma Ladrona", ma prenditore" disinvolto di soldi dal Fiorani della BPI. Sposato "con rito celtico", ma separato (il matrimonio è indissolubile. Quello altrui.). Il 15 febbraio 2006 il Ministro Calderoli, in un'intervista televisiva del TG1 sulla libertà di espressione in Europa in seguito alle conseguenze della pubblicazione di alcune caricature di Maometto sul Jyllands-Posten, mostra una maglietta con la riproduzione di una delle caricature. Il servizio viene ripreso e ritrasmesso da tutti i telegiornali RAI. La notizia della maglietta blasfema viene pubblicata dal giornale Iraniano Iran Daily. Il 17 febbraio in una violenta protesta contro il Ministro, davanti al Consolato Italiano di Bengasi, in Libia, la polizia libica spara sulla folla, uccidendo 11 manifestanti. L'11 giugno 2007 viene iscritto al registro degli indagati, con l'ipotesi di appropriazione indebita, dalla Procura della Repubblica di Lodi nell'indagine sui comportamenti del banchiere Giampiero Fiorani e di Antonveneta. "...il ministro leghista Roberto Calderoli, indicato da Donato Patrini, una delle gole profonde dell'indagine, come un parlamentare particolarmente insistente nel chiedere alla Bpl denaro e favori..." (Dall'Espresso del 9 febbraio 2006). Il 13 settembre 2007 ha dichiarato di essere disponibile ad organizzare un Maiale-day per fermare la costruzione della moschea di Bologna, promettendo una passeggiata con un suino sul terreno dove è prevista la costruzione dell'edificio. In questo modo il suolo verrebbe reso impuro e, di conseguenza, inutilizzabile per la comunità islamica. Ecco alcune frasi celebri che ben illustrano il pensiero filosofico del nuovo Vicepresidente del Consiglio:
«La civiltà gay ha trasformato la Padania in un ricettacolo di culattoni... Qua rischiamo di diventare un popolo di ricchioni.»
«Pacs e porcherie varie hanno come base l'arido sesso e queste assurde pretese di privilegi da parte dei culattoni...»
«Se non si fosse ancora capito essere culattoni è un peccato capitale e chi vota una legge a favore dei Di.Co. finirà nelle fiamme del più profondo dell´Inferno»
«È una vittoria dell'identità italiana, di una squadra che ha schierato lombardi, napoletani, veneti e calabresi e che ha battuto una squadra, la Francia, che, per ottenere dei risultati, ha sacrificato la sua identità schierando negri, musulmani e comunisti.»
«La fogna va bonificata e visto che Napoli oggi è diventata una fogna bisogna eliminare tutti i topi, con qualsiasi strumento, e non solo fingere di farlo perché magari anche i topi votano.»
«Ambulanze assaltate, come non accade nemmeno nei Paesi in guerra, incendi urbani, guerriglie con la polizia: tutto quello che sta succedendo dimostra che Napoli non è Italia.»
«Andremo a Bruxelles noi padani, porteremo un po' di saggezza della croce a quel popolo di pedofili!»
«Che tornino nel deserto a parlare con i cammelli o nella giungla con le scimmie, ma a casa nostra si fa come si dice a casa nostra!»
«Dare il voto agli extracomunitari, non mi sembra il caso, un paese civile non può fare votare dei bingo-bongo che fino a qualche anno fa stavano ancora sugli alberi, dai!»
ALTRO VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO: Gianni Letta, il quale siederà, senza vergogna, insieme a Calderoli, sull'altro lato del Mago Otelma.
