...Silvio è un grande! Silvio lo aveva detto, che c'era pericolo di brogli elettorali. Silvio aveva ragione.
"TUTTI BUGIARDI, TRANNE SILVIO!"
(la prima pagina del Manifesto di oggi)
"..."Con Micciché ero entrato in contatto qualche mese fa per ragioni di energia. Lui in Venezuela si occupa di forniture di petrolio. Io ero in contatto con una società russa che ha sede anche in Italia, per cui - spiega Dell'Utri - conoscendo questi russi ho fatto da tramite. Questo signore si è interessato di organizzare il voto degli italiani all'estero come si sono attivate tutte le persone di tutti i partiti e di tutte le latitudini. Quindi non vedo dove sia la materia del contendere".
Miccichè - prosegue il senatore di Forza Italia - "non lo conosco fisicamente. E' un personaggio peraltro notissimo in Italia. E' stato amministratore della Dc negli anni '60-'70. Credo che a suo tempo abbia avuto delle vicende giudiziare legate a Tangentopoli. Per il resto è un cittadino che vive da molti anni in Venezuela, con famiglia. Non vedo cosa ci sia di strano [...] Micchichè ma l'ho sentito per telefono" e l'ho messo in contatto con Barbara Contini perché "lui si è offerto di occuparsi dei voti degli italiani all'estero"...
Queste le dichiarazioni (queste si, sconcertanti) del Senatore Marcello Dell'Utri, il quale ha ammesso, per il momento, solo quello che non si può negare, perchè registrato su nastro. Ma ammettiamo pure, per un attimo, che sia tutto qui, e proviamo a fare alcune domande idiote al Senatore Dell'Utri:
-1) un signore (?), tale Miccichè, che lei dovrebbe sapere essere un mammasantissima del clan Piromalli le telefona. Lei prende la telefonata??? Va bbè che ci ha abituati a tutto, fin dai tempi in cui si scambiava affettuose telefonate, dandosi del tu, con lo stalliere eroe nazionale, ma insomma, con una condanna in primo grado a più di nove anni di galera per mafia, uno esperto come lei non dovrebbe essere più cauto?
-2) Questo signore le spiega di essere interessato al voto degli italiani all'estero. Interessato? Uno del clan Piromalli?? in che senso, scusi??? E lei non fa domande???? Dunque, lei non è curioso. La comprendiamo. In certi ambienti bisogna imparare a dominare le proprie curiosità. Il capobastone le dice di essere interessato al voto degli italiani all'estero, e lei, senza fare domande, lo mette in contatto con Barbara Contini, ex governatore di Nassiriya, messa in quel posto dal suo padrone, ed ora capolista al Senato, sempre nel partito del suo padrone, in Campania.
-3) Sul mito, la vita e le opere del Governatore di Nassiriya abbiamo trovato del materiale sconcertante, che vi sottoponiamo. Nel frattempo, ci piacerebbe avere delle risposte alle domande sub -1) e -2), se possibile dal diretto interessato.
...yes, we can!...
PICCOLE STORIE SU BARBARA CONTINI
(da www.italiamica.net)
E' stata funzionaria dell'Onu, manager d'industria, ha lavorato con alcune Ong ed è stata direttrice dell'Ocse in Bosnia. Già governatore di Nassiriya, Barbara Contini ha rappresentato il governo italiano in una delle Regioni più tormentate del mondo, il Darfur. Per l'ex segretario generale della Farnesina, Ambasciatore Umberto Vattani, l'ex Governatrice della provincia di Nassiriya ''rappresenta un esempio di donna che riesce a perseguire gli obiettivi quando tutti mollano''. "Barbara Contini - ha continuato il Segretario generale della Farnesina - personifica quelle qualità alle quali noi tutti siamo attaccati, qualità umane, professionali, forza di carattere e capacità di persuasione".
