In questi giorni, con la ripresa della discussione sul grillismo, una strana cosa, apparentemente slegata dal problema, continuava a frullarmi per la testa. Era una sorta di "tetralogo" che, in un'epoca della mia vita, nella quale ero responsabile del "New Products' Development" in una multinazionale americana, mi veniva quasi imposto come "griglia di controllo" di qualsiasi progetto proponessi. Era chiamata la "Four W Grid", la griglia delle "4 W": WHAT, WHEN, WHERE, WHO. Era, come tutti possono capire, una sorta di americanata. Però aveva un fondo di intelligenza, perchè costringeva a pensare "concretamente": chi fa che cosa, dove e quando. Niente di siderale, ma qualcosa che abituava a "separare i fatti dalle pugnette"; qualcosa che mi ha segnato per la vita: nel lavoro, nei rapporti con amici e parenti, nella politica. Ecco perchè queste 4W mi tornavano insistentemente in testa.
Diciamo la verità: in questa tornata aprilana di grillismo, la discussione è stata molto più sotto tono, meno virulenta e meno partecipata che in settembre. In una parola, più civile. A questa discussione hanno partecipato molti "convertiti" dal grillismo all'anti-grillismo. Nessuno ha minacciato l'arma fine-di-mondo ("...lascerò il blog, finchè continuerai ad attaccare Grillo..."); nessuno mi ha esasperato per settimane e settimane, cercando di costringermi ad "innamorarmi per forza" della bellezza delle piazze di Grillo. Nessun meetup di Carate Brianza mi ha appestato le caselle di posta con comizi, insulti, minacce di tipo squadristico. Eppure, alcune cose che non condivido sono arrivate. Su queste voglio puntualizzare (non convincere altri o portare altri sulle mie posizioni). Voglio che siano chiare le mie posizioni, sulle quali non intendo tornare, perchè non potrei aggiungere niente di più o di nuovo, avendo a lungo meditato su queste cose.
Non tornerò sui motivi per cui giudico Grillo uno dei peggiori incroci fra Masaniello ed il Gabibbo mai apparsi sulla scena dello spettacolo in Italia. Chi vuole, si legga l'ultimo mio post, o cerchi quelli di settembre e ottobre del 2007. C'è ampio materiale documentario per capire (non necessariamente per condividere) le mie posizioni. Voglio quindi dare una risposta solo al "nuovo modo", emerso in aprile, per giustificare Grillo. Non farò i nomi degli amici che hanno avanzato questi commenti, proposte, provocazioni.
Un amico mi chiede: perchè non sosteniamo i referenda? la mia risposta l'ho già data: l'istituto referendario è MORTO, e non resusciterà finchè non si abolirà il quorum (magari aumentando contestualmente il numero di firme necessarie). Ormai TUTTI i partiti hanno imparato il trucco: chiunque sia contrario ad un referendum, parte con un vantaggio di 30 metri su cento. Fuor di metafora, parte da un astensionismo fisiologico del 30%, che c'è quasi sempre. Basta trovare un altro 20% di gente disposta ad astenersi "attivamente" per impedire il raggiungimento del quorum, ed il gioco è fatto. Di fatto, sono anni ed anni che un referendum non raggiunge il quorum. Quindi, se mi chiamate ad una battaglia per abolire il quorum, sono con voi. Se mi chiamate ad una battaglia referendaria con la legge attuale, vado al mare.
Un altro amico mi spiega che la demagogia riempie i vuoti lasciati dalla politica. E' un principio di sociologica politica noto da tempo, e vale anche per la fisica dei fluidi. Aprite una busta sotto vuoto di caffè Suerte, e sentirete un sibilo: è l'aria che si trasferisce dalla stanza (pressione 1000 millibar), al pacco sotto vuoto. E' normale. E' anche inevitabile. Sono le conclusioni del mio amico che non mi tornano:
"...quando passano i decenni e i gravi problemi del Paese non vengono risolti (o meglio non vengono ridotti nella loro gravità), quando ti accorgi che cambiano i governi e tutto resta uguale, quando con parole tue "tutti ci rammarichiamo per quanto non fatto dal 1996 al 2001, periodo nel quale, fra alti e bassi, avevamo i numeri per provvedere", quando anzi certe questioni peggiorano pure, quando certi parlamentari sodomizzano i loro elettori (vedi il csx con quell'indulto allargato ai reati finanziari) ecc... allora vuol dire che la politica di cui parli NON ESISTE. E' un ideale, un'utopìa, un fantasma. E come ho detto, quando si crea un vuoto c'e sempre qualcos'altro che lo riempie..."
Perfetto! di mio aggiungerei un aforisma di cui non ricordo l'autore, ma che ho sempre condivido: "...se non vuoi occuparti di politica, prima o poi sarà la politica ad occuparti di te...". Non è detto che nel cambio ci si guadagni.