MINISTRO DELLE RIFORME: Umberto Bossi. Altro strenuo difensore della famiglia. Divorziato. Risposato. Diplomato alla scuola con maturità scientifica (per la precisione il sito Internet del Governo riporta come qualifica "specializzato in elettronica applicata alla medicina"). Vanta una parentesi come cantautore, ma decise di abbandonare il mondo della musica. Per alcuni anni si occupa di compravendita di prodotti ortofrutticoli all'ingrosso in Italia e alla loro rivendita in Svizzera. È per un certo tempo segretario amministrativo della sezione di Samarate del PCI. Esplode Tangentopoli, un evento epocale che vede Bossi inizialmente fra i più convinti sostenitori del pool di magistrati intenti ad indagare sui fenomeni di corruzione. Ma anche il Senatur in persona e la sua Lega vengono coinvolti per una questione legata a un finanziamento illecito di cento milioni, ricevuti dagli allora dirigenti Montedison. Il 5 gennaio 1994, al processo Enimont, Umberto Bossi ammette il finanziamento illecito tramite una tangente ricevuta dalla Montedison. Viene condannato successivamente in via definitiva dalla Cassazione a 8 mesi. Di recente, verso la fine dell'agosto 2007, è tornato a far parlare di sé a causa di una esternazione relativa alla protesta fiscale da lui stesso ideata per far cadere il governo Prodi, affermando: "C'è sempre una prima volta per prendere in mano i fucili", ma anche: "Se la Lombardia non paga, l'Italia muore in 5 giorni".
Il curriculum giudiziario: Il 5 gennaio 1994, al processo Enimont Umberto Bossi ha riconosciuto la colpevolezza dell'amministratore del movimento Alessandro Patelli relativamente ad un finanziamento illecito ricevuto dallo stesso da parte di Carlo Sama della Montedison. Dopo aver restituito integralmente la somma di 200 milioni di lire, raccolta dagli stessi militanti leghisti, e dopo l'allontanamento dal partito di Patelli, è stato condannato con sentenza definitiva dalla Cassazione a 8 mesi di reclusione. Bossi è stato in seguito condannato per il reato di vilipendio alla bandiera italiana per averla in più occasioni, il 26 luglio e il 14 settembre 1997, pubblicamente offesa usando, nella prima occasione la frase "Quando vedo il tricolore mi incazzo. Il tricolore lo uso per pulirmi il culo", nel secondo caso, rivolto ad una signora che esponeva il tricolore, "Il tricolore lo metta al cesso, signora", nonché di aver chiosato "Ho ordinato un camion di carta igienica tricolore personalmente, visto che è un magistrato che dice che non posso avere la carta igienica tricolore". Per la prima affermazione, Bossi è stato condannato ad un anno e quattro mesi di reclusione. Per il secondo evento si è ricorso alla Camera, nel gennaio 2002, che non ha concesso l'autorizzazione a procedere nei confronti di Bossi (allora ministro delle Riforme) per l'accusa di vilipendio alla bandiera, ma la Consulta ha annullato la delibera di insindacabilità parlamentare.
La esilarante "Dichiarazione d'Indipendenza della Padania: può essere letta, in versione integrale, al seguente link:
"Dichiarazione d'Indipendenza della Padania"
La lettura è raccomandata ad un pubblico adulto. Consigliato l'uso preventivo di prodotti anti-vomito.
MINISTRO DEGLI INTERNI: Roberto Maroni - Inizia la sua esperienza politica alla fine degli anni sessanta militando fino al 1979 nel movimento d'estrema sinistra Democrazia Proletaria. È stato Ministro dell'Interno e Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, per otto mesi, nel 1994, nel primo governo Berlusconi. È al fianco di Umberto Bossi nella svolta secessionista della Padania (15 settembre 1996) e viene indagato dalla Magistratura per reati legati al vilipendio dell'unità nazionale. Nel 2001 riceve una lettera dal giuslavorista Marco Biagi, suo collaboratore al Ministero del Lavoro, che lamentava una non adeguata protezione. A Biagi non viene assegnata la scorta perchè, a detta di Scajola, è un rompicoglioni in cerca di status-symbols. Biagi sarà ucciso dalle Brigate Rosse nel 2002. Maroni è stato condannato in via definitiva a 4 mesi e 20 giorni per resistenza a pubblico ufficiale.
MINISTRO DEGLI ESTERI: Franco Frattini. Ha collaborato al quotidiano "Il manifesto". Nel 2001 si era candidato alla Camera nel collegio di Bolzano: sostenuto dalla Casa delle Libertà, ottenne il 42,0% dei voti e venne sconfitto dal rappresentante dell'Ulivo, Gianclaudio Bressa. Frattini è stato censurato all'Europarlamento per le sue esternazioni contro la libertà di movimento delle persone nella UE. La risoluzione presentata dalla sinistra europea è stata votata a larga maggioranza: 306 sì, 86 no e 37 astenuti.
