Bossi, Umberto - Lega nord
Fondatore e leader della Lega. Ministro per le riforme nel secondo governo Berlusconi. Ha precedenti penali per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, ai quali somma il vilipendio alla bandiera. Ha detto in pubblici comizi che lui con il tricolore «si pulisce il culo» (e poi criticano quelli che nei cortei bruciano le bandiere americane...). Dalla procura di Verona è stato indagato per attentato all'integrità dello Stato, per presunte attività eversive delle ´camicie verdi. Per uscire da questa situazione, il ministro della Giustizia Castelli e altri esponenti della maggioranza hanno presentato proposte di leggi su misura per depenalizzare i reati commessi da Bossi e amici. Ma il leader indiscusso del Carroccio è stato condannato, con sentenza definitiva confermata dalla Cassazione, anche per tangenti: 8 mesi al processo per la maxitangente Enimont [...]
Brigandì, Matteo - Lega nord
Era assessore regionale in Piemonte quando fu arrestato (e ora è sotto processo) per una presunta truffa sugli indennizzi alle aziende vittime di un'alluvione.
Buonfiglio, Antonio - Alleanza nazionale
Vicecapogabinetto di Gianni Alemanno, è indagato per corruzione nell'inchiesta sui crediti della Federconsorzi.
Calderoli, Roberto - Lega nord
Segretario della Lega nord, ha sostituito Umberto Bossi al ministero delle Riforme. Come Bossi, è stato condannato nel 1998, in primo grado, a 8 mesi per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, per aver partecipato ai disordini davanti alla sede della Lega in via Bellerio; è indagato per scontri con la polizia a Brescia; e per attentato all'integritý dello Stato nell'inchiesta di Verona sulle ´camicie verdiª. Con l'esibizione televisiva di una maglietta su cui era riprodotta una vignetta irridente all'Islam, Calderoli ha alimentato le tensioni antioccidentali dei Paesi musulmani.
Cirino Pomicino, Paolo
Eurodeputato Udeur. Ex ministro del Bilancio della Prima Repubblica. Condannato in via definitiva a 1 anno e 8 mesi per finanziamento illecito tangente Enimont e a 2 mesi (patteggiati) per corruzione, per i fondi neri Eni. » E’ stato processato inoltre per una serie infinita di tangenti.
Colli, Ombretta
Quando era presidente della Provincia di Milano, Ë stata indagata per aver ricevuto dal costruttore Marcellino Gavio contributi alla campagna elettorale per la sua rielezione. Gavio era azionista privato dell'autostrada Milano Serravalle, controllata dalla Provincia, ed era stato grandemente favorito dal presidente Ombretta Colli. L'inchiesta per Colli si Ë conclusa con un niente di fatto, perchè i magistrati non hanno trovato proporzione tra gli immensi favori concessi da Colli e il sostegno, in fondo modesto, ricevuto da Gavio. Ombretta Colli ha minacciato di candidarsi a sindaco di Milano (avrebbe tolto voti preziosi al candidato ufficiale del centrodestra): cosÏ ha ottenuto un posto nelle liste di Forza Italia per il prossimo Parlamento.
De Gregorio - Italiani nel mondo
Giornalista, realizza scoop come quello di fotografare in carcere (senza permesso) la modella Terry Broome. O d'intervistare Tommaso Buscetta in crociera nel Mediterraneo. Con il risultato di far partire una campagna contro i pentiti che se la spassano a spese dello Stato. Poi diventa editore, rilevando la testata socialista dell'Avanti, dopo il naufragio del craxismo. Infine si dà alla politica, diventando il proprietario della sigla "Italiani nel mondo". Intanto è candidato di Forza Italia, ma quando il partito rifiuta di metterlo in lista passa alla Dc di Rotondi. I suoi Italiani nel mondo sostengono il ministro di An Mirko Tremaglia. Ma alla vigilia delle elezioni del 2006 De Gregorio firma un accordo con Antonio Di Pietro e mette la sua organizzazione a disposizione dell'Italia dei valori, che lo candida alle elezioni e lo fa eleggere senatore. De Gregorio vuole il ministero degli italiani all'estero. Prodi non glielo concede. Lui si rifà facendosi eleggere, con i voti del centrodestra, presidente della commissione Difesa del Senato. Tra il novembre 2005 e il marzo 2006 (dunque in piena campagna elettorale), ha spacciato assegni scoperti e poi protestati per oltre 87 mila euro.
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