Roma: aggressione razzista a Kadiu Kledi, ballerino albanese - Insultato e malmenato mentre si svolgeva un saggio nella sua scuola di danza . Alemanno: «Esprimo la condanna per questo nuovo grave episodio di intolleranza»
ROMA - Ancora un episodio di intolleranza e razzismo a Roma. Vittima questa volta il ballerino albanese Kadiu Kledi, volto della tv e idolo delle teenager. L'aggressione è avvenuta sull'Appia, dove Kledi assisteva nella sua scuola di danza al saggio di fine d'anno alla presenza dei famigliari degli aspiranti ballerini.
Improvvisamente, Kledi ha notato tra la folla due individui che riprendevano il palco con una videocamera. Avvicinatosi, ha chiesto spiegazioni. Uno dei due è subito fuggito mentre l'altro, un tipo corpulento, ha aggredito e strattonato Kledi, mettendogli le mani sul collo, esclamando: «Albanese di merda... ti rimando in Albania». Il ballerino racconta così, al Tg5, quello che è avvenuto: «Stavo facendo il mio discorso di fine anno ai genitori degli allievi. Ho visto due, tre persone che stavano registrando con le telecamere, li ho fermati. Due sono scappati con la videocamera, mentre uno mi ha stretto una mano al collo sbattendomi sul tavolo della direzione e rivolgendomi frasi sulla mia origine albanese del tipo "Albanese di m...Ora ti rimando in Albania"».
ALEMANNO - «Esprimo la più ferma condanna per questo nuovo grave episodio di intolleranza e la mia piena solidarietà a un artista che arricchisce e rende onore alla nostra città» ha affermato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. «Credo - ha concluso Alemanno - sia venuto il momento di lanciare un appello congiunto da parte di tutti gli esponenti politici del centrodestra e del centrosinistra affinchè nella nostra cittá possa essere scongiurato ogni rischio di intolleranza e di violenza».
Chi è Kledi Kadiu: è nato a Tirana il 7 aprile 1974 ma vive e lavora come ballerino e attore in Italia. È entrato a soli 10 anni all'Accademia Nazionale di Danza del Teatro dell'Opera di Tirana, dove si è diplomato nel 1992, divenendo poco dopo primo ballerino. Si è trasferito in Italia, nel 1996 e ha debuttato in televisione [...] Nel 2004 ha fondato a Roma la scuola di danza Kledi Academy. Nel 2005 è passato al cinema con il film «Passo a due», di Andrea Barzini, che lo ha visto protagonista insieme a Laura Chiatti. Un film in cui Kledi ha interpretato il ruolo di Beni, giovane ballerino che si trasferisce dall'Albania in Italia in cerca di fortuna. Dell'anno successivo è «La cura del gorilla», regia di Carlo Sigon, in cui Kledi ha interpretato il ruolo di Adrian Patoil, ancora una volta come protagonista. Nel 2007 è tornato al piccolo schermo recitando in una miniserie Tv con Ornella Muti e Katia Ricciarelli. Non ha abbandonato però il ballo classico, e sempre lo scorso anno è andato in tournèe con il balletto «Romeo e Giulietta» [...]
Sui precedenti episodi di razzismo nazista a Roma, che ormai sono in quantità industriali, Alemanno, con sprezzo del ridicolo, aveva affermato che "...non si trattava di episodi di razzismo, ma di imbecillità..." No, Alemanno: siamo d'accordo sulla imbecillità dei razzisti, ma di razzismo si tratta. E questa volta, guarda caso, la "sicurezza" non c'entra nulla. Kledi non è un clandestino, non era magnaccia, non spacciava droga, ed aveva persino sufficienti "mezzi di sussistenza" (forse più dello stesso Alenano), e persino la disponibilità di "un alloggio".
Alenano ha espresso "...la piena solidarietà a un artista che arricchisce e rende onore alla nostra città...". Alenano, e se invece che di un personaggio ricco e famoso si fosse trattato di uno di quei muratori al nero che cadono dalle impalcature non a norma di padroncini romani, avrebbe "espresso la piena solidarietà"? Ci faccia sapere.
Alenano, in un ulteriore raptus di idiozia fascista, ha detto che "...è venuto il momento di lanciare un appello congiunto da parte di tutti gli esponenti politici del centrodestra e del centrosinistra affinchè nella nostra cittá possa essere scongiurato ogni rischio di intolleranza e di violenza..."
Niente da fare, Alenano. Le cronache non riportano episodi di spedizioni punitive a sfondo razzista a carico di esponenti di sinistra. Quindi si limiti a rivolgere questo appello ai suoi. Noi di sinistra non c'entriamo nulla né con l'imbecillità, né col razzismo. Sono patrimoni che vi appartengono completamente. Si riguardi, ancora una volta, le belle facce da ebeti picchiatori di quelli che erano sul palco a festeggiare la sua vittoria. Si rilegga le motivazioni che hanno portato all'incriminazione di suo suocero per le bombe di Piazza della Loggia. Si rilegga i sacri testi del suo idolo Almirante, al quale vorrebbe dedicare una via della Capitale. Si rilegga le leggi razziali nazifasciste, promulgate con la fattiva collaborazione del suo idolo. Si rilegga persino le ultime dichiarazioni di Fascio Fini sull'argomento. E poi, se ha tempo, si rilegga gli stenografici dei SUOI interventi sugli immigrati, svolti in campagna elettorale.
Ora ha vinto. Governi, ma lasci perdere gli appelli congiunti. La sinistra gli appelli contro gli "imbecilli + razzisti" che costituiscono la sua base elettorale li sta facendo esattamente da 70 anni, da quando avete promulgato le leggi razziste, base ideologica e "culturale" della shoah. Ai pagliacci di destra, che hanno indossato il doppiopetto, ma non hanno dimenticato l'orbace, non dobbiamo e non vogliamo dare tregua.
P.S.: Giacchè c'è, ci racconti perchè si è fatto otto mesi di galera (noi lo sappiamo, ma lei ci rinfreschi lo stesso la memoria); fatto questo, ci rifaccia il pistolotto dell'appello bipartisan contro violenza ed intolleranza.
Si vergogni.
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