Porta la sua firma la esilarante legge sul conflitto d'interessi, secondo la quale Berlusconi non sarebbe in conflitto d'interessi perchè non esercita il management nelle sue aziende, delle quali si limita ad avere "la mera proprietà". Il caso è diventato oggetto di studio in tutti i cabarets del mondo. Frattini arriva alla politica per meriti sciistici, come ex maestro di sci della famiglia di Bettino Craxi. Prima di approdare a Forza Italia, transita per la "camera di decontaminazione" di Rinnovamento Italiano di Lambertow Dini. Con grande senso delle istituzioni, si libera della carica di Commissario UE per poter correre alle elezioni politiche nella squadra" di Silvio, Umberto, Alessandra.
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA: Alfredo Mantovano. Magistrato post-fascista di Lecce (ma come, i magistrati in parlamento non erano tutte "toghe rosse"?). Nel 2001 si candida alla Camera dei Deputati nel collegio di Gallipoli, dove è battuto da Massimo D'Alema. Nel 2005 è stato fra i promotori del Comitato Scienza e Vita, il pensatoio di tutti i più retrivi nemici della "genetica buona". E' ovviamente contro l'aborto, contro l'analisi pre-impianto dell'embrione, contro la ricerca sulle cellule staminali. Insomma, un faro per il progresso scientifico.
POLITICHE AGRICOLE: Luca Zaia. È stato presidente della provincia di Treviso da giugno 1997 ad aprile 2005. È stato consigliere comunale di Godega di Sant'Urbano. Aderisce alla Lega Nord. Punto di forza della sua amministrazione provinciale è il Progetto Rotatorie: sono oltre 300 gli incroci trasformati in rotonde nell'era di Zaia. Sua anche la decisione di applicare sulla maggior parte delle strade provinciali gli occhi di gatto, ovvero delineatori laterali di corsia rifrangenti.
MINISTRO DELLA DIFESA: Ignazio La Russa. Le Forze Armate faranno il "Presenta t'arm" ad un post-fascista, reginetto del Billionaire e del Gilda. D'altronde le FF.AA., con Berlusconi, sono stata abituate a tutto, persino a rendere gli onori militari a tale Cesare Previti. Ci informa Wikipedia che Ignazio "... ha tenuto il suo primo comizio a soli 10 anni, assieme al padre Antonino La Russa, senatore del MSI...". Caspita! ci piacerebbe tanto reperire il testo di questo fondamentale documento della politica italiana. E' stato sponsor politico di Daniela Coscialunga Santanscé, ma i due non si amano più. Una candidatura al di sotto dei limiti della decenza. "Disciamoscelo!"
ATTIVITA' PRODUTTIVE: Claudio Scajola. Nel 1980 venne eletto nel Consiglio comunale di Imperia, che, dopo due anni, lo elesse sindaco, ma dopo un anno fu costretto a dimettersi a causa di pesanti accuse giudiziarie. Nella vicenda, relativa a un appalto per la gestione del Casinò di Sanremo, Scajola venne coinvolto inizialmente nelle indagini per essere stato presente a un incontro segreto in Svizzera insieme a una delle parti in gara, con l'accusa di tentata concussione aggravata e suo conseguente arresto. Alle elezioni politiche del 2001, nuovamente rieletto deputato, fece parte dei governi della Casa delle Libertà guidati da Berlusconi. Scajola viene nominato ministro dell'Interno. Sotto la sua gestione avvengono i fatti del G8 di Genova e della “macelleria messicana”. Viene cacciato di fronte alle polemiche sollevate per alcune affermazioni offensive nei riguardi di Marco Biagi (Biagi era un rompicoglioni sempre alla ricerca di status-symbols, ecco perchè chiedeva con petulanza una scorta).
