Lettera aperta a Mara Carfagna, Ministra per Caso
Quando lei, per il divertimento della stampa estera, è stata nominata Ministro, con un atto che a molti ha ricordato lo statista Caligola, deve aver rivolto un pensiero di gratitudine, ma anche di forte incredulità ed imbarazzo al suo “donatore di poltrona” (o di dormeuse?). La stampa tedesca si è dilettata nello scovare le sue foto scollacciate. Il “Bild”, il più diffuso settimanale popolare tedesco, l’ha definita “la più bella ministra del mondo”, e forse non ha sbagliato.
Ma a nessun giornale, proprio a nessuno, è venuto in mente di analizzare i suoi meriti politici e professionali. Nessuno, proprio nessuno, ha avanzato il sospetto infamante che dietro le sue fattezze ci fosse anche un qualsivoglia pensiero politico. D’altronde nessuno, in anni di scaldatura di un seggio in parlamento, aveva avuto il piacere di sapere quale fosse il timbro della sua voce. Quando, nei vari “totoministri”, è apparso con sempre maggior insistenza il suo nome, tutti abbiamo pensato ad uno scherzo.
Non era uno scherzo. Un bel giorno, abbandonati gli svolazzanti abitini da “partecipante” a Miss Italia, a Domenica In, a Piazza Grande e alla Domenica del Villaggio, ce la siamo ritrovata in un castigatissimo e sobrio giacca-pantalone (si chiama così?) color ghiaccio. Molto, molto ministeriale. Dobbiamo confessarle che, da vecchi bavosi, la preferivamo in versione porno-soft. Tant’è. Ancora una volta, il Cavaliere è riuscito a stupire il mondo, nominandola Ministra (micacazzi!). L’ha presentata come “Dottoressa Avvocato Mara Carfagna”, mentre a noi risulta solo una laurea in giurisprudenza conseguita presso la prestigiosa Università di Fisciano (SA). Un polo d’eccellenza che il mondo ci invidia.
Una volta nominata ministra, qualcuno deve averle spiegato che non poteva insistere nell’ostinato e riservato silenzio che aveva caratterizzato la sua vita da parlamentare semplice. Fra i compiti dei ministri, si dice che ci sia anche quelli di prendere delle decisioni, e persino di parlarne. E così lei, preso il coraggio a quattro mani, ha parlato, ignorando il proverbio (attribuito erroneamente da alcuni a Dante, da altri a Monteverdi): “un bel tacer non fu mai scritto”…
Dopo aver scoperto la bellezza delle parole del Papa Natzinger contro la 194, e dopo aver attribuito il calo delle nascite a questa ignobile legge che facilita gli aborti (che peraltro sono dimezzati, da quando erano praticati in tinello dalle mammane), adesso scopre che dare il patrocinio al Gay-Pride (patrocinio che finora c’è sempre stato), è cosa non ignominiosa – per carità! – ma assolutamente inutile, visto che ormai l’Italia è un paese dove il pregiudizio contro gli omosessuali è assolutamente superato. Voce dal sen fuggita (Metastasio).
Ora, con tutte le cose serie di cui potremmo occuparci, lei ci sottrae del tempo, costringendoci ad occuparci di lei. Pregiudizio superato? Vediamo. Forse lei, prima di lasciarsi fuggire dal sen questa voce, avrebbe dovuto accertarsi di aver ben collegato la bocca al cervello, cosa che ha colpevolmente trascurato. Lei, come dovrebbe sapere, è stata alleata, fin dall’inizio della sua carriera politica (si fa per dire), con gente che si è saltuariamente occupata di omosessuali. Le citerò (ma solo andando a memoria) qualche esempio preclaro del superamento del pregiudizio:
L’esempio più datato è quello dei nazifascisti (di cui era capetto anche quello che Fini definiva “il più grande statista del secolo”), che passavano per i camini ebrei, zingari, down, omosessuali ed altre categorie non discriminate. Lei è stata a lungo fedele, meditabonda, silente alleata sia di fascio-fini che della affezionata nipotina. O no?
