"Clinica dell'orrore, bustarelle e telefonate a politici" - Il primario chiese aiuto a uomini di Alleanza Nazionale - Il ministro La Russa: "non conosco gli indagati"
(di Emilio Randacio e Walter Galbiati - Repubblica.it)
MILANO - Mazzette, bustarelle e pressioni politiche. C'è anche un tentativo di corruzione nella clinica degli orrori. Una casa di cura, che un ex dipendente ha definito "amica della Regione". E che da ieri è sotto l'occhio vigile del ministero del Welfare, che ha inviato due ispettori a supporto delle verifiche della Regione Lombardia.
Il tutto parte da una telefonata a un "collega" politico per ammorbidire l'Asl di Milano e da un verbale dell'ultimo direttore amministrativo del Santa Rita, Domenico Lopriore. È già l'ottobre 2007, quando nelle conversazioni intercettate dalla Guardia di Finanza, il primario di chirurgia toracica della clinica, Pier Paolo Brega Massone, cerca ogni via per salvarsi. Sa che l'inchiesta di Milano sui rimborsi gonfiati è vicina alla svolta. Al telefono con una tale Franca, Brega Massone chiede aiuto: "Mi chiami tu Maconi?". L'uomo dovrebbe essere in grado di esercitare pressione su Antonio Mobilia, l'ex direttore generale dell'Asl di Milano, che ha avviato e trasmesso alla Procura la verifica sulle cartelle cliniche del Santa Rita. Mobilia è vicino al partito Alleanza Nazionale, così come lo dovrebbe essere Maconi. Brega Massone chiede a Franca di chiamarlo e se dovesse accettare di aiutarlo, lo chiamerà lui direttamente. Il compito di Maconi è di muovere Ignazio La Russa, esponente di spicco di Alleanza Nazionale e attuale ministro della Difesa in quota Pdl. "L'unico - dice Brega Massone nella telefonata - che possa intervenire su Mobilia".
La Russa ieri si è subito detto estraneo alla vicenda: "Le persone indagate e intercettate erano e sono a me del tutto sconosciute. È notorio che non mi occupi minimamente e in nessuna sede di sanità o di questioni ad essa connesse". Ma chi è Maconi? Secondo una prima ricostruzione, potrebbe trattarsi di Antonio Maconi, pavese, come Brega Massone e anche lui, come Brega Massone, laureato in medicina specializzato in chirurgia toracica. Maconi, però, non solo è da sempre impegnato nella sanità (Croce Rossa e Agenzia regionale sanità), ma lo è anche politicamente, in Piemonte, ad Alessandria dove risiede, nelle file di Alleanza Nazionale. Nell'ottobre 2002 è stato nominato dirigente regionale del partito con la responsabilità del settore salute e assistenza sociale. Nel giugno 2003, è stato eletto alle elezioni provinciali ed è stato nominato vicepresidente del Consiglio Provinciale.
Le elezioni 2003, tornano anche nel verbale del 25 luglio 2007, in cui l'ex direttore amministrativo della Santa Rita, Domenico Lopriore, parla apertamente di mazzette. "Nel periodo in cui svolgevo le mie mansioni presso il notaio Pipitone - racconta Lopriore - ho visto occasionalmente alcune buste preparate dalla segretaria del notaio, sig. ra Giuseppina Lucano, contenenti delle somme di denaro da dare a terzi". Esisteva anche un quaderno su cui venivano annotate "tutte le operazioni in nero/illecite del notaio". Poi Lopriore entra nel dettaglio: "Ricordo che Pipitone un giorno ha chiesto alla sua segretaria se avesse preparato una busta per un onorevole di Alleanza Nazionale, di cui non sono in grado di riferire le generalità. In merito a tale episodio sono poi venuto a conoscenza, dal fratello Felice, che tale busta avrebbe dovuto contenere circa 100 milioni di lire necessari per finanziare il partito Alleanza Nazionale, probabilmente nelle elezioni del 2003".
Su domanda dei pm, Lopriore spiega anche i rapporti della clinica con i vertici dell'Asl e della Regione: "I rapporti sono sempre stati molto amichevoli. Ricordo infatti che nonostante tutte le altre strutture sanitarie fossero notevolmente creditrici nei confronti della Regione, le stesse non riuscivano ad ottenere gli stessi acconti sulle prestazioni sanitarie eseguite che invece la casa di cura Santa Rita otteneva ogni qualvolta ne venisse fatta richiesta" [...]
...noi siamo garantisti, è risaputo! però, leggendo di queste strane notizie, alcuni strani episodi ci tornano insistentemente in testa, noiosi come tafani...
-1) in una recentissima puntata di Primo Piano, un virulento La Russa si spende per far passare la minchiata che le intercettazioni assorbano un terzo delle spese della Giustizia, e che quindi si deve piantarla. Ora tutti sanno che 224 milioni su 7,7 miliardi non sono "un terzo" (cioè il 33,3% periodico), ma, se la calcolatrice non mi inganna, il 2,60%. Non per La Russa. I tempi in cui i non ancora Alleati Nazionali facevano tintinnare le manette in aula, mentre i colleghi patani facevano dondolare i cappi, sembrano lontani un millennio.
-2) L'altra sera a Ballarò un patetico Gasparri, con sprezzo del ridicolo, ha insistentemente parlato di un miliardo di intercettazioni all'anno (chi offre di più?)... un miliardo, pari a 83,3 milioni di intercettazioni al mese, pari a 2.777.778 intercettazioni al giorno, pari a 115.741 intercettazioni all'ora, incluse le ore notturne. Poichè noi di sinistra siamo persone educate, nessuno dei presenti ha ritenuto di seppellire queste minchiate gasparriane sotto una risata, o meglio sotto una salva di scorregge.
-3) Chissà perchè, ci tornano in mente le mitiche intercettazioni romane del clan Fini - Di Sotto - Storace, con la Signora (?) Fini che "'pe Storace me so sbattuta er culo", ma in compenso il clan sanitario di Fini, Di Sotto e dei rispettivi "cari", otteneva le convenzioni sanitarie in una settimana dalla richiesta... Misteri dell'efficienza del "nuovo che avanza"!
La privacy dei delinquenti
Il giornalista Aldo Cazzullo, intervenendo ieri mattina ad, ha detto che semplicemente non gli interessa la privacy di un chirurgo capace di rovinare i suoi pazienti. Ecco un’idea sulle intercettazioni così chiara che quasi nessuno la può contestare. Ma in quel «quasi», purtroppo, c’è tutto l’abisso che divide un essere umano da un portavoce berlusconiano come Maurizio Gasparri. Il quale, l’altra sera a Ballarò, ha dato tutto il peggio di se stesso, praticamente il meglio che ha, straparlando, interrompendo, offendendo e, come gli ha fatto notare Di Pietro (noi non ci permetteremmo mai) dicendo «un miliardo di balle». Giusto quante sarebbero le intercettazioni ordinate dai magistrati in Italia. Paese in cui la vera emergenza è provocata dai giudici, che hanno violato la privacy di Erika e Omar, come di Rosa e Olindo, quando potevano benissimo accontentarsi di arrestare un immigrato di passaggio. E tutto al solo scopo di avere un alibi per intercettare Berlusconi, mentre comprava senatori per salvare la patria.
Maria Novella Oppo - L'Unità
SOCIAL
Follow @Tafanus