(Finanzaonline.com - 30.6.08/09:40)
Si stava meglio quando si stava peggio. Verrebbe da riassumere così, parafrasando un vecchio detto popolare, il caso Alitalia. Ancora una volta la compagnia di bandiera appare appesa a un filo. E non sono di certo pochi quelli che oggi ripensano al piano dei francesi di Air France-Klm. Un pensiero "condiviso da molti" dopo soprattutto all'indomani delle indiscrezioni apparse domenica 29 su La Repubblica. Dalle pagine del quotidiano fondato da Scalfari si è appreso che nel piano dell'advisor Intesa Sanpaolo, incaricato dal Governo di mettere in piedi un programma di salvataggio della compagnia di bandiera, la voce esuberi potrebbe superare quota 4000, in sostanza più del doppio di quelli previsti dal gruppo guidato dal gruppo guidato da Jean-Cyril Spinetta.
"Se è così non ci sediamo nemmeno al tavolo". I sindacati fanno la voce grossa all'indomani delle voci sugli esuberi apparsa sulle pagine di Repubblica. "Nessuno dei piani precedenti - commenta Giuseppe Caronia, segretario della Uil trasporti - aveva prospettato dei tagli di tale portata: nè quello di Airone, nè tanto meno quello di Air France. È una cifra davvero inquietante e folle".
Sono due i problemi sul tavolo dei tecnici della superbanca italiana. In primis, la normativa attuale non permetterebbe il ricorso alla legge Marzano: il rischio è che i creditori esteri decidano di pignorare gli aerei non appena passati oltreconfine. Per questa ragione, quello che servirebbe è una manovra ad hoc che però potrebbe non trovare il nulla osta la Commissione europea. Secondo. A pesare come un macigno è anche la situazione finanziaria del gruppo di via della Magliana. L'ipotesi che circola e che potrebbe essere avanzata dalla società guidata da Corrado Passera è quella di dare vita a una newco e poi in un secondo tempo cercare un partner internazionale. Al momento però, stando sempre a indiscrezioni di stampa, alcuni componenti della cordata non appaiono più convinti. Ne è un esempio Roberto Colaninno. Mentre gli altri nomi che si sono fatti nei mesi scorsi (Ligresti, Gavio, Benetton e Fossati) potrebbero non apportare delle cifre sufficienti a garantire a lungo la continuità aziendale.
Uno scenario già fosco, sul quale pesa anche l'ipotesi fallimento. Il prestito ponte da 300 milioni di euro dal Governo potrebbero svanire più in fretta di quanto previsto dalla stessa compagnia. Quest'ultima, infatti, continua a perdere circa due milioni di euro al giorno. La speranza è che con la stagione estiva le perdite siano più contenute.
...si può dire??? oggi godo come una biscia all'idea dei fascisti dell'ANPAC, dei Bonanni, dei Caronia, che anzichè prendere un buffetto da quei banditi di Prodi, Bersani e Spinetta, saranno sodomizzati senza vasellina dai salvatori della Patria Berlusconi, Tremonti ed Ermolli (i loro riferimenti culturali)...
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