Amico mio, fammi liquidare per prima l'ultima parte della tua frase, la più facile. Quando uno vuole dire ad un altro che le cose che propone sono una stronzata irrealizzabile, la chiama, con un eufemismo che denota gentilezza d'animo, "utopia". Suona meglio che dire: amico, tu sogni delle cose mai esistite e che mai esisteranno in natura. No amico, non è utopia. La buona politica, i politici di valore, non sono mai scomparsi del tutto e per sempre.
Risparmiami la fatica di partire da Cincinnato, ma lascia che ti ricordi che politici erano Mazzini, Giolitti, Matteotti. Ricordati che fra i padri costituenti di 60 anni fa c'erano persone della levatura (scusa se tralascio qualcuno, o se inserisco qualcuno con qualche neo) di Giorgio Amendola, Lelio Basso, Arrigo Boldrini, Ivanoe Bonomi, Piero Calamandrei, Pietro Campilli, Tristano Codignola, Epicarmo Corbino, Benedetto Croce, Alcide De Gasperi, Giuseppe Di Vittorio, Giuseppe Dossetti, Luigi Einaudi, Vittorio Foa, Antonio Giolitti, Nilde Iotti, Ugo La Malfa, Giorgio La Pira, Arturo Labriola, Girolamo Li Causi, Luigi Longo, Cesare Merzagora, Rita Montagnana Togliatti, Aldo Moro, Pietro Nenni, Francesco Saverio Nitti, Vittorio Emanuele Orlando, Randolfo Pacciardi, Gian Carlo Pajetta, Ferruccio Parri, Sandro Pertini, Attilio Piccioni, Giovanni Porzio, Giuseppe Saragat, Oscar Luigi Scalfaro, Mauro Scoccimarro, Pietro Secchia, Carlo Sforza, Paolo Emilio Taviani, Umberto Terracini, Palmiro Togliatti, Leo Valiani, Ezio Vanoni, Ezio Vigorelli. Alcuni fanno ancora politica, ed in particolare "buona politica".
Persino oggi, dopo 14 anni bui di berlusconismo, nel Parlamento non ci sono solo i Dell'Utri, gli Schifani, i Cuffaro. Ci sono anche persone che fanno politica con passione, competenza onestà: parlo di Anna Finocchiaro, di Rosy Bindi, di Carlo Azeglio Ciampi, di Rita Montalcini, di Bersani, di Castagnetti, di Franceschini, di Veronesi, di Veltroni... (si, anche di Veltroni).
La politica non è un'astrazione. E' anche l'insieme dei politici che il paese si è dato. Se un mafioso come Dell'Utri siede in parlamento la colpa non è della Politica, ma dei milanesi del collegio di Dell'Utri, che sono stati incapaci di un atto di ribellione, sempre possibile, persino col porcellum. Se nella Sicilia del 61-0 i palermitani hanno preferito un cocainomane di Forza Italia a Caponnetto, non è colpa della politica, è colpa dei palermitani. Se nella Sicilia del 2008 i siciliani hanno plebiscitato Lombardo, compare di Casini e Cuffaro, e non Anna Finocchiaro, la colpa non è della politica, è dei siciliani. Se in Lombardia ci avviciniamo ad un ventennio ciellino, con un Formigoni "sfiorato" dalle peggiori porcherie di regime, non è colpa della politica, è colpa dei lombardi. Forse ormai a votare con in testa la politica e non la bottega è una riserva indiana di italiani, mentre la stragrande maggioranza vota con una mano sulla pancia ed un'altra sul portafogli . La politica non vota. La politica detta gli strumenti che regolano il voto. Chi vota e sceglie siamo noi. Quindi troppo comodo prendersela con la politica. Il porcellum esiste perchè anche nella nostra parte politica hanno lavorato duro perchè nulla cambiasse, neanche nel senso di un sistema tedesco con una soglia "morbida" di sbarramento.
Ma ammettiamo pure che la politica sia così marcia da risultare irrecuperabile. Insomma, per stare alla ipotesi di lavoro del mio amico, la buona politica non esiste, quindi deve essere sostituita da qualcosa, quindi avanti Grillo. Scusate, perchè Grillo? Perchè non Montezemolo, o Paolo Farinella, o Pippo Baudo, o il Tafano, o RitaC, o la Gabanelli, o Marco Esposito? Ovviamente la mia è una domanda paradossale, ma non troppo. Voglio dire che se proprio dovessimo scegliere un guru in alternativa alla "utopica" politica buona, non si capisce perchè l'alternativa unica debba essere Giuseppe Rag. Grillo da Genova, ormai ridotto a macchietta: "un megafono con un ragioniere attaccato dietro". Fate come predico, non fate come faccio. Sti cazzi. Un evasore con sette condoni tombali all'attivo, che predica contro i condoni e contro l'evasione fiscale, ma inizia a tuonare contro Visco quando le SUE dichiarazioni dei redditi finiscono in chiaro, come da legge del '73. Un paladino della libertà d'informazione che ha blindato il suo blog, che dovrebbe essere IL LUOGO dell'interattività. Uno che non parla coi giornalisti, perchè è "un monologhista". Ma che cazzo è, un monologhista? Uno che parla coi sassi, i quali non possono dare un feedback? Insomma, un buffone segaiolo, onanista del pensiero e della parola.
