L'annuncio da parte di Silvio Berlusconi su una cordata italiana per rilevare Alitalia è stata accolta da molti con scetticismo. Si sbagliavano, perché esistono molte cordate
Gli scettici e i disfattisti hanno ridacchiato quando Berlusconi annunciò una cordata italiana per rilevare Alitalia. Beh, si sbagliavano. Le cordate ci sono, sono parecchie ed è in atto una gara molto accesa per arrivare alla soluzione migliore. Ecco, tra i tanti, quali sono gli acquirenti più quotati.
Mafia Dispone di liquidità sufficiente per ripianare tutti i debiti, raddoppiare gli stipendi dei dipendenti, assumere i loro figli e nipoti, introdurre su tutti i voli il terzo pilota, servire ai passeggeri ostriche e champagne anche sulle tratte di un quarto d'ora. In cambio, i boss vogliono la liberazione immediata dei detenuti e il riconoscimento ufficiale della Mafia come ente morale. Berlusconi è favorevolmente colpito ma sospetta che Napolitano non voglia seguire il protocollo suggerito dai Corleonesi, che chiedono di essere ricevuti al Quirinale vestiti da generali dell'aviazione.
Lapo Elkann Il dinamico manager torinese, guru della nuova creatività italiana, intende rilevare Alitalia, pagandola con l'intero patrimonio della famiglia Agnelli, per realizzare un suo sogno: ricavare dagli oblò degli aerei una nuova linea di occhiali da sole molto trendy. Ogni lente pesa sedici chili, ma in compenso costa settemila euro e Lapo conta su un rapido successo internazionale presso il target dei ricchi coglioni, in rapida espansione in tutto il mondo, giudicato il più interessante per gli originalissimi prodotti della sua factory.
Ricucci Il re degli immobiliaristi cerca la sua rivincita, partendo come sempre dal basso. Con i 3mila euro rimasti in cassa, intende scalare Alitalia con il solito, ingegnoso sistema: acquista il carrello usato di un Fokker in demolizione (fase uno) e contestualmente annuncia ai giornali di essere entrato nel settore aeroportuale (fase due). Il giorno dopo (fase tre) lascia intendere di essere interessato ad Alitalia e sposa Alessia Marcuzzi.
Prima che si arrivi alla fase quattro (gli inquirenti scoprono che non c'era copertura finanziaria neanche per sposare la Marcuzzi, nel frattempo risposata con un altro), Ricucci riesce a spopolare per oltre un anno in tutti i telegiornali e su tutti i giornali come nuovo tycoon di Alitalia.
Ligresti Il ricco costruttore, molto anziano, ha accolto con autentico entusiasmo l'appello di Berlusconi di guidare una cordata per rilevare Alitalia, ma pensa che si tratti di una grossa area edificabile. Ha già fatto montare alcune gigantesche gru in varie zone di Milano e ha investito dieci milioni di euro in vanghe, picconi e cazzuole. Ha anche prenotato l'intera produzione di mattoni traforati del prossimo anno. La sua felicità è tale che nessuno ha ancora osato spiegargli che si tratta di un equivoco.
Berlusconi Sarebbe lo stesso presidente del Consiglio a comperare Alitalia grazie a un accorto sistema di opzioni, garanzie e accordi, a raffinate strategie finanziarie elaborate dal suo staff, e soprattutto grazie a una legge da lui varata che trasferisce gratuitamente a Mediaset la proprietà dell'intero pacchetto azionario della compagnia, di tutti gli aerei e delle hostess sotto i trent'anni. Lo stesso Berlusconi è garante dell'operazione, e veglierà sulla correttezza del passaggio di proprietà. Sempre Berlusconi avrà l'incarico di presiedere l'authority incaricata di controllare il Berlusconi garante.
Vanna Marchi Guida la cordata forse più rappresentativa della nuova economia nazionale. Oltre alla dinamica imprenditrice, che sogna di vendere le sue creme scioglipancia su tutti i voli (sono state giudicate molto più gustose dei vassoi Alitalia dai primi clienti che le hanno assaggiate), partecipano anche gli ultras della Lazio, la sezione italiana di Al Qaeda, la Fondazione Mario Merola e un paio di case di produzione di pellicole porno. Bankitalia e Consob, esaminate le carte, hanno decretato che, a quanto visto fin qui, è questa la cordata più seria.
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