Manovra, norma "anti-precari": cade l'obbligo del reintegro. Sindacati in rivolta: "Misura iniqua". Favorevole Confindustria: "E' la direzione giusta" - Il governo si smarca: "Non abbiamo voluto noi quella norma, anzi l'abbiamo mitigata" - Il giudice non potrà più imporre la stabilizzazione dei rapporti di lavoro irregolari - Si tratterebbe di una sanatoria per le imprese, riguarderebbe solo i contenziosi in corso
ROMA - La notizia arriva nel pomeriggio: nella manovra al vaglio al Senato è stato inserito un emendamento che blocca il reintegro dei precari. Il giudice non potrà più obbligare le imprese, nei casi in cui siano state accertate irregolarità, ad assumere i lavoratori precari. Si scatena subito una valanga di reazioni indignate, dai sindacati all'opposizione, per molti quella norma potrebbe diventare una condanna al precariato a vita. La vicenda provoca imbarazzo anche nel governo, che in serata prende le distanze dalla misura e crea un piccolo giallo: "Non l'abbiamo voluta noi - dicono dal ministero del Lavoro - anzi, l'abbiamo mitigata perché valga solo per i contenziosi in corso e non per il futuro". L'emendamento, che avrebbe origine parlamentare, sarebbe dunque una sanatoria, pensata per togliere le castagne dal fuoco a quelle imprese invischiate in cause con ex dipendenti. (...non l'ha voluta il governo, questa norma. L'ha subita dai peones, che un giorno si sono svegliati, ed hanno disobbedito al nano di Arcore... e trovarne una migliore, no?!...)
Finora il magistrato che riscontrava irregolarità sul ricorso a uno o più contratti a termine, poteva obbligare il datore di lavoro a riammettere in servizio il lavoratore con un contratto a tempo indeterminato. Se passerà la nuova norma, il giudice dovrà limitarsi ad applicare all'azienda una sanzione di entità variabile tra le 2,5 e le 6 mensilità (la stessa prevista per le imprese al di sotto dei 15 dipendenti). Con la sanatoria, il diritto al reintegro decadrà per chi in questo momento è in causa.
L'esecutivo prende le distanze. "Si tratta di una misura nata in ambito parlamentare: non l'ha voluta il governo e tanto meno il ministro Sacconi - commentano da Via Vittorio Veneto - anzi siamo intervenuti, al momento dell'appovazione in commissione Bilancio per limitarne la portata: inizialmente la norma doveva valere per il presente e per il futuro mentre nell'attuale formulazione riguarda solo le cause ancora aperte".
I sindacati sul piede di guerra. Dura reazione dei sindacati, che accusano il governo di lasciare alle imprese "mano libera sull'uso dei contratti a termine" [...] "E' contro la Costituzione". "Una norma sbagliata che presenta gravi incongruenze", secondo il segretario confederale della Cisl, Giorgio Santini. "Oltre al problema dell'indennizzo, la norma introduce il principio che un contratto non corretto viene considerato nullo". In questo modo, spiega Santini, "il lavoratore, non solo non può essere riammesso sul posto di lavoro, per decisione del giudice, con un contratto a tempo indeterminato, ma rimane anche senza il contratto a termine" [...]
Di parere opposto Confindustria: "Il provvedimento va nella direzione giusta - commenta il direttore generale di Confindustria Maurizio Beretta - un po' di semplificazione e di minor rigidità è quello che serve al mercato del lavoro. In questo, come in altri casi, non è di sanzioni che abbiamo bisogno ma di norme praticabili, che abbiano un senso logico rispetto alla situazione reale".
(26 luglio 2008)
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