Grazie a queste doti, che la Contini si riconosce unanimemente, nel 2006 viene nominata da Berlusconi Responsabile degli AZZURRI NEL MONDO (cazzo!). Ecco il comunicato di Forza Italia:
"Il Presidente Silvio Berlusconi, d`intesa con il Coordinatore nazionale di Forza Italia Sandro Bondi, ha nominato la dottoressa Barbara Contini, già governatore di Nassiriya (Iraq), responsabile di azzurri nel mondo. Ci auguriamo che la dottoressa Contini voglia contribuire ad ancorare saldamente l'Italia anche al mondo dell'America Latina."
Ed ecco la commossa reazione di Barbara Contini:
"...ringrazio il presidente Berlusconi per questo importante incarico che mi consente di mettere a disposizione di Forza Italia e del nostro paese la mia lunga esperienza nelle missioni internazionali - ha commentato la Contini. E’ un onore, per me, poter lavorare in un partito liberale, moderno ed europeista, saldamente ancorato all’alleanza con gli Stati Uniti ed il mondo anglosassone, merito del solco sapientemente tracciato da Berlusconi, che nei suoi cinque anni da premier - conclude Contini - ha saputo restituire prestigio alla politica estera italiana".
...insomma, la Contini parla mille lingue, come il Papa, ma non conosce a sufficienza l'inglese, tanto che le sfugge cosa scrivono i più grandi giornali del mondo, dall'Economist al Financial Times, sul "prestigio dell'Italia nel Mondo, cresciuto a dismisura grazie a Silvio...
Ma i cattivoni di Lettera22.it non partecipano nè all'entusiasmo della Contini verso Gli Azzurri, nè all'entusiasmo degli Azzurri e della Contini verso la Contini, e provano a rovinare la festa, con questo articolo di Irene Panozzo e Stefano Liberti, del 1° Novembre 2006:
LE CATTEDRALI CONTINIANE NEL DESERTO DEL DARFUR 01/11/06
Di Barbara Contini si è sentito parlare spesso, anche nelle ultime settimane. Tra le parole che lei ripete nelle interviste e i dati di fatto che emergono dalle carte e dai corridoi della Farnesina ci sono però molte discordanze e qualche ombra di troppo.
Un ospedale che funziona a singhiozzo, un acquedotto senz'acqua, un parco giochi circondato da filo spinato. Questa è in sintesi l'eredità che Barbara Contini ha lasciato in Darfur, la regione occidentale del Sudan, prima come coordinatrice degli interventi umanitari della cooperazione italiana, poi come responsabile dell'International Management Group (Img), un organismo internazionale finanziato anche dalla Farnesina. Quasi due anni di lavoro durante i quali la raissa, sbarcata tra le sabbie sudanesi dal precedente incarico di governatore della provincia irachena di Dhi Qar, ha gestito fondi, personale e progetti in modo del tutto personalistico, bypassando le normali (e stabilite per legge) procedure della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo (Dgcs) del Ministero degli esteri italiano.
Oggi, cambiati il governo e i vertici della cooperazione, si cerca di mettere un po' d'ordine in una situazione che appare ancora assai intricata e densa di ombre. Una missione esplorativa di tecnici è stata inviata dalla Dgcs in Sudan, a fotografare la situazione e cercare di mettere mano alle carte che mancano per capire come e dove alcuni fondi sono stati spesi. In questo caso, si tratta di una novità assoluta: la missione è diventata possibile solo negli ultimi tempi, visto che fino a qualche mese fa ogni tentativo di verifica veniva sistematicamente bloccato dall'alto. Il rapporto finale non è ancora concluso, ma indiscrezioni raccontano di scarsi risultati a lungo termine, soprattutto se paragonati ai soldi erogati (10 milioni di euro su due anni), di una gestione dei progetti mirata più alla visibilità di Contini che alla sostenibilità. E di una interpretazione quanto mai allegra del proprio ruolo di responsabile della cooperazione.
