La vittoria di Berlusconi nel 2001 dimostra, ancora una volta, che come regola generale chi va alle elezioni unito coi partiti dello stesso seme vince (anche se poi governare è altro e più complesso discorso), chi va diviso perde. Ma contano, ancor di più, i piccoli egoismi della stragrande maggioranza degli italioti. Il precedente governo di centro-sinistra ha fatto una serie di finanziarie “lacrime e sangue” per portare l’Italia nel primo gruppo dell’euro. E’ chiaro a tutti gli economisti degni di tal nome che se l’Italia non fosse entrata nell’euro dall’inizio, non ci sarebbe entrata mai più. Avrebbe avuto in eterno un differenziale di oltre 400 punti base sui tassi d’interesse pagati per il servizio del debito pubblico (il più alto d’Europa), e non sarebbe mai riuscita a “raggiungere il gruppo” in fuga, colmando il distacco.
Prima del varo dell’euro, mia figlia pagava, sul mutuo della casa, interessi superiori al 12%; un paio d’anni dopo, il costo dei mutui era crollato a 4/6 punti. Molti destrorsi oggi ricordano ancora, con raccapriccio, “l’eurotassa di Prodi, ultimo scatto di reni resosi necessario per agganciare il treno dell’euro, ma molti, anche se sollecitati, fanno fatica a ricordare che questa “eurotassa” è stata restituita in misura del 60%. Molti fanno fatica a ricordare che in media l’eurotassa non ha superato il milione di lire complessivo, mentre i mutui sono diminuiti in media di 5/6 milioni all’anno. Stiamo comparando un “salasso, al netto della restituzione, di 400.000 lire una tantum, contro un beneficio, in media durato per oltre dieci anni, di 400.000 lire al mese.
Un appunto possiamo farlo? Sempre i maledetti problemi di comunicazione! Che bisogno c’era di chiamarla “eurotassa”? Uno studente al primo anno in Tecniche della Comunicazione l’avrebbe chiamato, “Biglietto d’ingresso”, o “Investimento a rendimento 100%”. Noi no. Noi siamo sempre e comunque sinceri e coglioni. L’abbiamo chiamata “Eurotassa”.
Comunque, al netto dagli errori di comunicazione, abbiamo lasciato alla destra un paese che aveva faticosamente centrato l’obiettivo. Ma si sa, Cipria e Treconti hanno sempre tentato di demolire il risultato di Ciampi e Prodi. L’euro è diventato, nella loro becera propaganda a reti unificate (e quindi nella testa della stragrande maggioranza degli italiani), l’alfa e l’omega di tutti i mali. E’ per questo, o per insipienza, che il governo italiano è stato l’unico governo europeo a non tentare neppure di prevenire gli effetti inflazionistici che l’ingresso nell’euro, se gestito da lestofanti, avrebbe potuto causare? È per questo che il centro-destra non ha riunito MAI, neppure per una volta, i Comitati Provinciali per il controllo della fase di passaggio lira-euro, avuti in eredità da Ciampi e Prodi? È per questo che all’inizio del 2002 Ruggiero, l’unica figura di rilievo che il Cipria era riuscito ad attrarre nel governo, se n’è andato sbattendo la porta?
Il governo Berlusconi, ritrovatosi con questo tesoro della drastica diminuzione dei tassi d’interesse avuto in eredità da Ciampi, avrebbe potuto fare cose splendide. Invece si è comportato come quei morti di fame che si trovano all’improvviso in mano il biglietto vincente della lotteria, e perdono la testa. Ridisegno delle curve IRPEF con una progressività all’incontrario; opere pubbliche inaugurate mille volte e mai finite; cinque anni sprecati a fare solo leggi ad personam; cinque anni di perenni “verifiche”; un governo appoggiato sia alla camera che al senato da maggioranze bulgare, che riesce ad andar sotto 99 volte; rimpasti che hanno portato alla sostituzione complessiva di 24 ministri (fino alla farsa di un ministro dell’Economia prima cacciato a calci in culo, poi richiamato, e così privo di dignità da tornare al canile leccando i piedi di chi lo aveva cacciato a calci in culo); i conti pubblici devastati di nuovo in 5 anni, col debito di nuovo in crescita, il deficit fuori controllo, l’avanzo primario, faticosamente costruito da Ciampi, praticamente azzerato, e sulle spalle l’incombere di una procedura d’infrazione da parte della UE. Il tutto, con una crescita zero (colpa delle Due Torri!) …peccato che l’effetto “Due Torri” negli altri paesi sia durato lo spazio di pochi mesi. Il resto dell’occidente ha conosciuto, in quel quinquennio, una delle crescite più vistose degli ultimi trent’anni. L’Italia del Mago Otelma, CRESCITA ZERO.
