Non ci va leggero, il nano più alto del mondo. Da domani, chi ordina, o esegue, o diffonde, o pubblica intercettazioni telefoniche che non riguardino Totò Riina o la Lioce, si becca, secondo il nano con un fascicolo giudiziario più alto di lui, 5 anni. Tutti 5 anni, dal giudice che ordina, al cancelliere che lascia trapelare, al finanziere che esegue gli ordini del magistrato, al cronista di nera che ne parla. L’importante, da domani, non è non delinquere, ma è non indagare. La Casta è salva. L’importante è mandare in galera la badante senza “le carte”., per pagare la marchetta a Bossi. L’importante è che le toghe rosse smettano di ficcare il naso negli affari della Fininvest, del Cavaliere in persona, della All Iberian, della Medusa, del Milan, e via fininvestendo. Che cazzo, mica sono terroristi! Qualche dubbio che abbiano giocato a culo e camicia con alcuni mafiosi esiste, ma insomma, non ci si può spingere fino ad esplicitare il divieto di intercettare anche Riina. Troppo pericoloso per l’immagine!
Quindi, dato che le intercettazioni sono uno strumento principe per TUTTE le indagini, da domani si gioca a “tanta libera tutti”. Basta con queste minchiate di inchieste su falsi in bilancio (che peraltro ormai sono solo una marachella), su danni ambientali, su corruzione (anche in atti giudiziari), su concussione, su falso in atto pubblico, su stupri, sui mostri di Garlasco, sulla pedofilia, sui sequestri di persona, sulla bancarotta fraudolenta, sui reati finanziari, sull’insider trading… BBAAASTAAAAAAAA!!! Da domani, si intercettano solo Riina e la Lioce. Un vero ritorno alla legalità.
Noi, per conto nostro, abbiamo deciso di ricordare, in più puntate, le intercettazioni che hanno riguardato Silvio, i suoi sodali, i suoi cari, i suoi scherani. Spiacevoli, davvero spiacevoli, queste intercettazioni…
Marta Di Gennaro, n° 2 di Bertolaso, pupillo di Berlusconi, viene intercettata mentre cerca di "truccare le carte" sull'uso criminoso delle discariche.
Così Cecchi Gori ha contattato politici e giudici - Repubblica, 17 maggio 2008 - ROMA - Magistrati, carabinieri ma anche molti politici contattati da Vittorio Cecchi Gori per cercare «solidarietà» nei giorni successivi alla sentenza di fallimento del suo gruppo Finmavi. Nomi e telefonate emergono da un' informativa della Finanza depositata a conclusione delle indagini sul crack delle società del produttore. Il documento è stato trasmesso nei mesi scorsi dai pm Stefano Rocco Fava e Lina Cusano, titolari dell' inchiesta su Cecchi Gori per bancarotta, ai colleghi della procura di Perugia che starebbero valutando eventuali ipotesi di reato nei confronti dei magistrati romani. Nell' informativa sono riportate anche intercettazioni, avvenute nell' ottobre 2006, a ridosso delle sentenze sul crack Finmavi e sul fallimento della Fiorentina. I finanzieri fanno riferimento, tra l' altro, a contatti con la moglie dell' ex presidente della Camera Fausto Bertinotti, con Claudio Martelli e, tramite un avvocato, con Antonio Di Pietro al quale avrebbe «manifestato l' intenzione di candidarsi e destinare i locali della galleria di Palazzo Borghese alla fondazione [...] Negli atti emergono anche incontri con Bobo Craxi e con il sindaco di Catania, Umberto Scapagnini interpellato per poter essere ricevuto da Silvio Berlusconi. In un' altra occasione, Cecchi Gori chiede al suo legale di contattare Gianni Letta per evitare che «gli venga sottratto il cinema Adriano». Poi fa riferimento a un incontro con Confalonieri: «Gli ho detto che farei qualsiasi cosa per trattare».
Nulle le intercettazioni tra Cuffaro e Berlusconi..." Repubblica, 3 maggio 2008 - Stavolta a distruggere le bobine ci penserà lo stesso gip. Per evitare che, come avvenne due anni e mezzo fa, quei nastri con le voci di Silvio Berlusconi e Totò Cuffaro che parlavano dei guai giudiziari dell' ex presidente della Regione restino in un armadio a disposizione di altri magistrati invece che finire al macero.
Brogli, resta in cella il presidente di seggio..." Repubblica, 12 aprile 2008 - PALERMO - Resta in carcere Gaetano Giorgianni, il presidente di seggio finito in manette il 28 marzo scorso nell'ambito dell'indagine della Procura e della Digos sui brogli elettorali che si sarebbero verificati durante le amministrative del maggio 2007. Lo ha deciso il tribunale del riesame presieduto da Concetta Sole dopo aver valutato l'ordinanza firmata dal gip Maria Pino e le nuove prove depositate in udienza dal pm Maria Forti. Ad accusare Giorgianni, ma anche l'altro presidente di seggio finito in cella, Giovanni Profeta, sono adesso le intercettazioni telefoniche disposte dalla Procura, che hanno sorpreso i familiari dei due arrestati a colloquio con Gaspare Corso, il candidato della lista "Azzurri per Palermo" che avrebbe beneficiato delle schede false introdotte nelle urne di due sezioni con la compiacenza proprio di Giorgianni e Profeta.
Scalate bancarie, politici complici - Repubblica, 14 settembre 2007 - MILANO - L'occasione era ghiotta per rispondere alle memorie dei parlamentari coinvolti nella vicenda delle intercettazioni Antonveneta-Bnl-Rcs [...] Insomma un altro round tra la Forleo e i politici coinvolti (oltre a D'Alema, Piero Fassino, Nicola Latorre, Romano Comincioli, Luigi Grillo e Salvatore Cicu) in attesa che le Camere decidano sul via libera all'uso delle telefonate da parte dei pm milanesi.
G8, anche Mortola indagato - Repubblica, 26 novembre 2007 - GENOVA - E' Spartaco Mortola il terzo indagato dell' inchiesta, nata durante il processo Diaz, e che coinvolge, oltre all' ex capo della Digos di Genova nei giorni del G8, anche l' ex questore del capoluogo Francesco Colucci e soprattutto l' ex capo della polizia oggi capo di gabinetto del ministero dell' Interno, Gianni De Gennaro. Un' indagine che è arrivata alla sua fase conclusiva e che riserverà probabilmente diverse sorprese. A iniziare da una serie di intercettazioni tra alti funzionari di polizia, per arrivare ad un teste, anche lui un poliziotto, che, trovandosi in auto accanto a Colucci, avrebbe confermato i contenuti di una delle telefonate con le quali, secondo la procura, l' ex questore si apprestava a modificare la sua versione su alcuni aspetti dell' irruzione alla scuola Diaz.
Arrestata mezza clinica Santa Rita, con accuse pesantissime: 5 omicidi volontari. Secondo i PM e la Guardia di Finanza, questi disgraziati l'avrebbero passata liscia se non ci fossero state le intercettazioni telefoniche.
(Continua)
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