Alcuni anni dopo, un altro esponente illustre della sua coalizione, tale Storace, si è prodotto in una serie di manifestazioni di “cessato pregiudizio” nei confronti degli omosessuali. Ricordo di quando sbeffeggiò Paissan, invitandolo a non graffiarlo, che gli si sarebbe rovinato lo smalto delle unghie. Storace non era uno qualsiasi. E’ stato, nella sua coalizione, e col suo appoggio, Presidente della Commissione di Vigilanza sulla RAI, Presidente della Regione Lazio (posizione nella quale si è segnalato per gli episodi legati a “Laziogate”; per i 475 dirigenti – molti con la terza media inferiore – assunti alla regione poche settimane prima delle elezioni perse comunque contro Marrazzo. Poi è stato persino Ministro della Sanità. In tale funzione, si è segnalato per aver concesso, a volte nel tempo record di 48 ore, convenzioni molto redditizie alla Signora Daniela di Sotto, ex Signora Fini, e a tutto il clan familiare dello stesso Fini. Insomma, un vero statista. Tanto è vero che lui gli omosessuali, avendo superato il pregiudizio, li chiama affettuosamente froci, raffinato termine molto usato in Ciociaria. Era un suo alleato, Mara… non sia di memoria corta. E’ lo stesso che, con un sublime e delicato pensiero, inviò in regalo alla Senatrice Rita Levi Moltalcini un paio di stampelle.
La stessa signora Di Sotto, quando era Signora Fini, ebbe a dire che non avrebbe mandato i figli in una scuola dove ci fosse stato un maestro frocio. La classe non è acqua. Ora questo Fini, se non erro, svolge diligentemente il ruolo di “Voce del Padrone” nel PdB.(Partito di Berlusconi).
Un altro esponente della sua coalizione, diventato molto popolare il giorno del voto di sfiducia a Prodi, Nino Strano da Catania, ha così apostrofato l’on. Cusumano, reo di essersi dissociato da Masella e di aver votato la fiducia a Prodi: “…esteta fottuto, amico di travestiti, troie e gay … checca squallida…” A nessuno può sfuggire il salto qualitativo da frocio a checca. Insomma, siamo già sulla buona strada nel superamento del pregiudizio anti-gay.
Un parlamentare napoletano, di cui mi sfugge il non celebre nome, dava man forte usando il termine più morbido e rotondo di ricchione. La tradizionale gentilezza e bonomia dei napoletani.
Questa bonomia manca totalmente fra i suoi alleati patani. Per loro, gli omosessuali possono essere definiti in un modo solo: culattoni (Borghezio, Bossi, Gentilini, Boso e altri).
Infine, per alcuni cardinaloni di quelli ricoperti di ori e tessuti damascati, così vicini ideologicamente a Papa Natzinger, col quale lei sembra essere entrata in risonanza, da quando non si mostra più senza veli, in tutto il suo splendore, hanno stabilito, una volta e per sempre, che l’omosessualità è una “devianza”. Non siamo più ai tempi in cui Ruini diceva ai malati di AIDS, con grande carità cristiana, che se hai l’AIDS, è perché te lo sei cercato, ma non siamo molto lontani.
Quindi, Cara Mara, si faccia e ci faccia una cortesia. Ritorni in tutto il suo splendore nelle cabine dei camionisti di tutta Italia, e non si senta in alcun modo vincolata a fare delle esternazioni o, peggio ancora, a prendere delle decisioni. E’ così gradevole, quando si mostra in silenzio…
Suo affezionato guardone, Tafanus
Corso breve di formazione per la ministra per caso Mara Carfagna
PRINCIPIO DI PETER
In una gerarchia ogni membro tende a raggiungere il proprio livello di incompetenza.
COROLLARI
1. Col tempo, ogni posizione tende ad essere occupata da un membro che è incompetente a svolgere quel
lavoro.
2. Il lavoro viene svolto da quei membri che non hanno ancora raggiunto il proprio livello di incompetenza.
PLACEBO DI PETER
Un grammo di immagine vale più di un chilo di fatti.
LEGGE DI GODIN
La generalizzazione dell'incompetenza e' direttamente proporzionale all'altezza nella gerarchia.
LEGGE DI IMHOFF
L'organizzazione di ogni burocrazia è molto simile a una cloaca: i pezzi più grossi emergono sempre.
TERZA LEGGE DI PARKINSON
Espansione vuol dire complessità, e la complessità tende a sgretolarsi.
LEGGE DI CORNUELLE
L'autorità tende ad assegnare lavori ai meno capaci di svolgerli.
MASSIMA DI MATCH
Un idiota in un posto importante e' come un uomo in cima a una montagna: tutto gli sembra piccolo e lui
sembra piccolo a tutti.
LEGGE DI PUTT
La tecnologia e' dominata da due tipi di persone:
· Quelli che capiscono ciò che non dirigono.
· Quelli che dirigono ciò che non capiscono.
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