Insomma, hanno fato di tutto per portarci alla vigilia delle elezioni politiche con un vantaggio, riconosciuto da tutti i sondaggisti, semplicemente enorme (superiore ai 10 punti). E’ allora – autunno 2005 – che è nata l’idea della legge porcata: la destra perderà, ma la sinistra non sarà in grado di governare. All’epoca della discussione della legge-porcata io ero in vacanza in Francia, ed ho seguito TUTTO il dibattito sul satellite. Non è passato UN SOLO EMENDAMENTO del centro-sinistra. Anche tutti quelli che in seguito hanno comprato il kit del “Piccolo Statista” (Tabacci, Follini, Casini eccetera), all’epoca non hanno speso né una parola, né un voto, per fermare lo scempio. Esattamente come nei quattro anni e mezzo precedenti non avevano speso né una parola, né un voto, per fermare le leggi-vergogna e le leggi ad personam (che poi spesso coincidono).
Sull’onda del “buongoverno” delle destre, a tre mesi dalle elezioni eravamo accreditati ancora di un vantaggio enorme, vicino al 10%. Poi, il Cavaliere ha iniziato a fare “un uso criminoso” delle TV: delle sue, per diritto proprietario, e della RAI, senza alcun diritto, ma senza alcuna opposizione seria. Chi non ricorda quel periodo? Citate il nome di una qualsiasi trasmissione TV, su un qualsiasi canale: LUI c’era. E’ mancato solo che presentasse anche il Meteo, le estrazioni del lotto, Tempo dello Spirito e Onda Verde.
In un qualsiasi paese normodotato (in termini di cultura e di senso critico), un tale comportamento avrebbe prodotto una sensazione di nausea e di rigetto. Non in Italia; non nell’Italia che per il 50% non è andata oltre la terza media inferiore. In questa Italia, siamo riusciti a resistere a questo assalto, sia pure dimezzando il nostro vantaggio, che prima del black-out quindicinale dei sondaggi, era pur sempre di 6 punti.
Poi le elezioni. Tutti sanno come sono andate le cose. Primi exit-polls che ci davano in vantaggio esattamente di quanto ci davano in vantaggio gli ultimi sondaggi noti: 6 punti. Poi, la lunga notte dei brogli; gli spogli del Viminale perennemente in calo (quando la fantascienza si impadronisce delle probabilità) dal primo all’ultimo decile di seggi scrutinati; Pisanu che passa più tempo a casa di Berlusconi che al Viminale; lo scandalo della chiavette USB in mano ad una società del figliolo di Pisanu; le quattro ore di black-out totale nell’afflusso dei dati dal Viminale; il mistero di 1.200.000 schede bianche che diventano schede votate. Il Tafanus che per primo, grazie al contributo di tanti lettori, a spogli ancora in corso, apre e pubblica un “Dossier Brogli”. Infine, l’emorragia che si arresta (dopo una visita di Fassino e di Minniti al Viminale?) e la coalizione di centro-sinistra che porta a casa una striminzita vittoria per 25.000 voti alla Camera (basterà per avere una sessantina di deputati di maggioranza), ed una vittoria ancor più striminzita al Senato, proprio grazie alla legge-porcata voluta dal calderoli, e grazie ai senatori delle circoscrizioni estere, fortemente volute da un Tremaglia che aveva sbagliato tutte le sue valutazioni.
Il Governo Prodi inizierà un duro percorso, che sarebbe stato impossibile completare. E lo inizierà con un grande errore d’immagine (ahi… la comunicazione… sempre la comunicazione…), varando un esecutivo- mostre di 101 fra ministri e sottosegretari. Pochi di più del recente record del centro-destra (98 membri), ma quanto è bastato per farci massacrare in TV. Sarebbe bastato essere così furbi da fare un esecutivo da 97 membri, per poter ribattere, usando gli stessi mezzucci della destra, che avevamo ridotto i membri del governo rispetto al semplificatore di Arcore.
(continua)
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