Una decisione presa in sette minuti - Siamo nell'autunno del 2004. La leggenda, tramandata dalla diretta interessata, narra che il suo incarico viene inventato in sette minuti da Gianni Letta, Umberto Vattani e Giuseppe Deodato, all'epoca rispettivamente sottosegretario alla Presidenza del consiglio, segretario generale del Ministero degli esteri e direttore generale della cooperazione allo sviluppo. I tre, con il placet di Silvio Berlusconi, avrebbero deciso di inviare l'ex governatrice di Nassiriya nella regione sudanese «perché non volevano perdermi», secondo quanto ha più volte raccontato l'inossidabile Contini. Ma già sul mandato la chiarezza è poca. Inviato straordinario del governo, come lei stessa ama definirsi? Semplice esperto esterno di cooperazione, come risulta dalla sua scheda alla Farnesina? Fatto sta che Contini si accredita sul campo come mediatrice; incontra e stringe rapporti con i ribelli del Sudan's liberation movement/army (Slm/a). Va addirittura ad Abuja, in Nigeria, sede dei negoziati tra guerriglieri e governo mediati dall'Unione Africana, salvo essere richiamata frettolosamente da una Farnesina sempre più irritata e imbarazzata dalle sue «private iniziative». Nel frattempo, nel febbraio 2005, la «lady di ferro» sbarca a Sanremo e lancia la campagna per raccogliere fondi per un ospedale da costruirsi alla periferia di Nyala. Si chiamerà - annuncia Paolo Bonolis dal palco dell'Ariston - Avamposto 55, in onore del 55esimo Festival della musica italiana.
Oggi Avamposto 55 spicca maestoso tra le sabbie. Ma è chiuso. O meglio, funziona a sprazzi. Nei cinque giorni in cui sono rimasti a Nyala, i tecnici della missione non sono riusciti a vederlo aperto, nonostante i ripetuti tentativi. È la fine del ramadan: tutto scorre più lentamente e anche l'ospedale si adegua ai ritmi imposti dalla festa. Ma anche in tempi normali pare che la struttura sia in attività a regime ridotto solo per le poche ore della mattina. «Quando sono arrivata mi era stato detto che avremmo dovuto aprire un ospedale generale», racconta la dottoressa Pina Garau, esperto della cooperazione italiana in Darfur dal febbraio al 29 aprile 2006, quando è stata costretta da Contini ad andarsene, finendo il suo mandato a Kassala, nell’est del paese. «In realtà, per il budget di cui io era conoscenza - continua Garau - si poteva predisporre un day hospital materno infantile e un centro nutrizionale, apportando le opportune modifiche alla struttura». Ma non è stato fatto neanche questo. E, alla fine, la struttura è diventata operativa solo come ambulatorio.
La colletta al festival di Sanremo - Dopo un inizio positivo, i rapporti tra Contini e Garau si rovinano velocemente. «Uno dei motivi di scontro - racconta la dottoressa - è stato l'accordo tecnico che dovevamo concordare con il ministero della sanità sudanese per poter aprire l'ospedale. Contini ha continuato a rimandare la cosa». Motivo: una difficoltà nello scegliere sotto quale etichetta far rientrare il progetto. Una domanda rimane in effetti ancora senza risposta. Per chi lavora Barbara Contini in questo momento? La sua missione con la cooperazione allo sviluppo è finita formalmente il 31 dicembre 2005, nonostante lei continui ad accreditarsi come inviato speciale del governo. Dal sito dell'Img, risulta invece responsabile per il Sudan dell'organizzazione, che però non è registrata nel paese africano e non compare da nessuna parte. La confusione è grande. Anche perché in realtà Img un ruolo ce l'ha ed è legato a un'altra situazione poco chiara, quella che riguarda i finanziamenti con cui Avamposto 55 è stato costruito [...]
Tra gestione poco chiara dei fondi, commistione tra pubblico e privato e assenza degli standard minimi di un ambiente sanitario è ormai chiaro come Avamposto 55 sia nato sotto i peggiori auspici. Ma la cosa non riguarda solo questo progetto, sicuramente il più controverso. Anche negli altri, quelli in cui la gestione da parte della cooperazione italiana è stata diretta, le zone d'ombra e le inefficienze rimangono.