ECONOMIA: Giulio Tremonti: ineguagliato maestro della "finanza creativa", in 5 anni, dal 2001 al 2006, riesce a devastare le finanze italiane, faticosamente ricostruite dai governi di Centro-Sinistra. Viene cacciato a metà legislatura, su ultimatum di Fini, per aver "truccato i conti". Poi, grazie ad un giro di valzer di poltrone, e di alcune mancette date ad AN, Tremonti viene riaccolto (e accetta, senza un grammo di dignità) ad occupare il superministero dell'Economia, devastando definitivamente le finanze pubbliche. Questo Quintino Sella della mutua riesce ad azzerare l'avanzo primario, a far risalire il debito pubblico di due punti e mezzo, a riportare il deficit ben oltre i tre punti (fino a sfiorare i 5 punti). Riesce a fare venti condoni, cartolarizzazioni che produrranno costi strutturali inenarrabili per le prossime generazioni, a proporre minchiate tipo la cessione in consessione dei beni demaniali per 99 anni. Riesce anche, con estrema facilità, a far aprire una procedura UE d'infrazione contro l'Italia. Adesso, riecchilo... Questo liberista della mutua è un propugnatore della reintroduzione di dazi e balzelli doganali, peraltro vietati dalle regole UE e WTO (ma forse questa notizia a Sondrio non è ancora arrivata). Collaborare per il Corriere della Sera dal 1984 al 1994, chiamato dal piduista Piero Ostellino. Candidato nelle liste del PSI alle politiche del 1987 in quanto vicino a Gianni De Michelis, tra il 1979 e il 1990 fu uno stretto collaboratore e consigliere degli ex ministri delle Finanze Franco Reviglio e Rino Formica. Per un breve periodo, negli anni '90, ha fatto parte di Alleanza Democratica di Adornato, e poi del movimento politico fondato da Mario Segni, con il quale venne eletto deputato nel 1994. Subito dopo l'elezione, passa armi e bagagli a Forza Italia, in cambio di una poltrona (Tremonti e Grillo sono stati i primi ribaltonisti della seconda Repubblica, ma guai a ricordarglielo...). Durante il governo Berlusconi, Tremonti tentò (inutilmente) di nazionalizzare nuovamente la Banca D'Italia (insomma, un'altra cosina da "liberista"...). Tremonti si è distinto anche per aver concesso, da padrone della GdF, una caserma della Guardia di Finanza alla sorellina, non eccelsa pittrice, perchè vi organizzasse una "personale". Roba che neanche nella prima repubblica...
MINISTERO DELLA SALUTE: Gianni Alemanno, in attesa del risultato del ballottaggio per il Campidoglio, è in lizza per il Welfare-Salute. Alemanno è sposato con Isabella Rauti (figlia di Pino Rauti, oggi leader del partito Movimento Idea Sociale: l'unica "perdita" subita dal MSI col lavaggio di Fiuggi: un fascista duro e puro). Alemanno entra da giovanissimo in politica, nelle organizzazioni giovanili del MSI-DN diventando segretario provinciale romano del Fronte della Gioventù, il movimento giovanile missino. È stato arrestato diverse volte: nel novembre 1981 per aver partecipato insieme ad altri quattro componenti del Fronte della Gioventù all’aggressione di uno studente di 23 anni. Nel 1982 viene fermato per aver lanciato una molotov contro l’ambasciata dell’Unione Sovietica a Roma, scontando poi 8 mesi di carcere a Rebibbia. Nel 1988 diventa Segretario Nazionale del Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile del MSI, succedendo a Gianfranco Fini che la gestiva dal 1977. Resterà in carica fino al 1991, caratterizzando il suo segretariato per una più spiccata linea movimentista e per la ripresa di tematiche antiamericane ed antioccidentali. (...caspita... chi lo avrebbe mai detto... uno che accusa tre volte al giorno i "sinistri" di "anti-americanismo"! Quam mutatus ab illo!...). Il 29 maggio 1989 viene arrestato a Nettuno per resistenza aggravata a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata, tentato blocco di corteo ufficiale, lesione ai danni di due poliziotti, in occasione della visita del Presidente degli Stati Uniti d'America, George H. W. Bush, al cimitero di guerra americano. La sorella, Gabriella, è direttrice delle strategie dei Monopoli di Stato. Nessun problema: tutti hanno diritto di lavorare. Ma a noi piacerebbe, nondimento, sapere quale sia il curriculum vitae di Gabriella Alemanno. Siamo certi che sarà coerente con la posizione occupata. O no?