Ho sentito dire anche che "finalmente è uno che parla di cose nuove", mai sentite prima a memoria d'uomo: il conflitto d'interessi, la libertà d'informazione, il parlamento pulito, ed altre cose del genere. Veramente io ho dei ricordi diversi. Io credo che facendo in rete una ricerca su questi temi, si rischia di trovare qualche milionata di riferimenti. Non solo del misero Tafanus, ma di Scalfari, di Maltese, di Montanelli, di Gabanelli, e di mille altri giornalisti. Qualcuno si ricorda ancora delle "Prediche inutili" di Luigi Einaudi? Correva l'anno 1973, e quel libro non trascurava il pluralismo dell'informazione. Il "Parlamento Pulito" copyright del Ragioniere? Scusate, ma credo che un certo Enrico Berlunguer, titolare del marchio "Questione Morale", potrebbe incazzarsi. Andiamo avanti? persino un socialista doc come Rino Formica, parlando del SUO partito socialista (quel PSI che Grillo definiva, non a torto, un covo di ladri), usava dire che "il Convento è povero, ma i monaci sono ricchi". Qualcuno se ne ricorda ancora? Pochi, altrimenti non avrebbero accolto in massa le banalità del Ragioniere come una novità epocale e sconcertante.
Qualcuno ricorda ancora le monetine del Raphael? o i caroselli spontanei attorno al Palazzo di Giustizia di Milano, per tutta la notte, in difesa del pool, e contro il "decreto salvaladri" di Alfredo Biondi e Berlusconi? Io c'ero. Ogni tanto, dietro le finestre illuminate degli uffici del pool, si intravedevano le figure di Colombo, di D'Ambrosio, di Di Pietro, di Davigo, e dalla folla, piena di bandiere anche dei partiti di maggioranza, partiva un lungo, caloroso applauso. Dove cazzo era, il ragioniere, in quei giorni?
Devo continuare? Se ci sarò tirato per i capelli, lo farò: foss'anche solo per dimostrare che Grillo ha fatto la scoperta dell'acqua calda. Ad un amico che oggi accampava i suoi "almeno tre anni" di letture sui cattivi politici, ho opposto i miei 45 (Dio mio, come sono invecchiato!!!); non per fare a gara di "celodurismo libresco", ma solo per sottolineare che gli argomenti grilleschi che al mio amico sembrano freschi come il latte intero, a me sembrano vecchi (absit iniuria verbis) come Einaudi, Montanelli e Scalfari.
Ma torniamo alle "4W", che ci siamo temporaneamente dimenticate per strada. What? When? Where? Who? Ammazziamo pure la brutta, irrecuperabile politica, e avanti Grillo. Io, professionalmente malato di 4Wismo, avrei qualche non peregrina domanda:
-1) Cosa ne facciamo delle centinaia di migliaia di politici in servizio? alte cariche istituzionali, parlamentari nazionali, europei, consiglieri ed assessori regionali, provinciali, comunali, circoscrizionali, e via scendendo per li rami? li cacciamo? tutti? o solo la metà? e chi decide quali siano quelli da tenere e quelli da buttare? Grillo in persona? i meettuppini di Carate Brianza?
-2) Ammesso che una sia pur piccola parte dei politici serva a far andare avanti la baracca, con chi li sostituiamo? coi grillini? eletti? cooptati?
-3) Tutto ciò lo facciamo con una legge, o con un golpe? nel caso la risposta fosse "con una legge, of course!", coi voti di chi dovrebbe passare? di quelli che la legge segherebbe?
-4) Se Grillo sarà ciò che ci sarà dopo "la fine della politica", dove devo immaginarlo, fisicamente? al Quirinale? a Palazzo Chigi? a Palazzo Reale? al Bagaglino? Conquisterà il potere fondando un partito, o fondando un blog? oppure un meetup?
-5) Arriverà al potere con libere elezioni? ma in tal caso dovrebbe fare un partito, o no? oppure pensa di marciare alla conquista del Palazzo della Moneda con un SUV?
Basta! quando inizi a ragionare di dettagli operativi nell'ottica delle "4W" non ne vieni più fuori. Io ho già mal di testa, ed avrei ancora una quarantina di domande operative da porre. Qualcuno che sa e può, mi renda edotto. Mi dica come, quando, dove e perchè Grillo si sostituirà alla "malapolitica", e ci salverà dalla catastrofe.
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