Un esempio è l'acquedotto di Kass, altra opera che sulla carta potrebbe contribuire a migliorare gli standard di vita della popolazione ma che non è mai stato messo in funzione. Anzi no, per la verità un giorno ha funzionato. Era metà dicembre 2005 e l'allora direttore generale della Dgcs Giuseppe Deodato era in visita in Darfur, per l'inaugurazione di tutti i progetti targati cooperazione italiana. Quel giorno l'acqua è arrivata, grazie a un raccordo con l'acquedotto preesistente creato per l'occasione e poi prontamente eliminato. Dopo quell'effimero exploit l'acquedotto di Kass, anche se formalmente concluso e operante, è asciutto come e più del deserto circostante. E i venticinque punti di distribuzione, mai utilizzati, iniziano già a mostrare i segni del tempo.
C'è poi il «playground» di Garba Intifada, poco fuori Nyala. Uno scivolo e due altalene colorate troneggiano tristi dietro un muro di filo spinato. I bimbi del luogo, distratti probabilmente da altre priorità, non sembrano aver mai avuto accesso a questo parco giochi. Forse anche perché la vicina scuola, sempre costruita dalla cooperazione targata Contini, fino a qualche mese fa non era ancora in funzione.
I tank rubati all’Unicef - Ma la smania di mostrare i risultati del proprio operato ha raggiunto l'apice con un'altra opera idrica. Cinque tank per la raccolta dell'acqua, che da dicembre scorso portano sul fianco, in bella mostra, il logo della cooperazione italiana. Ma che in realtà sono stati donati anni fa dalla cooperazione giordana e poi recentemente riabilitati dall'Unicef. La mossa, fatta sempre in vista dell'arrivo di Deodato, non ha certo contribuito a riabilitare il nome dell'Italia in Darfur, già messo in ombra della gestione personalista di Contini e dalle ricorrenti voci che circolano negli ambienti internazionali di Nyala e che parlano di presunte strette collaborazioni con lo Slm/a - tanto che uno dei leader ribelli sarebbe stato visto aggirarsi per le strade della città su una macchina della cooperazione italiana - e di non meglio specificate «attività misteriose».
Contini continua instancabile a raccogliere fondi per il «suo» ospedale: solo l'altro ieri, al teatro Argentina di Roma, ha partecipato a una serata di beneficenza organizzata dall'ong «Donne e non solo» in favore di Avamposto 55. Tra abiti da sera e immagini strazianti di bambini sudanesi, la «lady di ferro» ha magnificato le sorti del suo operato, dichiarando tra l'altro di «non essere abituata a lasciare le cose a metà». Ma lo sapranno le donne di «Donne e non solo» che l'ospedale pediatrico che si sono impegnate a sostenere «per aiutare i bambini a nascere e a crescere» non è altro che una cattedrale nel deserto?
Ecco... questa è la mitica Barbara Contini, entusiasta responsabile degli "Azzurri nel Mondo", alla quale il Senatore Marcello Dell'Utri ha indirizzato Miccichè, rappresentante del clan Piromalli, che aveva chiesto di "occuparsi" di "organizzare" il voto degli italiani all'estero. "ORGANIZZARE" ?????????
P.S.: ecco il testo della telefonata: "...ti interessa se mi metto ad organizzare il voto degli italiani che vivono in Sudamerica?. Io gli ho risposto "Sì, va bene" e gli ho detto di mettersi in contatto con Barbara Contini, il nostro rappresentante per gli italiani all'estero. Tutto qua. Il discorso è finito lì. Ma poi questo Micciché è uno notissimo in Italia. Lo conoscono tutti".
Si, Marcellino Mafia e Vino, lo conoscono tutti. Anche lei, visto che le da del tu. Ma ci tolga una curiosità: non ha avuto la curiosità di chiedere che cazzo significhi "organizzare" il voto degli italiani che vivono in Sud America? per ORGANIZZARE questo voto non ci sono la Farnesina ed il Viminale? Tafanus
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