MINISTERO PER L'AMBIENTE: Michela Vittoria Brambilla, detta anche "Coscialunga" o "Autoreggenti". Nota per il suo amore per gli animali, nonostante una denuncia per maltrattamento di animali. Nel settembre 2007 incappa nell'esposto della giovane avvocatessa Susanna Chiesa, che per conto di alcuni volontari del canile di Lecco denuncia condizioni di estremo degrado della struttura gestita dall'Associazione Lega Italiana per la Difesa degli Animali [LEIDA]. Il canile sarebbe di molto al di sotto degli standards minimi previsti per queste strutture. Della Brambilla sono celebri l'assoluta dedizione al padrone, e l'assoluta incapacità di condurre in porto un qualsiasi ragionamento di senso compiuto. Mitica la sua performance a Ballarò con Renato Soru quando, sputtanata sui numeri dei conti pubblici e dell'occupazione in Sardegna, improvvisamente tentò, nel generale imbarazzo, di spostare il discorso sui cani randagi in Sardegna.
MINISTERO PER LE INFRASTRUTTURE: Altero Matteoli, del quale sono assolutamente ignote le competenze specifiche. Ragioniere, esponente del Movimento Sociale Italiano. È stato consigliere comunale di Castelnuovo di Garfagnana (LU) e di Livorno. Famoso per aver ricevuto, come Ministro per l'Ambiente, il "Premio Attila", per aver propugnato l'apertura alla caccia dei Parchi Nazionali".
MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA: Sandro Bondi. Entra giovanissimo nella Federazione Giovanile Comunista Italiana, della quale diventa presto segretario della Lunigiana. Cattolico democratico, milita nel Partito Comunista Italiano, nelle cui liste viene eletto, nel 1990, sindaco di Fivizzano. Nel 1992 la giunta comunale da lui guidata viene rovesciata dai socialisti locali, in associazione con la Democrazia Cristiana. Già allora gli attivisti lo paragonano scherzosamente ad un "rapanello": cioè rosso fuori e bianco dentro. In seguito lascia il PCI. Successivamente, attraverso lo scultore Pietro Cascella conosce Silvio Berlusconi, di cui diviene segretario e collaboratore. Sandro Bondi diventa consigliere fidato del Cavaliere, tanto da ricevere il compito, in occasione della campagna elettorale del 2001, di coordinare la stesura di Una storia italiana, un libro fotografico sulla vita pubblica e privata di Berlusconi spedito a tutte le famiglie italiane, e presto diventato oggetto di culto. Bondi ricambia la fiducia accordatagli da Berlusconi diventandone negli anni uno dei maggiori sostenitori e cantori, esternandogli pubblicamente in più occasioni la propria devozione e fedeltà, anche tramite poesie che ha talvolta letto in alcuni programmi televisivi, tanto da essere stato spesso bersaglio di critiche o battute ironiche.
MINISTERO DEI BENI CULTURALI: Paolo Bonaiuti. Noto come la caricatura del Paolini dei preservativi. E' stato zitto per 13 anni; ora, da un anno, non perde occasione per pontificare. Le sue parole sono sempre di assoluta prevedibilità, come il fatto che dopo il lunedì arrivi il martedì. Come giornalista, non ha lasciato grandi tracce di se. Mai stato candidato non dico al premio Pulitzer, ma neanche ad un Tapiro di cartapesta.
MINISTERO DELLA PARI OPPORTUNITA': Stefania Prestigiacomo, che ha toccato i vertici di notorietà quando è finita sui giornaletti di gossip per una presunta storia con Gianfranco Fini. A 23 anni, bambina prodigio, diventa presidente dei giovani industriali di Siracusa. Ha creato un'azienda? no... lavora nell'azienda creata da papi, che oltretutto è coordinatore di Forza Italia. Entra in politica anche grazie allo zio Santi Nicita. Insomma, figlia e nipote d'arte. Di suo, solo il birignao da siciliana ricca. Suo zio Santi Nicita è l'ex presidente della Regione Siciliana, una regione dove non si muove foglia che la mafia non voglia. Santi è un uomo aperto, senza pregiudizi. Infatti attraversa tutti gli schieramenti politici siciliani, con l'eccezione del Partito dei Pensionati. Nel 1971 viene eletto deputato all'Assemblea Regionale Siciliana nella lista DC. Rieletto nel 1976, è eletto assessore allo Sviluppo Economico e successivamente alla Presidenza fino al 1979. Confermato nella IX legislatura, nel 1982 diviene assessore al Bilancio e il 19 ottobre 1983 viene eletto presidente del 39° governo della Regione. Resta in carica fino al 21 marzo 1984, per delle questioni giudiziarie legate al cosiddetto "scandalo Isab" (tangenti del petroliere Garrone), tanto che nel 1986 la DC non lo ricandida. (...caspita... non essere ricandidati in Sicilia dalla DC per "questioni morali" è un privilegio che tocca a pochissimi...). Torna però all'Assemblea Regionale Siciliana nel 1991 nella lista del Partito socialista democratico italiano, sempre nel collegio di Siracusa. L'anno successivo torna nel gruppo DC. Si dimette però dall'ARS il 18 febbraio 1994. Dopo alcuni anni lontano dai riflettori della politica, anni durante i quali ha lanciato in politica la nipote Stefania Prestigiacomo, ha aderito al centrosinistra. (...Mancava, nel centro-sinistra, uno come Santi Nicita...). Alle elezioni politiche del 2006 si è candidato alla Camera con l'UDEUR. Recentemente ha appoggiato la nascita del Partito Democratico a Siracusa.
MINISTRO PER I RAPPORTI COL PARLAMENTO: Elio Vito: quello che mentra parla al centro, guarda con un occhio ai banchi di AN, e con l'altro ai banchi di RC... Niente di drammatico: sulla scia del predecessore Giovanardi, si limiterà a leggere in aula le risposte "preparate dagli uffici" alle interrogazioni parlamentari, spesso senza neanche capire cosa legge. E' un uomo eclettico, tanto da passare dal partito radicale (liberista - liberale - libertario) ai forcaioli di Forca Italia, senza il minimo imbarazzo (se non per gli altri).
MINISTERO PER L'INNOVAZIONE TECNOLOGICA: Lucio Stanca. Un altro bellissimo esempio del nuovo che ri-avanza, dopo 7 anni. Sempre lo stesso disutile del 2001, solo di 7 anni più vecchio. Nonostante i titoli altisonanti conquistati in IBM, di informatica non capisce un cazzo, tanto che le uniche riforme fatte in Italia in questa direzione sono dovute a Bassanini ed al suo staff. Stanca è laureato in Economia e Commercio, e l'unico titolo in Informatica di cui è in possesso è una laurea "honoris causa" dell'Università di Camerino (nientemeno!). Nell'opuscolo del governo "L'innovazione digitale per le famiglie" da lui voluto nel corso del suo ministero, si parla del portale nazionale del turismo Italia.it, "Un portale nato per promuovere l'offerta turistica via internet e il patrimonio culturale, ambientale e agroalimentare italiani". Il portale è costato in tutto 45 milioni di euro. È stato accolto da una pioggia di critiche sia per la cifra costata, fuori da ogni paragone di mercato, che per i numerosi bug, sia, infine, per il fatto che non rispetta i requisiti di accessibilità imposti dalla stessa Legge Stanca [sic!] sull'accessibilità per la pubblica amministrazione online. Il portale, considerati i risultati fallimentari, è stato chiuso per volontà di Rutelli nel mese di Gennaio 2008.
POLITICHE COMUNITARIE: Adriana Poli Bortone. Esperta di legislazione comunitaria? di diritto internazionale comparato? Niente di tutto questo. Docente ordinario di latino e greco presso il Liceo Classico "Palmieri" di Lecce. Sindaco. ma, soprattutto, dirigente di AN, capace di leggere e scrivere.
AFFARI REGIONALI: Mariastella Gelmini. Una emergente che emerge: è stata Presidente del Club “azzurro" di Desenzano dal 1994. Nel 1998 è stata prima degli eletti alle amministrative ricoprendo, fino al 2002, la carica di Presidente del Consiglio del comune di Desenzano. Dal 2002 è stata Assessore al Territorio della Provincia di Brescia dove ha realizzato il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e ha ottenuto il riconoscimento di nuovi parchi quali il «Parco della rocca e del sasso di Manerba» e l’ampliamento del «Parco delle colline di Brescia» e del «Parco del lago Moro». Dal 2004 è stata Assessore all'Agricoltura. Il 18 novembre 2007, in Piazza San Babila a Milano, è stata al fianco del Presidente Berlusconi durante il “Discorso del Predellino”. Azzo...
PRESIDENZA DELLA CAMERA: Gianfranco Fini, ma forse Gianfranco non è stato interpellato, così come non ha partecipato alla riunione di Arcore. Cucù, Cucù... Gianfranco non c'è più... Il Mago Otelma lo ha fatto sparire.
PRESIDENZA DEL SENATO: Renato Schifani, uno dei nomi più prestigiosi della scema politica italiana. Renato Schifani negli anni '80 è stato a lungo socio, assieme all'ex ministro Enrico La Loggia, della Siculabrokers: una compagnia in cui figuravano anche Nino Mandalà, futuro boss di Villabate, e Benny d'Agostino, imprenditore legato per sua ammissione al celebre capo di tutti i capi, Michele Greco. L'Espresso del 13 aprile 2006 riporta questo illuminante paragrafo:
"...e poi per riportare l'ordine bisognerebbe tornare a uccidere. Bernardo Provenzano però non è solo l'icona storica che ha guadagnato potere con l'arresto dei rivali. La sua autorità è tuttora rispettata. Come quando, nei piani di investimento, i boss di Villabate e Brancaccio entrano in competizione per la costruzione di due centri commerciali. Provenzano decide che devono essere realizzati tutti e due. Non importa che su uno dei progetti ci sia il parere dell'attuale capogruppo dei senatori di Forza Italia, Vito Schifani. E sull'altro, l'approvazione del presidente Totò Cuffaro. "Due progetti portano più soldi", fa sapere il superlatitante. E nessuno osa contraddirlo. In fondo Cosa nostra continua a mantenere intatta la sua ala militare. È un equilibrio delicato che finora funziona. Lo spiega Vincenzo Lo Giudice, di Canicattì, assessore regionale passato indenne dal centro-sinistra al centro-destra, e poi al carcere. Il suo modello di Sicilia, rivelato in una intercettazione, non è più suddiviso tra uomini d'onore e quaquaraquà. Ma tra affaristi: "Se uno ha la pecora, la tosa". E mafiosi armati: "A me conviene che c'è l'amico nostro che ha il bastone...". Insomma, ai politici eletti da Cosa Nostra non serve far ammazzare gli avversari. Basta ricordar loro che in qualche cassetto c'è sempre una pistola pronta a sparare..."
Restano ancora irrisolti i nodi di Formigoni (coi "lumbard" che vorrebbero toglierselo dai coglioni per liberare il Pirellone per l'Ing. Ac. Castelli, ed il Cav. che non lo vorrebbe a Roma perchè dopo la cacciata dei Delfini Fini e Casini. a Roma Formigoni potrebbe rompere i maroni.
Scusate se utilizzo il Tafanus per una nota di servizio, ma la ritengo molto importante -
AVVERTITE TUTTI i vostri contatti romani per favore!
Al ballottaggio di domenica e lunedì prossimi, sulla scheda bisogna BARRARE SOLO IL NOME DEL CANDIDATO SINDACO, non i simboli dei partiti che lo appoggiano, PENA L'ANNULLAMENTO DEL VOTO. (Idem per il presidente della provincia e per i presidenti dei municipi)
Vi prego di informate quanta più gente potete, se ieri non lo avessi scoperto io avrei sbagliato - Anto
Per maggiori informazioni andare sul link
"Sito di Rutelli Sindaco"